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La facciata esterna del Museo Archeologico Nazionale di Calabria

Foto tratta da Wikipedia. Foto: Sailko | CC BY 3.0

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La facciata esterna del Museo Archeologico Nazionale di Calabria

Foto tratta da Wikipedia. Foto: Sailko | CC BY 3.0

Digitalizzati oltre 12mila reperti del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

Provengono per la maggior parte dal santuario dell’antica Rhegion. Il progetto è stato realizzato grazie al Pnrr

Gaspare Melchiorri

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A Reggio Calabria il Museo Archeologico Nazionale ha realizzato la digitalizzazione di oltre 12mila beni museali perlopiù relativi al santuario dell’antica Rhegion, l’area sacra cosiddetta «Griso-Laboccetta». Questo cantiere ha il museo reggino capofila di un più ampio progetto che coinvolge altri musei archeologici calabresi; è stato realizzato grazie al Pnrr ed è stato coordinato dall’Istituto Centrale per la Digitalizzazione del Patrimonio Culturale-Digital Library del Ministero della Cultura.

«Un lavoro che per noi è motivo di grande conoscenza e di tutela, ma anche di nuova fruizione e nuove proposte per valorizzare i nostri reperti, ha dichiarato il direttore del MArRC Fabrizio Sudano. Il cantiere sta adesso proseguendo con la digitalizzazione di tutte le risorse che avevamo nel nostro archivio fotografico, immagini eccezionali che risalgono agli scavi di fine Ottocento realizzati da Paolo Orsi».

Le operazioni di digitalizzazione, affidate al Consorzio Maggioli, sono state realizzate da Sinapsys (società del Gruppo Maggioli) e da Maggioli Cultura e Turismo. I finanziamenti provengono dal sub-investimento M1C3 1.1.5 - «Digitalizzazione del patrimonio culturale» e rientrano tra le azioni strategiche delineate nel Piano nazionale di digitalizzazione (Pnd) del patrimonio culturale, che costituisce la visione strategica con la quale il Ministero intende promuovere e organizzare il processo di trasformazione digitale nel quinquennio 2022-26, rivolgendosi in prima istanza ai musei, agli archivi, alle biblioteche, agli istituti centrali e ai luoghi della cultura statali che possiedono, tutelano, gestiscono e valorizzano beni culturali.

«Dopo Reggio Calabria e Lamezia Terme, che abbiamo già completato, proseguiremo con il Museo Nazionale di Vibo Lamezia e Gioia Tauro, e questo ci inorgoglisce, ha aggiunto Sudano, per il primato acquisito rispetto ad altre Regioni italiane che sono ancora un po’ indietro».

Le migliaia di reperti catalogate e digitalizzate saranno oggetto di studio. «È un momento di grande conoscenza, ha proseguito, di materiale che era nei depositi e di cui non avevamo piena contezza. Successivamente si potrà pensare a pubblicazioni a stampa e a progetti di valorizzazione».

«Un processo che coinvolge anche altri istituti della Direzione regionale Musei il cui obiettivo sarà quello di acquisire oltre 28mila oggetti digitali, ha spiegato Daniela Costanzo, funzionaria del MarRC. I materiali digitalizzati provengono dal santuario “Griso-Laboccetta”, che è un santuario importantissimo dell’antica Reghion, scoperto alla fine dell’Ottocento, ma mal conosciuto. Questa diventa quindi un’occasione per conoscere e avviare dei nuovi progetti di ricerca».

«Siamo riusciti, in questo cantiere, che è parte di altri 127 cantieri nazionali, ha detto Cinzia Gallo, business manager e referente per la Digital Library del ministero della Cultura, a portare avanti le persone. La sfida ambiziosa era produrre dei numeri alti, 12mila risorse digitali in poco tempo. Quindi mantenendo i tempi dettati dal Pnrr e mantenendo i criteri di qualità stabiliti dai capitolati, che non potevano essere disattesi. Ci siamo riusciti per la sinergia che si è creata tra l’istituto, gli appaltatori e il Ministero». Parla di questo argomento un articolo pubblicato sul sito dell’Agenzia Ansa.
   

Gaspare Melchiorri, 27 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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