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Andy Warhol, Mao, 1972

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Andy Warhol, Mao, 1972

Fausto Bertinotti vende la sua collezione: Warhol, Dorazio e Maselli all’asta da Finarte

 Il prossimo 2 luglio, a Milano, un pezzo di storia politica e culturale italiana arriva all’incanto. In catalogo anche il primo dipinto di Burri

Riccardo Deni

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La collezione di Fausto Bertinotti, ex politico e sindacalista italiano, si appresta ad essere venduta da Finarte. Un nucleo di opere che fa da copertina all'asta di arte moderna e contemporanea, dove spicca appunto la raccolta di che Bertinotti ha assemblato insieme alla moglie Lella. Selezione dove è impossibile non provare a intessere un rapporto tra la sfera di significati simbolici delle opere e le idee dell'ex segretario del Partito della Rifondazione Comunista (1994-2006). 

Difatti si tratta di due serigrafie di Mao Tse Tung firmate Andy Warhol, risalenti al 1972, anno in cui Warhol decide di trasformare la propaganda cinese in immagine popolare globale. La scelta dei Bertinotti di accogliere queste opere nella loro collezione non può che rimandare, con tutte le contraddizioni del caso, al loro sguardo sulla politica e sui simboli del Novecento. Giunte in eredità dal banchiere Mario D’Urso - amico di molti potenti del secolo scorso, da Kissinger ad Agnelli, deceduto dieci anni fa - le due serigrafie sono stimate tra i 20 e i 30mila euro ciascuna.

Una stima per Bertinotti utile a togliersi qualche sassolino dalla scarpa, come dichiarato a La Repubblica. «Nel passato si è sempre favoleggiato» sostiene il collezionista riferendosi a vecchie, ma sempre attuali, polemiche riguardo ai politici comunisti che si sono in qualche misura arricchiti. «Sostenevano che valessero milioni e milioni di euro. Cifre spropositate», puntualizza. «Mi prendo così una piccola vendetta sui pettegoli e gli invidiosi che ci hanno ricamato sopra. Dovrebbero scusarsi per tutte le cattiverie che sono state dette».

Ma oltre a Mao c’è di più. Piero Dorazio, uno dei grandi dell’astrattismo italiano, è presente in asta con una opere serie di opere che il pittore donò personalmente alla coppia. Si tratta di due «Composizione», una del 1994 (stima 3-4mila euro) e una del 2003 (stima 1-1,5mila euro). Segue una grande scultura in ceramica policroma di Giosetta Fioroni, figura centrale della Scuola di Piazza del Popolo - «La gabbia d'oro», del 1998/'99, valutata 3-4mila euro; e infine un olio su tela del 1976 di Titina Maselli, «Camion», che introduce nella selezione un tocco di vita urbana, sempre accesa e in movimento.

Se la sezione dedicata ai Bertinotti è uno dei momenti più significativi dell'evento, sono nel complesso circa 150 i lotti che Finarte propone in vendita. Tra i lotti più altisonanti c'è sicuramente «Texas» (1945), il primo dipinto realizzato da Alberto Burri, creato durante l’internamento in un campo di prigionia americano. La stima, da gigante, è di 600-800mila euro. Da segnalare infine anche le tre opere provenienti dalla collezione di Monica Vitti: due de Chirico e una rara «Compenetrazione iridescente» di Giacomo Balla del 1912 (stima 65-80mila euro).

Piero Dorazio, Composizione, 1994

Alberto Burri, Texas, 1945

Riccardo Deni, 27 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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