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Silvia Conta
Leggi i suoi articoli- Bergamo, GAMeC: «Maurizio Cattelan. Seasons» (dal 7 giugno al 26 ottobre)
La mostra si sviluppa come un percorso visivo nella città di Bergamo che stimola una riflessione profonda sulla ciclicità della vita e della storia, sulle generazioni, sull’ascesa e sulla caduta dei valori e sulle trasformazioni dell’individuo e della società. Il titolo della mostra è un chiaro riferimento alle stagioni, simboli universali di passaggio e rinnovamento. Quattro le sculture presentate, in un percorso che si snoda in altrettante sedi: un’opera di recente produzione nella Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione – dal 2018 sede estiva del museo nel cuore di Bergamo Alta –; due nuovi lavori nella sede storica della GAMeC, in via San Tomaso, e nel vicino Ex Oratorio di San Lupo; e un’installazione site-specific per lo spazio pubblico, realizzata grazie alla collaborazione con il Comune di Bergamo. A completare l’esposizione sarà una campagna di comunicazione che, insieme a una serie di affissioni stradali, coinvolgerà anche il Kilometro Rosso di Bergamo, per il quale l’artista ha immaginato una declinazione site-specific dell’identità visiva del progetto, appositamente pensata per i portali del celebre muro rosso progettato da Jean Nouvel.
- Bergamo, GAMeC: «Cecilia Bengolea, Julius von Bismarck e Francesco Pedrini. Pensare come una montagna» (dal 7 giugno al 14 settembre)
Il quarto ciclo de Il Biennale delle Orobie – Pensare come una montagna, il programma della GAMeC che coinvolge le comunità del territorio grazie alla partecipazione di artiste e artisti internazionali. La sede del Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d’Almè ospiterà la performance Spin and Break Free di Cecilia Bengolea, mentre nei comuni di Dossena e Roncobello saranno presentati i lavori di Julius von Bismarck e Francesco Pedrini.
- Bergamo, GAMeC: «Ex. - Mountain Forgets You. verso n nuovo Bivacco Frattini» (dal 7 giugno al 14 settembre)
Un progetto speciale frutto della collaborazione con la sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano: EX., laboratorio di progettazione nato dal lavoro di Andrea Cassi e Michele Versaci, per la ricostruzione dello storico Bivacco Aldo Frattini a Valbondione, situato a circa 2.300 metri lungo l'Alta Via delle Orobie Bergamasche in Valle Seriana. La struttura è stata immaginato come una “sede” della GAMeC in alta quota, non accoglierà mostre o eventi, ma il nuovo bivacco Aldo Frattini, è concepito per un impatto ambientale minimo. La nuova struttura continuerà a essere un rifugio per escursionisti e alpinisti e può fungere da base per attività di monitoraggio ambientale e ricerca scientifica, contribuendo alla conoscenza e alla protezione degli ecosistemi montani. Grazie all’utilizzo di nuove tecnologie, la GAMeC sarà il punto in cui confluiranno costantemente i dati raccolti.
- Roma, Galleria Borghese: «Wangechi Mutu. Poemi della terra nera» (dal 10 giugno al 14 settembre 2025)
La Galleria Borghese ospita, per la prima volta nella residenza del Cardinal Scipione, una mostra personale dell'artista keniota e americana Wangechi Mutu. L'intervento site-specific, che muove dall’interesse del museo nei confronti della poesia, si sviluppa nelle sale interne del museo, sulla facciata e nei Giardini Segreti, sfida la tradizione classica, attraversando la scultura, l'installazione e l'immagine in movimento e crea un dialogo multistrato tra il linguaggio contemporaneo dell'artista e l’autorità antica. Il titolo evoca il profondo significato della pratica duplice di Mutu, intrecciata tra poesia e mitologie, ma profondamente ancorata ai contesti sociali e materiali contemporanei.
- Torino, CAMERA: Alfred Eisenstaedt (dal 13 giugno al 21 settembre)
Autore della famosa immagine V-J Day in Times Square, Eisenstaedt è stato uno dei principali fotografi della rivista “Life”, per la quale ha raccontato il mondo e la sua contemporaneità attraverso uno sguardo divertito e indagatore. A trent’anni dalla sua morte e a ottanta dalla realizzazione del celebre scatto, l’esposizione presenta una selezione di 170 immagini, molte delle quali mai esposte, a partire dai primi scatti nella Germania degli anni Trenta, dove realizzò le inquietanti fotografie ai gerarchi nazisti, tra cui quella celeberrima a Joseph Goebbels. La mostra – la prima in Italia dal 1984 – ripercorre tutto l’arco della sua carriera, passando dalla vita vertiginosa degli Stati Uniti del boom economico, al Giappone post-nucleare, fino alle ultime opere realizzate negli anni Ottanta.
- Firenze, Museo Novecento: «Haley Mellin. Siamo Natura» (dal 24 giugno al 29 ottobre)
È la prima mostra personale in un'istituzione italiana dell'artista e ambientalista americana Haley Mellin, fondatrice dell’iniziativa no-profit Art into Acres, che ha mobilitato artisti a sostegno della protezione di oltre 30 milioni di ettari di foreste primarie, grazie alla collaborazione con comunità indigene e locali e a raccolte fondi guidate dal mondo dell’arte. Per la prima volta, il lavoro dell'artista con Art into Acres viene presentato al pubblico come una forma di attivismo artistico, inseparabile dalla sua pratica pittorica e grafica. Parallelamente al suo impegno nella conservazione del territorio, infatti, realizza opere dei paesaggi stessi che contribuisce a proteggere. La mostra riunisce le sue opere e i suoi progetti ambientali, offrendo una riflessione sulla loro interconnessione. In parallelo alla mostra, Haley Mellin ha avviato una collaborazione con il Museo Novecento per la nascita del Giardino delle Leopoldine, un progetto di rigenerazione naturale che previsto la messa a dimora nel chiostro storico del museo di circa 300 piante autoctone o legate al paesaggio toscano, frutto di una ricerca sull’assetto originario e gli usi del giardino, luogo di contemplazione e dialogo, di silenzio e profumi. Il Giardino delle Leopoldine inaugurerà il 24 giugno
- Città del Vaticano, Concliazione 5: «Adrian Paci. No Man is an Island» (dall'11 giugno al 21 settembre)
Con "No Man is an Island", mostra personale di Adrian Paci, inaugura il secondo appuntamento di Conciliazione 5, a pochi passi dalla Basilica di San Pietro, il progetto di arte contemporanea promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione del Vaticano, ideato in occasione del Giubileo 2025, e affidato alla curatela di Cristiana Perrella per il primo anno di attività. Il progetto di Adrian Paci è dedicato al tema della migrazione, del viaggio e dell’accoglienza e vede l'installazione dell'opera Home to Go in dialogo con un altro intervento dell’artista, The bell tolls upon the waves, esposto per la prima volta in Italia, nelle Corsie Sistine del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia - ASL Roma 1. Nello spazio Conciliazione 5 – sempre visibile lungo via della Conciliazione– Adrian Paci presenta la scultura Home to Go (2001): una figura maschile, calco del corpo dell’artista, sorregge sulle spalle un tetto capovolto, che nella forma ricorda un paio di ali, evocando l’idea di un’umanità sospesa tra precarietà e trascendenza e ponendo al centro l’immagine dell’essere umano come viandante e l’idea del viaggio obbligato e drammatico di chi è costretto ad andare via dalla propria terra.
- Torino, Fondazione Merz: Elena Bellantoni, Mohamed Bourouissa, Anna Franceschini, Voluspa Jarpa e Agnes Questionmark. Mostra collettiva dei finalisti della quinta edizione del Mario Merz Prize, settore arte (dall'11 giugno al 21 settembre )
La mostra si sviluppa in un percorso che spazia tra i differenti lavori presentati dai cinque finalisti - Elena Bellantoni (Roma, Italia, 1975), Mohamed Bourouissa (Blida Algeria, 1978), Anna Franceschini (Pavia, Italia, 1979), Voluspa Jarpa(Rancagua, Cile, 1971) e Agnes Questionmark (Roma, Italia, 1995) -, che si distinguono nella ricerca artistica e nella scelta dei materiali, condividendo tuttavia alcuni temi, come l’attenzione al corpo e a importanti questioni sociali attuali. I lavori presentati offrono un’immersione totalizzante da parte del visitatore, il quale viene invitato a mettersi in gioco alla ricerca di una propria interpretazione della società contemporanea, che per ogni artista si concentra su uno specifico aspetto e sfumatura diversa.
- Torino, Fondazione Merz: «Francesca Cornacchini, Domenico Antonio Mancini, Mosa One, Gabriella Siciliano, Davide Sgambaro. Mio caro padrone domani ti sparo» (dall'11 giugno all'11 luglio)
Mio caro padrone domani ti sparo è il titolo con cui il cantautore Paolo Pietrangeli fece uscire il suo primo album nel 1970. In quegli anni, il “padrone” veniva evocato con il crescere degli episodi di conflittualità sociale, attraverso le canzoni si iniziava a raccontare la realtà delle rivendicazioni operaie e, allo stesso tempo, queste facevano da sfondo sonoro durante i momenti di lotta. La varietà di temi sociali rinnovano la propria persistenza all’interno del quartiere San Paolo e quindi nella storia sia del parcheggio che della Fondazione Merz stessa. Questi, infatti, sono luoghi che nel loro essere stati fabbriche e spazi industriali, hanno accolto e riconosciuto un’identità operaia e sociale. La mostra diventa così anche un’occasione per ragionare intorno a temi che riguardano il quartiere, il significato di cosa significhi vivere al di fuori del centro città, in comunione con differenti culture e storie. La mostra si inserisce all’interno del progetto TUTTOLIBERO, nato per gli spazi del parcheggio Lancia-Chiribiri, con l’obiettivo di diffondere l’arte anche in quei luoghi che non nascono come dei contenitori per accoglierla.
- Thiene (Vicenza): Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo per l’arte contemporanea: «Giorgio Andreotta Calò, Giulia Cenci, June Crespo, Jesse Darling, Bronwyn Katz, Sandra Mujinga, Isabel Nuno de Buen e Luca Trevisani. Materia Vibrante | Vibrant Matter» (dal 7 giugno al 7 novembre)
È la quarta esposizione dedicata alla Collezione Sandra e Giancarlo Bonollo e riunisce le opere di otto artiste e artisti italiani e internazionali che esplorano la materia scultorea come strumento critico e vitale. La mostra si configura come una riflessione corale sull’interconnessione tra arte, natura ed ecologia, interrogando il ruolo della scultura in un tempo segnato da una crisi climatica senza precedenti. Contrapponendosi all’idea tradizionale della materia come sostanza passiva e inerte, le opere in mostra la restituiscono come elemento attivo, capace di generare senso, immaginari e possibilità. "Materia Vibrante" diventa un territorio speculativo in cui l’arte apre prospettive inedite per affrontare le urgenze del presente e costruire visioni di transizione.
- Thiene (Vicenza) - Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo per l’arte contemporanea: «Paloma Proudfoot. Tessitrici del Verbo» (dal 7 giugno al 30 agosto)
È la prima mostra personale in Italia dell’artista britannica Paloma Proudfoot e presenta un progetto site-specific dell’artista. Al centro dell’esposizione, la grande opera Speech Weavers, grande opera di ceramica installata come una pala d’altare, trasforma l’atto dell’ascolto in immagine scultorea, rivelando la forza trasformativa del suono come gesto attivo di interconnessione. Le ceramiche di Proudfoot esplorano il corpo come entità fluida e frammentata, permeabile al tempo, all’ambiente e alle emozioni. In un dialogo tra pensiero femminista, psicoanalisi e simbologie medievali, la mostra mette in scena la vulnerabilità e la potenza dell’esistenza corporea, ridefinendo il corpo come luogo di metamorfosi continua e come tramite sensibile tra individuo e mondo.
- Torino, GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea: “Materiale_Immateriale. Archivio, suono, immagine per tre mostre a Torino (1962-1977)” (dal 5 all'8 giugno)
In occasione di Archivissima 2025 – Dalla parte del futuro, l’Associazione Amici della Biblioteca d’Arte dei Musei Civici di Torino con l’Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei presentano “Materiale_Immateriale. Archivio, suono, immagine per tre mostre a Torino (1962-1977)”, un’esposizione documentaria che riporta alla luce materiali legati a tre significative mostre torinesi ospitate dalla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino tra il 1962 e il 1977. Cuore del progetto è una selezione di conferenze di studio registrate su bobina e conservate presso la Biblioteca d’Arte della Fondazione Torino Musei: 62 nastri incisi, riscoperti attraverso un importante lavoro di studio e ricerca da parte dell’Associazione degli Amici della Biblioteca e sostenuto dalla Fondazione Torino Musei. Nello specifico, Materiale_Immateriale si concentra su tre bobine, corrispondenti alle conferenze legate a tre mostre realizzate alla GAM tra l’inizio degli anni ’60 e la fine dei ’70 del secolo scorso: Aspetti del secondo futurismo torinese. Cinque pittori e uno scultore (Torino, GAM, 27 marzo – 30 aprile 1962); Museo Sperimentale d’arte contemporanea(Torino, GAM, aprile – settembre 1967) e Valle di Susa. Arte e Storia dal XI al XVIII secolo (Torino, GAM, 12 marzo – 8 maggio 1977).
- Possagno (Treviso), Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno: «Carlo Scarpa e le arti alla Biennale. Opere e vetri dalla Collezione Gemin» (dal 22 giugno 2025 all’11 gennaio 2026)
Viene presentata per la prima volta una parte significativa della collezione dell’architetto Luciano Gemin, amico di lunga data e collaboratore di Carlo Scarpa per oltre un decennio. Questo legame così importante si trova riflesso nelle scelte di Gemin collezionista, che ha raccolto, negli anni, dei pezzi fondamentali anche per raccontare la propria esperienza accanto al “professore”. Tra i molti capitoli di questa eccezionale storia, i curatori hanno scelto di ricostruire quello che più di ogni altro segna l’opera di Scarpa: il suo rapporto con le arti, maturato in seno alla Biennale di Venezia, con la quale collabora come allestitore e architetto per quasi quarant’anni, dal 1934 al 1972. La mostra è articolata in tre sezioni. La prima, intitolata Gli artisti, ha come focus un gruppo di opere realizzate da pittori e scultori di grande notorietà – tra i quali Paul Klee, Gustav Klimt, Alberto Giacometti, Giorgio Morandi, Mario Deluigi, Alberto Viani e altri – che hanno avuto, grazie alla mediazione della Biennale, un ruolo di primo piano nella ricerca progettuale di Scarpa. Nella seconda sezione, dal titolo I vetri, sono esposti una ventina di pregevoli esemplari di vasi e coppe per ripercorrere il suo lavoro come “consulente artistico” per le ditte vetrarie muranesi Cappellin e Venini, quest’ultima presente ai Giardini fin dal 1934 con gli allestimenti realizzati proprio dall’architetto ai suoi esordi. Infine, la terza sezione, intitolata Biennale 1968, esplora l’esperienza di Scarpa sia come progettista capace di rimodellare spazi e volumi del Padiglione Italia, testimoniata da una serie di disegni autografi inediti, sia come artista, attraverso le iconiche opere di scultura – Crescita, Senza titolo (detta “Diedro” o “Contafili”) e Senza titolo (gruppo di tre sculture a elle dette “Erme”) – ideate per il suo “Ambiente” alla XXXIV Biennale del 1968.
- Milano, Gallerie d'Italia: «Tutti pazzi per i Beatles. Il concerto del 1965 a Milano nelle fotografie di Publifoto» (dal 24 giugno al 7 settembre)
Con una selezione di fotografie a cura dell'Archivio Storico Intesa Sanpaolo, il percorso espositivo celebra la prima e unica tournée italiana dei Beatles tenutasi fra il 24 e il 28 giugno 1965. I Fab Four furono a Milano il 24 giugno, dove tennero due storici concerti al Vigorelli, poi a Genova e infine a Roma. All’interno dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo sono presenti oltre 500 fotografie dell’evento che riprendono, oltre ai due concerti, l’arrivo del gruppo alla Stazione Centrale e la conferenza stampa. Molte fotografie ritraggono i fans, cogliendo l’essenza della “beatlemania” arrivata anche in Italia, seppure in modo più tiepido rispetto ad altri paesi. In occasione del 60° anniversario di quegli avvenimenti, al Chiostro Ottagono delle Gallerie d’Italia di Milano saranno esposti 62 ingrandimenti di negativi e tutte le oltre 500 fotografie relative all’evento saranno restaurate, digitalizzate, catalogate e aperte online alla pubblica fruizione a cura dell’Archivio Storico Intesa Sanpaolo.
- Napoli, Gallerie d'Italia: «Daniele Ratti. Due cuori e una capanna» (dal 12 giugno al 14 settembre)
Nel progetto fotografico Due cuori e una capanna (di cui vengono esposti 42 scatti) Daniele Ratti esplora il legame tra le grandi storie d'amore e l'architettura che le ha ospitate. La riflessione dell'autore muove dalla storia dell'architettura, dove la capanna è simbolo dell'abitazione primitiva, rifugio primordiale per difendersi dalle avversità della natura e modello che gli architetti moderni hanno tenuto a mente come archetipo della prima casa. Le due matrici costituite dall'intimità familiare e dal disegno architettonico, rappresentano il punto di partenza per un viaggio, iniziato nel 2020 e conclusosi nel 2024, tra abitazioni straordinarie per le loro caratteristiche progettuali e per le coppie che le hanno elette a propria dimora.
- Nuoro, MAN: «Isole e Idoli» (dal 27 giugno al 16 novembre)
Il progetto espositivo è stato realizzato grazie alla partecipazione di Fundació Pilar i Joan Miró - Maiorca, Musée du Louvre e Fondation Giacometti - Parigi e nasce per rispondere a domande come "Quale legame profondo unisce un’isola ai suoi simulacri? E come hanno assorbito e interpretato tale legame i maestri del Novecento in viaggio fra Mediterraneo e Mari del Sud?". Il percorso espositivo cerca di comprendere come il potere simbolico e mitico delle figure arcaiche, custodite entro i confini dell’insularità, si sia rigenerato, a distanza di secoli, nelle forme del moderno. Ponendosi criticamente come una riflessione sui concetti odierni di alterità, primitivismo e sulle loro ricadute nel cuore del dibattito postcoloniale – esteso ben oltre la storia dell’arte – la mostra affonda dentro ragioni antropologiche connaturate alla presenza di figure totemiche nei circoscritti perimetri di un’isola e spiega quanto maestri del calibro di Gauguin, Pechstein, Miró, Arp o Matisse, nel corso dei loro viaggi, abbiano rielaborato tale convivenza, proiettando le loro stesse icone statuarie nella dimensione assoluta del sacro.
- Nuoro, MAN: «Isole minori» (dal 27 giugno al 16 novembre)
È una grande mostra fotografica che riunisce sedici progetti di autori e autrici internazionali sul tema della rappresentazione dell’isola dall’inizio del nuovo secolo ad oggi. Il progetto espositivo orienta la sua riflessione non solo alla dimensione geografica, ma anche alla dimensione culturale e sociale dell’idea di isolanità, attraverso opere fotografiche di Jacopo Benassi, Paola De Pietri, Charles Freger, Ralph Gibson, Mimmo Jodice, Salvatore Ligios, Bernard Plossu, Marinella Senatore, Giovanna Silva, Massimo Vitali, Lorenzo Vitturi, Vanessa Winship e George Georgeou (a Nuoro); Arianna Arcara, Francois Xavier Gbré, Luca Spano, Karla Hiraldo Voleau (a Cagliari).
- Venezia, Ca' Pesaro: «Antonello Viola.L'oro della laguna» (dal 20 giugno al 28 settembre 2025)
Il progetto, pensato appositamente per le sale al secondo piano del museo, vede allestita una speciale selezione di dipinti ad olio su vetro e su carta giapponese realizzati da Antonello Viola negli ultimi quattro anni, molti dei quali esposti al pubblico per la prima volta. Nell’universo pittorico di Antonello Viola il colore è materia e energia, che vibra in un altro spazio-tempo, invitando al silenzio e alla contemplazione. Le sue opere posseggono il dono dell’iridescenza, mutano costantemente in base alla luce e risuonano con la memoria.
- Bologna, Palazzo Bentivoglio: «Giorgio Andreotta Calò. ΊΚΑΡΟΣ (Icarus)» (dall'11 al 21 giugno)
Anche quest’anno, Palazzo Bentivoglio ospita nel suo giardino un artista contemporaneo e invita il pubblico al calare del sole per scoprirne un angolo inedito. Dopo un progetto su John Giorno e Ugo Rondinone nel 2023 e la performance robotica di Riccardo Benassi ULTRAMORE l'estate scorsa, quest'anno l’appuntamento è per otto serate di proiezione di ΊΚΑΡΟΣ (Icarus) (2020-21, 30’23”) di Giorgio Andreotta Calò. Girato nel dicembre 2020 dentro un padiglione delle farfalle dismesso da tempo, all'interno del complesso zoologico di Emmen (Paesi Bassi) che sarebbe stato demolito di lì a poco, il film procede tra realtà e finzione. A Palazzo Bentivoglio, in una piccola porzione di giardino acquisita di recente e non ancora restaurata, ΊΚΑΡΟΣ (Icarus) sarà proiettato all'interno di una struttura in disuso e destinata allo smantellamento, facendo eco al luogo della sua genesi. Per l’occasione infatti questo spazio è stato trasformato in una grande voliera, dove Andreotta Calò ha installato decine di bozzoli di falene che completeranno la loro metamorfosi nei giorni della proiezione. I visitatori potranno anche vedere l’opera di Ericailcane di cui da tempo i passanti scorgono una parte spuntare oltre il muro di recinzione. Si tratta de Il coniglio di via del borgo, lavoro che dopo un lungo dialogo con Palazzo Bentivoglio, l’artista ha realizzato per il giardino, applicata a parete su cinque pannelli, alta circa 8 metri.
- Milano, Palazzo Reale: «Sempre, ovunque. 211 anni di storia dei Carabinieri tra arte, cinema e società» (dal 5 al 26 giugno)
In occasione del 211° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri Palazzo Reale apre al pubblico un progetto espositivo (con una parte a Palazzo Cattaneo, in via della Moscova, dedicata al legame tra i Carabinieri e Milano, fin dal loro primo arrivo in città, nel 1859) che racconta come questa istituzione sia presente nella storia delle arti del nostro paese, dalla pittura, al cinema, alla letteratura. In otto sezioni tematiche e attraverso un'ampia selezione di materiali d'archivio, audiovisivi e opere d'arte, testimonia le diverse modalità di rappresentazione dei Carabinieri in pittura, scultura e cinema, con opere, tra gli altri, di Ottone Rosai, Pietro Annigoni, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Francesco Clemente e Michelangelo Pistoletto.
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