Maurita Cardone
Leggi i suoi articoliEra il 1987 quando ad Amburgo, in Germania, aprì le porte il primo luna park d’arte della storia. Oggi, il progetto, rimesso in piedi col supporto del rapper e produttore Drake, arriva a The Shed di New York.
La storia ha un che di fiabesco: ideato dall’artista austriaco André Heller, Luna Luna, questo il nome del parco, celebrava il lato più giocoso dell’arte contemporanea con visionarie e fantasiose giostre realizzate dagli artisti più in voga del momento. Si entrava attraverso un arco disegnato da Sonia Delaunay per poi avventurarsi tra decine di padiglioni e giostre. La casa degli specchi era firmata da Salvador Dalí, il labirinto era stato creato da Roy Lichtenstein, la ruota panoramica era adornata da disegni di Jean-Michel Basquiat e al posto dei cavallini c’erano i personaggi di Keith Haring. Molte attrazioni erano accompagnate da musica d’autore, dalla Blue Chip Orchestra a Philip Glass.
Le giostre erano vere, tutto era utilizzabile e nel parco si aggiravano personaggi in maschera e performer a creare un grande (e per una volta letterale) circo dell’arte. Si trattava di un luogo che, con approccio giocoso, voleva proporre un’idea dell’arte accessibile e democratica. Tra le attrazioni c’era anche una popolarissima cappella nuziale creata dallo stesso Heller, dove i visitatori potevano scambiarsi voti non ufficiali con chiunque o qualunque cosa: un concetto rivoluzionario in un’epoca in cui il matrimonio gay era ancora un’utopia.

L’altalena dipinta di Kenny Scharf ad Amburgo nel 1987. Foto © Sabina Sarnitz. Cortesia di Luna Luna, Llc
Noto per la sua poesia d’avanguardia e spettacolari performance accompagnate da musica sperimentale, Heller, ideatore di questo immaginifico universo, da tempo coltivava il sogno di un luna park artistico e riuscì a radunare uno straordinario gruppo di artisti tra cui anche David Hockney, Kenny Scharf, Arik Brauer e Monika Gilsing. Al tempo, oltre 300mila persone assistettero a questo straordinario spettacolo e l’idea degli organizzatori era di portare l’installazione in giro per il mondo. Tuttavia, dopo appena tre mesi di attività, il parco fu chiuso. Le ragioni della scomparsa di Luna Luna sono avvolte nel mistero, quel che è noto è che ci furono difficoltà di finanziamento e controversie legali. Dopo un fallito tentativo di portare il parco a San Diego, le giostre, le opere d’arte e il merchandising vennero imballati in 44 container e spediti in un ranch nel deserto del Texas dove restarono, dimenticati, per 36 anni.
Fino al 2020, quando Michael Goldberg, direttore creativo di New York, s’imbatté nella leggenda di Luna Luna. Con la benedizione di Heller e un ingente e rischioso investimento a scatola chiusa da parte della società di intrattenimento di Drake, DreamCrew, e Live Nation, Goldberg si mise all’opera per resuscitare questo sogno finito nel cassetto. Non senza difficoltà: al team di lavoro ci sono voluti due anni per restaurare le attrazioni, riparare i danni del tempo e cercare di capire come rimontarle. Nel dicembre 2023 Luna Luna è rinato in un magazzino di 5.500 metri quadrati nell’Arts District di Los Angeles, dov’è stato visitato da oltre 150mila persone. Ora la magia di Luna Luna è destinata a incantare il pubblico di New York dove aprirà allo Shed il 20 novembre per restarvi fino a gennaio. Purtroppo le attuali norme di sicurezza non consentono l’utilizzo delle giostre, ma la magia del parco resta intatta. Oltre alle opere storiche, The Shed ospita nuove commissioni e un programma di performance ed eventi. A completare questo tuffo in un sogno del passato, materiali d’archivio che approfondiscono la storia e il significato di Luna Luna, raccontando anche il minuzioso processo di restauro. Ci sarà anche (e questa, sì, utilizzabile) la cappella nuziale di Heller. «Potete essere ossessionati dall’arte o non aver mai sentito parlare di Basquiat, ma Luna Luna vi strapperà un sorriso. È uno di quei rari progetti che ha il potere di unire tutti i ceti sociali: il formato è nostalgico, ma realizzato in un modo totalmente nuovo», ha commentato Michael Goldberg.

Il «Luna Luna Pavilion» (1987) di Roy Lichtenstein. © Estate of Roy Lichtenstein, 1987, all rights reserved. Foto © Sabina Sarnitz. Courtesy Luna Luna, Llc

L’arco d’ingresso al parco Luna Luna ad Amburgo con l’insegna «Luna Luna» di Sonia Delaunay.

Due performer davanti a un murale di Haring al parco Luna Luna di Amburgo

David Hockney al lavoro sul modello dell’Albero incantato a Los Angeles nel 1986

La ruota panoramica di Jean-Michel Basquiat (a sinistra si intravede l’Albero incantato, la giostra di David Hockney) nella prima edizione di Luna Luna ad Amburgo nel 1987
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