Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Dopo il restauro l’opera è stata presentata nel Museo di Santa Giulia

Crediti Fondazione Brescia Musei

Image

Dopo il restauro l’opera è stata presentata nel Museo di Santa Giulia

Crediti Fondazione Brescia Musei

È in Santa Giulia ora la «Madonna del latte»

Affrescata su un altarino esterno della chiesa bresciana dei Santi Ippolito e Cassiano, era stata salvata con un distacco a massello

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

La «Madonna in trono che allatta il Bambino, incoronata da quattro angeli» (1525 ca) di Andrea da Manerbio (per i fedeli «La Madonna del Latte»), si trovava un tempo in un altarino esterno della chiesa bresciana dei Santi Ippolito e Cassiano, demolito nel 1904. Oggetto com’era di «gran divotione» (lo testimoniava nell’ultimo ’600 il pittore e scrittore locale Francesco Paglia), per salvaguardarla, nel 1878 il Comune ne commissionò il distacco al restauratore Giuliano Volpi, che operò con grande precauzione, optando per il costoso (e raro) distacco a massello, con cui si conserva la porzione di muro retrostante.

Al momento del recente restauro, promosso da Fondazione Brescia Musei (presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov) e reso possibile dalla società Ingegneri Progettisti e Affini tramite Art Bonus, il dipinto ha perciò presentato un’ulteriore sfida in aggiunta ai danni causati dai sali che avevano provocato un’ampia perdita di materia, allo strato grigio opaco di particolato atmosferico e nerofumo che ne offuscava la superficie e ai danni causati da colle animali e adesivi vari applicati durante i precedenti restauri. Senza contare che le preziose finiture pittoriche a secco apposte sull’affresco dall’autore, come segnala il restauratore Massimiliano Lombardi, erano andate quasi completamente perdute «per il complesso vissuto, le operazioni di stacco e i successivi interventi».

Dopo la pulitura si è perciò proceduto al consolidamento, per ridare coesione al colore, alla stuccatura delle lacune e a un minuzioso ritocco ad acquerello, che ha restituito all’opera la leggibilità, pur senza cancellare i segni della sua storia.

Quanto agli aspetti stilistici, come evidenzia Nicola Turati, è stato notato (Fiorella Frisoni, 2018) che il suo autore, solo di recente identificato in Andrea da Manerbio, membro di una famiglia d’artisti dell’area del Sebino molto attivo in Brescia, si sottrasse alla lezione dei tre grandi bresciani Moretto, Romanino e Savoldo (loro, protagonisti dal 18 ottobre prossimo dell’attesa mostra in Santa Giulia «Il Rinascimento a Brescia»), per guardare piuttosto ai cremonesi Boccaccio Boccaccino e Galeazzo Campi e al Bernardino Luini di San Maurizio al Monastero Maggiore di Milano.

La «Madonna del Latte» è ora andata ad arricchire il percorso espositivo del Museo di Santa Giulia, in dialogo con gli altri dipinti murali che Andrea da Manerbio realizzò nella magnifica chiesa di San Salvatore (parte del complesso di Santa Giulia): la «Crocefissione» nella Cappella della Madonna e la «Morte di sant’Obizio» nell’omonima cappella.

«Madonna in trono che allatta il Bambino, incoronata da quattro angeli» (1525 ca) di Andrea da Manerbio. Crediti Fondazione Brescia Musei

Ada Masoero, 21 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Al Teatro Parenti di Milano, l'11 e 12 settembre, la prima di una pièce che con vena ironica e divertita racconta la storia della casa di moda parigina, artefice di squisiti oggetti del desiderio. Come la mitica «Birkin», da ieri la borsa più costosa di sempre: 10,1 milioni di dollari all'asta di «Fashion Icons» tenuta da Sotheby’s a Parigi

Presentate al Museo del Novecento di Milano, ora tre loro opere «virtuali» possono essere acquistate online e scaricate su app. Da settembre, esperienza immersiva nei rispettivi archivi

È stata inaugurata il 3 aprile scorso, a Milano, la sede centrale di BFF Banking Group: un edificio interamente vetrato, il cui piano terreno e seminterrato sono adibiti a museo di arte italiana del secondo ’900. Ce lo racconta l’amministratore delegato

Da oggi fino al 30 luglio, e poi dal primo settembre, il monumento non sarà accessibile per consentire le indagini nel settore orientale e permettere il restauro delle strutture. Non mancheranno momenti di condivisione del lavoro con aperture straordinarie da dopo l’estate fino a marzo 2026

È in Santa Giulia ora la «Madonna del latte» | Ada Masoero

È in Santa Giulia ora la «Madonna del latte» | Ada Masoero