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Redazione
Leggi i suoi articoliMentre la terza edizione si avvicina alla conclusione, la Biennale di Helsinki si prepara già all’appuntamento dell’estate 2027. A fine agosto sono state annunciate le curatrici della quarta Biennale: la giapponese Mami Kataoka, attuale direttrice del Mori Art Museum di Tokyo, e Arja Miller (Helsinki, 1967), direttrice dell’Ham Museum di Helsinki nonché della stessa Biennale della capitale finlandese.
In precedenza Kataoka (1965) ha ricoperto il ruolo di curatrice capo della Tokyo Opera City Art Gallery (1997-2002), è stata curatrice internazionale alla Hayward Gallery di Londra (2007-09), condirettrice artistica della 9a Biennale di Gwangju (2012), direttrice artistica della 21a Biennale di Sydney (2018) e direttrice artistica della Triennale di Aichi 2022. Ha fatto parte del Cda del Cimam dal 2014 al 2022, presiedendo l’organizzazione dal 2020 al 2022. Nel 2024 ha fatto parte del comitato di selezione per Documenta 16 e selezionerà il vincitore dell’Ars Fennica Art Prize 2025.
Miller è stata responsabile delle mostre e curatrice capo presso l'Emma Espoo Museum of Modern Art (2017-23), curatrice capo presso il Museum of Contemporary Art Kiasma (2008-17) e responsabile del coinvolgimento del pubblico presso l’Helsinki City Art Museum (2002-08). Ha curato numerose mostre internazionali, tra cui «In Search of the Present», all’Emma, dedicata alla tecnologia e all’Intelligenza Artificiale.
Nella loro prima dichiarazione dopo la nomina, Kataoka e Milleri hanno annunciato che il loro approccio curatoriale congiunto «si baserà sull'idea di un'arte che connette e ispira un vasto pubblico, incoraggia il dialogo transculturale e nuove prospettive e condivide visioni universali sull'ambiente e la cosmologia. Il nostro obiettivo è quello di creare una biennale polifonica e stimolante, che risuoni sia a livello locale che internazionale». E, aggiungono gli organizzatori, «basata sul legame unico tra arte, natura e città marittima».
In attesa di conoscere i nomi degli invitati nel 2027, fino al 25 settembre è ancora possibile esplorare le opere dei 37 artisti e collettivi presenti nell’edizione attuale, tra cui Ernesto Neto, Ólafur Elíasson e Otobong Nkanga, che con le curatrici Blanca de la Torre e Kati Kivinen hanno sviluppato il tema del rifugio in «Shelter: Below and beyond, becoming and belonging».
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