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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliPer i suoi 200 anni la National Gallery - dopo l'«Udienza» di Sir Lawrence Alma-Tadema, «L'Eucaristia» di Poussin e «Lo specchio a figura intera» di Eva Gonzalès - si è fatta un altro regalo, questa volta davvero insolito. Non tanto per l'oggetto quadro, ovviamente in linea con la natura dell'instituto, quanto per il suo soggetto piuttosto particolare. Si tratta di una curiosa pala d'altare del primo Rinascimento nordico, risalente al XVI secolo e mai esposta dopo il 1960. Con la Vergine e il Bambino al centro, il dipinto raffigura anche due santi, due angeli giocosi e soprattutto uno stranissimo drago ai piedi delle figure, con le fauci aperte e colanti di bava. Al fascino dell'opera, intitolata «The Virgin and Child with Saints Louis and Margaret», concorre poi la paternità sconosciuta, incerta anche quando si tratta di capire se il suo autore fosse francese o fiammingo.
Quel che è certo è che il quadro è stato acquistato per ben 16,4 milioni di sterline in una vendita privata che il museo londinese ha portato avanti con Sotheby's. Centrale il supporto dell'American Friends of the National Gallery, gruppo di appassionati e filantropi che aiuta l'istituzione nelle sue attività. I visitatori lo potranno ammirare tra pochissimi giorni, dal 10 maggio, nell'ambito di «C C Land: The Wonder of Art», la più grande e ambiziosa riorganizzazione della collezione della Galleria e l'inaugurazione della nuova Sainsbury Wing.
Documentato per la prima volta nel 1602, il lavoro faceva probabilmente parte di un retablo, commissionato forse dal priorato urbano di Drongen (Tronchiennes) a Gand, nell'odierno Belgio. L'esame del pannello tramite dendrocronologia (la stessa che valuta l'età degli alberi), indica che il dipinto è stato realizzato dopo il 1483. Un dettaglio come la catena dell'Ordine di San Michele indossata da San Luigi - qui con i suoi doppi nodi o “aiguillettes”, poi modificati da Francesco I nel 1516 - suggerisce invece una datazione anteriore a quell'anno. Per ragioni stilistiche, una data plausibile è il 1510.
L'ottimo stato di conservazione evidenzia ancora tutte le particolarità del dipinto, ricco di dettagli e di stranezze che lo rendono piuttosto interessante. Partiamo proprio dalla Vergine con il Bambino, che siede su un trono posto al centro di una cappella al'aperto. Nei due angeli al loro fianco si riconoscono il il santo re di Francia Luigi e Santa Margherita. Dei due angeli, uno suona l'arpa a bocca mentre l'altro tiene in mano un libro di canti, con inciso un inno mariano identificabile: «Ave Regina Caelorum, Mater regis angelorum» (Salve, Regina del Cielo, Salve, Signora degli Angeli). La notazione musicale, invece, è frutto di fantasia.
Altrettanto creative altre trovate che si possono rintracciare nella composizione. Dai gradini di legno grezzo alle teste dei chiodi che preannunciano il sacrificio di Cristo sulla croce, così come il cardellino che Gesù stringe tra le mani, simbolo della Passione. Insolita anche l'armonica a bocca suonata dall'angelo a sinistra, un suono difficilmente associabile all'armonia celeste. Nel capitello a destra, un putto indisciplinato mostra le natiche all'osservatore. Elementi che, insieme alla qualità tecnica dell'opera, ne certificano la singolarità ma anche la coerenza con altre opere conservate dalla National Gallery.
L'eccentricità del pannello e i volti drammatici dei santi e degli angeli ricordano le prime opere di Jan Gossaert (attivo nel 1508; morto nel 1532), la cui Adorazione dei Magi fa parte della collezione del Museo, oltre a riecheggiare la tradizione fiamminga di Jan van Eyck (attivo nel 1422; morto nel 1441) e Hugo van der Goes (attivo nel 1467; morto nel 1482). Il senso generale di plasticità, monumentalità e le ombre marcate richiamano invece l'opera di pittori francesi come Jean Hey (Maestro di Moulins) (attivo nel 1482; morto dopo il 1504). Eppure anziché la quercia locale utilizzata dai pittore d'oltralpe, in questo caso la quercia è di origine baltico. Un indizio che conduce verso la pista olandese? Un mistero che forse, nei prossimi mesi, grazie ai nuovi studi in programma, verrà finalmente svelato.

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