Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliLe radici: «Modena io non l’ho mai lasciata, anche se sono stato in tutto il mondo: ciò che conta è quello che porti dentro»; gli inizi: «Ho svolto molte professioni finché ho aperto un negozio di arredi di design che andava molto bene, ma a quarant’anni ho ceduto tutto per dedicarmi alla fotografia»; l’idea di fotografia: «Non deve documentare la realtà, ma interpretarla e la mia non è mai stata illustrazione: non ho (quasi) mai fotografato in bianco e nero perché è già un’invenzione, la realtà non è mai accettata per quello che è e va reinventata. Il mio colore non è un’aggiunta cromatica al bianco e nero, ma diventa un modo diverso di vedere. Quando iniziai eravamo in pochissimi a lavorare con il colore, la mia identità». Parole e pensieri che a Modena, ad Ago-Fabbriche culturali, lo scorso 9 dicembre ha pronunciato Franco Fontana in occasione di un incontro-festeggiamento organizzato per i novant’anni del fotografo, presente nelle collezioni di 50 musei del mondo.
Nell’occasione Fmav-Fondazione Modena Arti Visive ha anche annunciato, oltre a una giornata di studi, all’ex Estense di Modena la mostra «Franco Fontana. Modena dentro» (dal 27 marzo al 16 giugno all’ex Ospedale Estense) in cui sono esposti 15 suoi lavori, 5 dei quali legati alla committenza modenese e alla città natale, posti a confronto con opere di Mimmo Rotella, Christo, Giuseppe Uncini, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Mauro Reggiani, Piero Gilardi.
Anche Brescia si prepara a celebrare il grande maestro con un’ampia personale al Museo di Santa Giulia dal 7 marzo al 28 luglio: in «Franco Fontana. Colore» sono ordinate 125 immagini di medie e grandi dimensioni dagli anni ’70 agli ultimi anni suddivise in quattro sezioni dedicate ai paesaggi urbani, ad asfalti e strade, alle persone e ai paesaggi naturali attraverso cui si racconta la sua produzione fatta di colori brillanti, quasi irreali, che determinano composizioni scandite da linee e piani sovrapposti, costruiti attraverso la luce. Nelle immagini esposte è evidente come spesso le proporzioni siano ingannevoli e la figura umana si palesi attraverso lunghe ombre: tutto obbedisce al colore, o meglio alla forma che lo determina attraverso una geometria che si fa sintesi.
La mostra bresciana è prodotta da Bridgeconsulting Pro-Gabriele Accornero, Fondazione Brescia Musei, Skira e lo Studio Fontana ed è la prima edizione europea dell’appuntamento tenuto nel ’22 in Corea del Sud al My Art Museum di Seul.

«Castek» (1984), di Franco Fontana. © Franco Fontana
Altri articoli dell'autore
Rientra nel progetto «Into the Light» la mostra che la Reggia di Venaria dedica all’artista inglese, che dà vita alle sue installazioni a partire dal rapporto tra la luce e i luoghi che le ospitano
Alla Biennale Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea 107 artisti da 41 Paesi (19 italiani) testimoniano la crescente attenzione verso questo linguaggio scultoreo
Nel Museo Archeologico Regionale si esplora l’influenza delle radici mediterranee dell’artista spaziando dall’analisi di tecniche come ceramica, incisione e design scenografico fino ad approfondimenti legati alla poesia, al rapporto con fotografi del suo tempo, ai legami con l’Italia, la letteratura e il teatro
L’installazione site specific dell’artista vicentino si ispira alla celebre fonte d’acqua locale «La Bollente» per dialogare con gli oggetti custoditi nel Museo Civico Archeologico