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Giovane, italiano, cosmopolita e soprattutto fundraiser

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Laura Lombardi

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Arturo Galansino, dalla Royal Academy, subentra a James Bradburne alla guida della Fondazione Palazzo Strozzi. Missione: cercare soldi

Il mancato rinnovo di James Bradburne alla direzione di Palazzo Strozzi era nell’aria. La scelta di cambiare figura non sarebbe stata, però, legata a un disconoscimento delle sue capacità (poiché innegabile è la trasformazione dell’immagine di Palazzo Strozzi e il valore di mostre svoltesi sotto la sua direzione), quanto a un desiderio di alternanza dopo otto anni di mandato.

Il nuovo direttore, che si insedierà a marzo, lasciando Londra, è Arturo Galansino. Giovane (38 anni), brillante e molto affabile, con la serietà dello studioso coniugata a una spigliata verve cosmopolita, Galansino si è laureato a Milano con Giovanni Agosti e dottorato a Torino con Gianni Romano e una tesi su Giovanni Previtali; è stato poi ricercatore dal 2006 al 2007 all’Inha (Institut National d’Histoire de l’Art) di Parigi; ha collaborato, dal 2008 al 2010, alla curatela di mostre al Louvre, come «Mantegna» e «Tiziano, Tintoretto, Veronese»; si è poi trasferito a Londra, dove è stato prima curatorial assistant, dal 2010 al 2012, alla National Gallery per «Tiziano’s First Masterpiece. The flight into Egypt», «Jan de Beer», «Leonardo da Vinci. Painter at court of Milan»; poi, dal 2013, curator of exhibitions alla Royal Academy of Arts, curando mostre quali «Renaissance Impressions. Chiaroscuro wood from Albertina and Georg Baselitz collection» e «Giovan Battista Moroni», entrambi del 2014, e «Rubens and his Legacy» e «Waterloo. The Spectacle of the war», che apriranno nel 2015.  Date le difficoltà che la Fondazione Palazzo Strozzi ha incontrato negli ultimi tempi, dopo il mancato rinnovo dei finanziamenti da parte della Provincia e della Camera di Commercio, il compito del nuovo direttore sarà certo impegnativo e comporterà anche una vivace attività di fundraising (ricordiamo che i proventi della Fondazione sono divisi equamente tra pubblico, privato e reddito proprio, ovvero introito delle mostre e altre attività). La direzione della Strozzina potrebbe rimanere sua, e non delegata ad altro direttore come fece Bradburne, date le competenze di Galansino anche in ambito contemporaneo (fin dai tempi della collaborazione alla curatela e all’archivio della collezione De Domizio Durini, ma anche in seguito, lavorando alla Royal Academy).

Chiediamo al Presidente della Fondazione Palazzo Strozzi Lorenzo Bini Smaghi quale sia la motivazione della scelta di Galansino. «Abbiamo scelto una figura di curatore giovane, italiano, ma formatosi all’estero, e con interessi rivolti anche al contemporaneo: un modo per riportare un cervello in Italia, ma anche per assicurare a Palazzo Strozzi quella continuità con l’operato di Bradburne che noi cerchiamo. Abbiamo ricevuto varie candidature anche molto prestigiose ma una figura più affermata e più matura avrebbe rischiato di imporre un cambiamento che non riteniamo necessario. Galansino entrerà ufficialmente in carica come direttore il giorno dopo l’inaugurazione della mostra “Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico” (dal 14 marzo al 21 giugno 2015) ma per tutto il 2015 seguirà il calendario di esposizioni già previsto dalla direzione Bradburne».

La Fondazione Palazzo Strozzi ha avuto problemi di budget dopo l’abbandono della Provincia, sebbene sia subentrata la Regione con un contributo di 800mila euro. La scelta di un direttore più giovane, potrebbe esser legata anche alla possibilità di ridurre un po’ i costi? «Di questo elemento non abbiamo tenuto conto nella scelta, ci ha dichiarato Bini Smaghi. Tuttavia, certamente, in regime di spending review, lo stipendio sarà proporzionato alla sua esperienza». E, a proposito della Strozzina e dell’annunciata ripresa in primavera della sua attività espositiva, ci ha detto: «Abbiamo in programma per marzo una mostra sulla scultura che dovrebbe aprire in concomitanza con quella dei bronzi ellenistici. Il progetto è già pronto, dobbiamo solo completarlo».

Laura Lombardi, 07 gennaio 2015 | © Riproduzione riservata

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