Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Frida Kahlo, «El sueño (La cama)», 1940

Courtesy of Sotheby’s

Image

Frida Kahlo, «El sueño (La cama)», 1940

Courtesy of Sotheby’s

Gli appuntamenti in asta da non perdere a novembre

Redattori, corrispondenti, collaboratori e lettori di «Il Giornale dell’Arte» sono i nostri esploratori, gli investigatori di occasioni, eccezioni e stranezze che ogni mese il mercato internazionale dell’arte continua a offrirci

Il senso di Signac per luce e colore

È quello su cui Frida Kahlo si ritrae in «El sueño (La cama)» del 1940, dipinto che fa convivere vita, morte e rinascita, secondo il vocabolario visivo empatico e naïf dell’artista messicana. «Non ho mai dipinto sogni. Ho dipinto la mia realtà», disse Kahlo rivelando un Surrealismo nutrito non da un’evasione onirica, bensì da una vita travagliata quanto appassionata. Il letto si fa per Frida luogo d’intimità dal potere simbolico, mentre la morte, mai censurata, aleggia rappresentata dallo scheletro con dinamite sopra di lei. Il giaciglio fluttua nel cielo, il riposo è sereno: la voglia di vivere supera i dolori e, nell’anno segnato dalla morte del primo marito e allietato dalle seconde nozze con Diego Rivera, si apre alla speranza. L’opera va in asta da Sotheby’s il 20 novembre a New York, nell’ambito della vendita della collezione privata Exquisite Corpus. La stima, pari a 40-60 milioni di dollari, se confermata segnerebbe il record per Kahlo, finora detenuto da «Diego y yo», del 1949, venduta da Sotheby’s nel 2021 per 34,9 milioni. 
[Elena Correggia]

Michael Sweerts, un’opera della stagione romana dell’artista olandese, risalente alla metà del XVII secolo. Courtesy of Sotheby’s

Michael Sweerts vola sempre più in alto

Un’opera di Michael Sweerts va all’asta il 5 novembre, incluso nella dispersione della collezione di Manny Davidson organizzata a Parigi da Sotheby’s. Il dipinto era venuto alla luce una trentina di anni fa e da allora era scomparso dai radar. Si tratta di un’opera della stagione romana dell’artista olandese, risalente alla metà del XVII secolo. Considerato il gesto del ragazzo con turbante, si tratta di un’allegoria dei cinque sensi, l’unica sopravvissuta di una serie dispersa. Negli ultimi anni le opere di Sweerts sono volate sempre più in alto, fino a raggiungere quote mai raggiunte prima. Perciò la stima di 500-700mila euro sembra destinata a essere infranta.
[Simone Facchinetti]

Laurent de La Hyre, «Le Banquet des Lapithes», 1624-28. Courtesy of Hôtel des Ventes Orléans Madeleine

Dal castello abbandonato all’asta

Il 15 novembre, da Hôtel des Ventes Orléans Madeleine viene messo all’incanto un dipinto giovanile di Laurent de La Hyre (1606-56): «Le Banquet des Lapithes» (1624-1628), olio su tela, 204x270 cm, stimato 500-800mila euro. La scena è lo sfortunato banchetto per le nozze di Piritoo, re dei Lapiti e Ippodamia, dove i Centauri ubriachi violarono le sacre leggi della «xenia» aggredendo la sposa e le donne dei Lapiti: ne nacque la celebre Centauromachia narrata da Omero e Ovidio. L’impetuosa tela giovanile dà nuova luce agli esordi dell’artista, periodo poco noto ma di crescente interesse data la sua difformità dalla successiva produzione di Laurent, eponimo del misurato Atticismo parigino di edulcorata eleganza. La tela, non firmata, pendeva dal 1850 nella tromba delle scale dello Château de Villebourgeon in Sologne, disabitato da vent’anni, e Jean-Pierre Cuzin (già curatore dei Dipinti Antichi del Louvre, oggi consulente dell’Hôtel des Ventes Orléans Madeleine), vi ha intuito un Laurent de La Hyre partendo dalla coincidenza fra le figure di un guerriero lapita e di un soldato dietro san Paolo nella grande pala con la «Conversione di san Paolo» (1637) a Notre-Dame de Paris, ritrovando poi la tela per soggetto e dimensioni nell’inventario steso alla scomparsa del pittore nel 1656. 
[Giovanni Pellinghelli del Monticello]

David Hockney, «Christopher Isherwood e Don Bachardy», 1998. Courtesy of Christie’s

L’intimità non mente

1998, California. In un salotto di Santa Monica le persiane semiaperte illuminano due uomini. Sono «Christopher Isherwood e Don Bachardy», il noto romanziere inglese con il suo compagno artista. I corpi sono vicini, le pose misurate, i volti intensi. Tutto parla di un’intimità profonda, non ostentata ma nemmeno nascosta. Un sentimento sottile che David Hockney capta abilmente in quello che è uno dei suoi primi ritratti doppi, e ad oggi l’ultimo (della serie di sette opere) ancora in mani private. Lo sa bene Christie’s e lo sanno bene i suoi collezionisti, pronti a darsi appuntamento alla 20th Century Evening Sale del 17 novembre, a New York, quando il quadro viene messo in vendita. La stima non è stata diffusa, ma opere analoghe sono volate tra i 50 e i 90 milioni di dollari.
[Davide Landoni]

Fernand Léger, «Composition», 1913-14. Courtesy of Christie’s

Léger in cerca di un nuovo record

Christie’s tenta il colpo grosso con «Composition» di Fernand Léger. È parte della collezione di Arnold e Joan Saltzman e proviene dalla serie-capolavoro «Contraste de formes», che l’artista realizzò tra il 1913 e il 1914, quando mise a punto la sua personale interpretazione del Cubismo. «La composizione ha la precedenza su tutto, disse durante una conferenza all’Académie Vassilieff. Per ottenere la massima espressività, linee, forme e colori devono essere impiegati con logica, e questo è lo spirito che otterrà il risultato migliore». Nel 2017, da Christie’s, un esemplare appartenuto a Daniel-Henri Kahnweiler fissava a 70 milioni di dollari il record per la serie. Il 17 novembre, un nuovo verdetto a New York.
[Erica Roccella]

Autori vari, 03 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Redattori, corrispondenti, collaboratori e lettori di «Il Giornale dell’Arte» sono i nostri esploratori, gli investigatori di occasioni, eccezioni e stranezze che ogni mese il mercato internazionale dell’arte continua a offrirci

Redattori, corrispondenti, collaboratori e lettori di «Il Giornale dell’Arte» sono i nostri esploratori, gli investigatori di occasioni, eccezioni e stranezze che ogni mese il mercato internazionale dell’arte continua a offrirci

Redattori, corrispondenti, collaboratori e lettori di «Il Giornale dell’Arte» sono i nostri esploratori, gli investigatori di occasioni, eccezioni e stranezze che ogni mese il mercato internazionale dell’arte continua a offrirci

Redattori, corrispondenti, collaboratori e lettori di «Il Giornale dell’Arte» sono i nostri esploratori, gli investigatori di occasioni, eccezioni e stranezze che ogni mese il mercato internazionale dell’arte continua a offrirci

Gli appuntamenti in asta da non perdere a novembre | Autori vari

Gli appuntamenti in asta da non perdere a novembre | Autori vari