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Luisa Laureati

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Luisa Laureati

Addio a Luisa Laureati

Direttrice per circa quarant’anni della Galleria dell’Oca a Roma, fu una figura carismatica della vita culturale della Capitale

Laura Lombardi

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Si è spenta all’età di 86 anni, nella sua casa romana al Ghetto, Luisa Laureati, collezionista, esperta d’arte, saggista e direttrice per circa quarant’anni della Galleria dell’Oca a Roma (1965-2008), figura carismatica della vita culturale della Capitale. Nata nel 1939 a Dire Daua, in Etiopia, Luisa, una volta rientrata in Italia, inizia molto presto a frequentare gli studi degli artisti, con il padre, Lando Laureati, commissario di polizia, legato a figure quali Renato Guttuso, Alberto Burri e Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Sebastian Matta. Luisa comincia a lavorare all’ottava edizione della Quadriennale di Roma a Palazzo delle Esposizioni (1959 al 1960), dove conosce Maria Laura Drudi Gambillo che la presenta a Bruno Sargentini della galleria L’Attico; qui intesse legami di amicizia con alcuni artisti, tra cui in particolare Victor Brauner e Leoncillo. In quegli anni incontra Franco Angeli, con il quale vive fino al 1963 a Passeggiata di Ripetta, nei tempi in cui a pochi numeri di distanza abitavano Mario Schifano, Ileana e Michael Sonnabend. Dopo L’Attico, lavora alla Knoll International, per poi decidere di aprire un suo spazio con Lilia Meluzzi Leoni in via dell’Oca n.41, che diventerà la Libreria dell’Oca.

Sono anni di incontri importanti, tra cui quello con Rosellina Archinto con cui organizza numerose presentazioni di libri; l’Oca diviene presto un luogo imprescindibile, frequentato da scrittori e registi come Ennio FlaianoFortebraccio (Mario Melloni), Elsa Morante e Alberto Moravia (che abitavano di fronte alla libreria), Goffredo Parise, Pier Paolo Pasolini, Elio Petri, Giuseppe Ungaretti e Valerio Zurlini. La prima mostra alla libreria risale al 1967 ed è una esposizione di fumetti di Gastone Novelli, cui seguirà, nel 1968, poi la mostra di trentadue lavori su carta (attaccati al muro con le puntine da disegno) del giovane Giulio Paolini. Luisa pensa poi di chiedere agli artisti suoi amici di realizzare delle tirature di litografie da proporre in libreria,  iniziando con l’artista Ettore Colla. Si rivolge poi a Sebastian Matta, il quale le propone di provare a vendere delle tele. Ed è così che l’Oca si trasforma in una vera e propria galleria d’arte. Risale al 1970 l’incontro con lo storico dell’arte Giuliano Briganti, col quale Luisa si sposerà il 4 marzo 1974: grazie all’intreccio tra le loro rispettive attività, studio e divulgazione, mostre e pubblicazioni, Luisa e Giuliano contribuiscono a costruire un ponte tra le avanguardie internazionali e l'identità profonda della tradizione italiana.

La galleria d’arte continua il suo cammino e Luisa Laureati, fino a quel momento affiancata da socie, ne diviene (e rimarrà) l’unica direttrice, presentando con continuità mostre rilevanti, corredate da cataloghi innovativi in termini di curatela. Tra le mostre, «Itinerario mitologico», nel 1974, una collettiva che con opere di Böcklin, De Chirico, Savinio e Vacchi, oppure nel 1975, la mostra dedicata a Man Ray (con lavori datati dal 1912 al 1974). Luisa Laureati instaura un rapporto con il mercante greco Alexander Jolas, con quale condividerà alcune passioni, tra cui quella per il lavoro di Eliseo Mattiacci. Dal 1977 inizia a lavorare con la collaborazione di Luciano Pistoi. Punto nevralgico dell’arte a Roma, la sua galleria accoglie mostre di ambiti eterogenei, di Angeli, Festa, Fioroni, Jodice, Paolini, Merz per la sua generazione, o Matta, Burri, Guttuso della generazione precedente, ma anche di artisti più giovani quali Nunzio, Dessì e Tirelli.

Dal 1989 al 1991, Luisa Laureati tiene una rubrica fissa su «Mercurio», supplemento de «La Repubblica», nella quale scrive di avvenimenti speciali legati specificatamente all’arte o al mercato. Nel 1994, poco dopo la morte di Giuliano Briganti, nel 1992, Luisa si impegna nella realizzazione di un progetto nello spazio pubblico: la mostra «Affinità. Cinque artisti a San Gimignano», in cui Fabro, Mattiacci, Nunzio, Paolini e Kounellis individuano cinque diversi punti dove far dialogare il Medioevo con la contemporaneità, realizzandovi specifiche installazioni. E, sostenuta da Paola Barocchi, organizza conferenze con quei cinque artisti alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Negli anni successivi si impegna con grande cura e amore a riunire in un sito tutti gli scritti di e su Giuliano Briganti, insieme a fotografie e ricordi di vario genere.

Nel 1997 la galleria dell’Oca chiude i battenti per riaprire, dopo quasi sei anni, nel 2003 ma con due nuove sedi in contemporanea, la prima a Palazzo Bernini in via della Mercede 12/a e la seconda in un piccolo spazio in via Margutta 54. La sede di via della Mercede, residenza di Luisa Laureati, ha alcune stanze adibite a sale espositive, accessibili prevalentemente su invito o su richiesta (tra cui quelle dedicate a Eliseo Mattiacci e Giulio Paolini) e conferenze, su argomenti di storia dell’arte, con Fabrizio D’Amico, o di analisi del mondo delle aste dell’arte contemporanea raccontato dall’allora managing director di Sotheby’s, Filippo Lotti. Nel 2006 la Galleria apre una nuova unica sede in via del Vantaggio 44-45-46, con una mostra dedicata a Jannis Kounellis, ma chiude poi definitivamente nel 2008 con un’ultima mostra dal titolo «Roma 1960-65. Amici di strada», con opere di Franco Angeli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Gastone Novelli, Mario Schifano e Giulio Turcato. Non ha mai smesso però di frequentare gli artisti, suoi amici di sempre, che continua a ricevere a casa, luogo in cui ha ricreato, sino all’ultimo, l’atmosfera colta e vitalissima che aveva contraddistinto la sua galleria.

Laura Lombardi, 05 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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