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Giorgio Bonsanti
Leggi i suoi articoliLa prima edizione, nel 1989, presentava dieci opere restaurate ed era targata Banca Cattolica del Veneto con sede a Vicenza. Quante cose sono cambiate da allora! Oggi l’istituto bancario si chiama Intesa Sanpaolo e le mostre delle opere restaurate con i suoi finanziamenti sono diventate sempre più grandi e si sono tenute in molte città della Penisola, da Milano a Firenze a Napoli.
Ricordiamo il format: la banca finanzia il restauro di opere selezionate da una commissione, le opere vengono poi esposte in una mostra e infine tornano nei luoghi di provenienza. Per l’edizione 2018 le opere prescelte sono ottanta, più qualche «fuori concorso»: la sublime «Trasfigurazione» di Giovanni Bellini a Capodimonte, un Bellotto da Dresda, dei Fiori di Morandi da Brera e un Cy Twombly del 1961 della Gam di Torino.
Fra le ottanta frutto del vaglio della commissione si segnalano il «Ritratto di Caterina Balbi Durazzo» di Van Dyck dal Palazzo Reale di Genova, il seicentesco mantello di penne e piume brasiliano dell’Ambrosiana di Milano, i due dipinti di Foppa della Carrara di Bergamo, il Burri («Nero, Bianco, Nero») della Galleria di Roma, il Retablo fra Quattro e Cinquecento del Maestro di Castelsardo di Tuili (Cagliari).
La mostra si terrà nella Reggia di Venaria dal 27 marzo al 16 settembre: un periodo lungo, nella fiducia di ripetere il successo dell’edizione del 2016 alle Gallerie d’Italia di Milano. Dopo la pubblicazione da parte della Banca dell’invito a presentare candidature, sono arrivate proposte ancor più numerose in questa edizione, a seguito della moltiplicazione di Istituti dello Stato verificatasi con le ultime articolazioni del Mibact. Ad essi si aggiungono altri enti (anche privati) quali il Poldi Pezzoli o l’Ambrosiana di Milano, tanto che le richieste sono giunte da ottantasei soggetti diversi.
La commissione chiamata a valutare le domande è formata da Silvia Foschi, responsabile dell’Ufficio Iniziative Culturali, Progetti Espositivi e Patrimonio Artistico di Intesa Sanpaolo, dallo storico dell’arte Carlo Bertelli e dal sottoscritto. Rimane del rammarico, comprensibilmente, per l’impossibilità di venire incontro a tutte le richieste, ma anche soddisfazione per il tanto che si riesce a fare perché questo progetto dal titolo di «Restituzioni» alla diciottesima edizione, è tanto più importante per la conservazione del patrimonio quanto più si riducono le altre risorse.

Una veduta dell'allestimento di «Restituzioni» alla Venaria Reale. Foto: © AMF
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