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Palazzo Ducale, Gandía

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Palazzo Ducale, Gandía

I luoghi segreti dei Borgia tra Xàtiva, Valencia e Gandia

Un itinerario di oltre settanta chilometri e dieci città nella Regione di Valencia ricostruisce storia, influenze, origini e parabola di una dinastia che segnò politica, arte e religione del mondo rinascimentale da Valencia a Roma

Jenny Dogliani

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Regione autonoma della Spagna affacciata sul Mediterraneo, la Regione di Valencia comprende 524 Km di coste e un verdeggiante entroterra, è popolata di spiagge, parchi, colline, paesaggi agricoli, storia e città d’arte. Estesa tra le province di Valencia, Alicante e Castellón, ha conosciuto nella sua storia millenaria diverse dominazioni e influenze culturali: dagli iberici e romani ai visigoti, arabi e aragonesi. Una fertile stratificazione che tra Quattro e Cinquecento ha reso Valencia uno dei centri più attivi della penisola iberica, animandola di commerci, arte e vita religiosa. Tra il XV e XVI secolo la Regione di Valencia fu una regione fiorente dove mercanti, artisti e ordini religiosi contribuirono a un intenso scambio culturale con l’Europa intera, creando l’humus che alimentò l’ascesa di una famiglia di Xàtiva, destinata a conquistare Roma: i Borgia.

Monastero La Valldigna

Tra le dinastie più celebri, potenti e controverse del Rinascimento, ha avuto tra i suoi discendenti due papi (Callisto III e Alessandro VI) e un santo (Francesco de Borgia). Sulle sue tracce Valencia Turisme ha creato un itinerario unico capace di restituirne il peso politico e culturale attraverso i luoghi che segnarono la loro ascesa. Intitolato «Territorio Borgia», parte della serie di Creaturisme, è un percorso immersivo ed esperienziale tra storia, architettura, arte, spiritualità, paesaggio e gastronomia, con specialità che vanno dalla cazuela de arroz al horno all’arnadí, all’almoixàvena, amate dai Borgia e ancora oggi tra le eccellenze tipiche del territorio. Il clima mite e i tanti eventi fanno di settembre e ottobre uno dei periodi migliori per muoversi tra le tante tappe dell’itinerario, che si estende su oltre settanta chilometri e dieci città, da Xàtiva, Valencia e Gandia, ad altri centri minori, ricostruendo la parabola della famiglia valenciana che tra Quattro e Cinquecento conquistò Roma e l’intero mondo di allora. Un’immersione nella memoria borgiana che da un lato restituisce la fisionomia del territorio tra Medioevo e Rinascimento e dall’altro offre un racconto universale tra religione, politica, arte e vita quotidiana.

Castello di Xativa

Monastero La Valldigna

A Xàtiva, capitale della comarca de La Costera, nacque nel 1431 Rodrigo Borgia, creato cardinale nel 1456 e successivamente vice cancelliere della Chiesa dallo zio Callisto III. Eletto papa Alessandro VI nel 1492, fu uno dei pontefici più discussi della storia, celebre per i fasti e dissolutezza del suo pontificato e per una gestione spregiudicata del potere, trasformò il papato in strumento di ascesa dinastica. La città conserva ancora oggi un itinerario fitto di testimonianze legate alla sua famiglia. Nel centro della città è visitabile la sua casa natale, con dipinti, stemmi, documenti e pannelli esplicativi che ne ricostruiscono l’ambiente originale quattrocentesco. Le chiese di Sant Francesc (in stile gotico-cistercense) e di Sant Pere (in stile gotico valenciano), entrambe costruite nel XIII secolo, subito dopo la conquista cristiana di Xàtiva da parte di Jaime I nel 1239, rimandano alla vita religiosa e comunitaria del tempo: è nella chiesa di Sant Pere, che nel 1431, si celebrò il battesimo del futuro papa Alessandro VI.
Il Real Monasterio de Santa Clara, fondato anch’esso nel XIII secolo, è insieme alle due chiese una delle presenze religiose più antiche e radicate della città. Nato come convento femminile delle clarisse poco dopo la conquista cristiana, fu sostenuto da famiglie nobili locali – tra cui i Borgia – che ne garantirono privilegi e committenze. L’edificio, rimaneggiato nei secoli, conserva tracce gotiche nell’impianto originario e aggiunte barocche dovute alle trasformazioni del XVII e XVIII secolo. All’interno si conservano opere d’arte sacra e arredi conventuali, testimonianza di una vita monastica femminile che ebbe un ruolo significativo nella formazione religiosa e sociale di Xàtiva.
Tra i simboli più riconoscibili della città c’è la Fuente de la Trinitat, la fontana più antica della Comunitat Valenciana. Costruita nel 1269 per volontà di Jaime I, poco dopo la conquista cristiana di Xàtiva, era al tempo stesso infrastruttura pubblica e segno di prestigio civico. La sua vasca poligonale in pietra, ornata da motivi gotici e stemmi, disponeva originariamente di dodici cannelle che garantivano l’approvvigionamento idrico, facendo della fontana un punto quotidiano di incontro.
La Casa Artigues, residenza settecentesca di una famiglia di farmacisti di Xàtiva, ospita invece sulla sua facciata uno dei manufatti più curiosi della città: un grande retablo ceramico rococò del XVIII secolo, composto da circa 288 azulejos. Commissionato per iniziativa popolare, raffigura quindici personaggi illustri, fra cui i due papi borgiani Callisto III e Alessandro VI, ritratti accanto alla Vergine della Seu e ad altre figure (non tutte identificate con certezza). Smontato nel 1936 e ricollocato dopo la Guerra civile spagnola, il retablo è stato restaurato nel 1986 ed è oggi uno dei simboli della memoria pubblica di Xàtiva.

 

Albaida, Palazzo de los Mila y Arago

Collegiata di Santa María, Gandía

La Colegiata Basílica di Santa María, nota come La Seu, è insieme al castello uno degli edifici più emblematici di Xàtiva. La sua costruzione iniziò nel 1596, sul sito di un’antica moschea, e si protrasse per oltre quattro secoli senza mai giungere a compimento, alimentando il detto popolare: «dura più dell’opera della Seu». L’impianto a croce latina evoca le grandi cattedrali gotiche, il campanile, alto circa 60 metri, risale al XIX secolo e termina in un tempietto dedicato alla Vergine della Seu, patrona cittadina. La porta principale, completata solo nel XX secolo, è decorata con statue in bronzo dei papi Callisto III e Alessandro VI. Al suo interno ospita il Museo Colegial, dove sono conserva importanti reperti legati ai Borgia: un calice d’oro donato da Callisto III, una custodia in argento del XV secolo creata con la prima argenteria arrivata dall’America e donata dallo stesso papa, retabli attribuiti a Jacomart, opere di orificeria liturgica, oltre al celebre retablo di Santa Ana commissionato da Callisto III, che segna la transizione dal gotico al Rinascimento. 
L’itinerario borgiano prosegue poi tra altri luoghi chiave di Xàtiva. Il Palau, costruito nel XV secolo come sede dell’arcidiacono della collegiata, conserva un’unica sala del XIV secolo, con archi perpièreni e una trifora restaurata agli inizi del nuovo millennio; sopra l’ingresso svettano gli stemmi di Callisto III e dei Borgia-Oms. Poco lontano, il Museo de Bellas Artes, ospitato nell’ex convento domenicano, raccoglie dipinti e documenti che raccontano la storia artistica e politica della città, spiccano i ritratti dei pontefici Borgia e il celebre ritratto rovesciato di Filippo V. Il Carrer Montcada, che conserva intatto il tracciato medievale, è infine una delle vie più importanti dell’antico centro, fiancheggiata da palazzi nobiliari rinascimentali e barocchi, mentre, il Castillo de Xàtiva – articolato tra il Castell Menor, con origini iberiche e romane, e il Castell Major, medievale – domina la città dall’alto del monte Vernissa. Prima baluardo sulla Via Augusta, ricco di torri, cisterne, prigioni ove fu recluso anche Diego de Borja (discendente di Alessandro VI), ospita spesso esposizioni sulla famiglia Borgia e nella sua architettura incarna i secoli di conflitti e controllo militare che hanno segnato la storia locale.

Cattedrale di Valencia

Monastero La Valldigna

L’itinerario borgiano prosegue a Valencia, dove Alfonso de Borgia, nato a Canals vicino a Xàtiva, divenne papa Callisto III nel 1456. Il suo pontificato, breve ma intenso (1456-1458), è ricordato soprattutto per la determinazione con cui cercò di organizzare una crociata contro l’Impero ottomano dopo la caduta di Costantinopoli e per la canonizzazione di san Vincenzo Ferrer, figura centrale della spiritualità valenciana. Con lui i Borgia entrarono ufficialmente nella storia della Chiesa universale, aprendo la strada all’ascesa del nipote Rodrigo, il futuro Alessandro VI. Il Palacio de los Borgia, noto anche come Palacio de Benicarló, si trova sulla Plaza de San Lorenzo nel centro storico di Valencia. Fu costruito nel XV secolo come residenza dei duchi di Gandia in stile gotico-valenciano e rinascimentale e oggi è la sede delle Corts Valencianes. L’edificio si distingue per la facciata dominata da una torre elegante, un tempo parte dell’affaccio principale, e per la conservazione di elementi originali come il portale con arco a tutto sesto e una loggia superiore caratterizzata da finestre con archi mistilinei, tipicamente rinascimentali. Nel corso dei secoli, il palazzo ha cambiato più volte funzioni e proprietà, passando da residenza ducale a sede di istituzioni, fino alla sua trasformazione definitiva in Parlamento regionale: i suoi interni conservano sale che combinano il gotico con il neoclassico e alcuni dettagli in stile modernista.
Poco distante si trova la Chiesa di San Nicolás de Bari e San Pedro Mártir, edificata nel XIII secolo e poi trasformata tra XVII e XVIII secolo con una fastosa decorazione barocca cui deve il soprannome di «Cappella Sistina valenciana». Le volte e le pareti sono ricoperte da oltre 2.000 metri quadri di affreschi di Dionís Vidal (su disegno di Antonio Palomino), che raccontano la vita dei due santi titolari. Qui è custodito il cáliz borgiano, calice liturgico legato alla devozione della famiglia e parte del patrimonio sacro della chiesa. La Cattedrale di Valencia è uno dei luoghi che meglio raccontano l’impronta dei Borgia nella capitale. Qui, nel 1472, l’allora cardinale Rodrigo Borgia chiamò dall’Italia il pittore reggiano Paolo da San Leocadio per decorare la volta del presbiterio. Il ciclo di dodici angeli musicanti, realizzato con stile prospettico e naturalistico, rappresenta il primo esempio compiuto di Rinascimento italiano nella penisola iberica. Coperti nel XVII secolo da una volta barocca, gli affreschi sono stati riportati alla luce solo negli anni Ottanta del Novecento e oggi si offrono come testimonianza tangibile del ruolo dei Borgia di mediatori tra la cultura artistica italiana e valenciana.

 

Palazzo Ducale, Gandía

Palazzo Ducale, Gandía

A Gandia il nome dei Borgia si lega a un palazzo che ancora oggi rappresenta uno dei vertici dell’architettura civile valenciana: il Palacio Ducal, dove visse San Francesco de Borgia e dove si conserva la sua maschera mortuaria. Costruito a partire dal XIV secolo, l’architettura mescola elementi gotici, rinascimentali e barocchi, con ambienti come il Salón de Coronas, il Salón de Águilas e la celebre Galería Dorada, decorata con stucchi e ori seicenteschi. Al centro si apre il Patio de Armas, fulcro delle attività di rappresentanza. Oggi il palazzo, perfettamente restaurato, è aperto al pubblico e si è trasformato in spazio culturale vivo, con visite guidate diurne e notturne, rassegne estive e appuntamenti enogastronomici che lo rendono un punto nevralgico del Territorio Borgia. Fino alla fine dell’estate continuano le visite notturne del martedì e del venerdì alle 20,30, riservate al Patio de Cañas e alla Chiesa del Sagrado Corazón, e le proiezioni di cinema d’autore del mercoledì alle 22,00 nel Patio de Armas
Il calendario autunnale culmina poi con due appuntamenti simbolici: il 4 ottobre 2025 alle 13,00 il palazzo ospita «Un Palau de Tapes», visita teatralizzata che si conclude con quattro tapas abbinate a vini e birre artigianali; il giorno successivo, 5 ottobre 2025, il Monastero di Sant Jeroni de Cotalba ad Alfauir sarà invece scenario di un recital lirico e di zarzuela organizzato dal Palau de les Arts di Valencia, a chiusura di una rassegna musicale estiva ospitata tra i suoi chiostri gotici.
Il Monastero di Sant Jeroni de Cotalba è un luogo emblematico del legame tra i Borgia e la cultura valenciana: ampliato grazie alla famiglia e frequentato da San Francesco e dalla moglie Leonor de Castro, custodisce il ricordo del poeta Ausiàs March, che qui si formò. Oggi è una delle architetture monastiche meglio conservate della regione, e la possibilità di abbinare i concerti a visite guidate o cene nel Patio de los Naranjos ne fa un’esperienza unica. 
Il percorso borgiano si estende anche altri centri della Comunitat Valenciana. A Canals, con la torre medievale segna il luogo di nascita di Alfonso de Borja, eletto papa con il nome di Callisto III nel 1456. A Simat de la Valldigna, con il maestoso Real Monasterio de Santa María dove Rodrigo Borgia fu abate prima della sua carriera romana. Tracce della famiglia si ritrovano anche ad Albaida, Castellnovo, Castelló de Rugat e Llombai, località dove i Borgia esercitarono giurisdizione feudale o lasciarono testimonianze architettoniche e artistiche. Ogni tappa dell’itinerario ricompone un frammento della parabola dei Borgia, mostrando le origini valenciane di un potere universale, maturato tra le luci e le ombre di un Rinascimento che da Roma giunse fino a queste terre e che da queste terre si proiettò su Roma, dove – come ricordava Orson Welles – «per trent’anni, sotto i Borgia ci furono guerre, terrore, omicidi e carneficine ma ne vennero fuori Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento…».

Cattedrale di Valencia

Chisa di San Nicolàs, Valencia

Jenny Dogliani, 12 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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