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Nel maggio 2013, con la mostra «Arte italiana ’60-‘90» s’inaugurava a LuganoCortesi Gallery, frutto della passione collezionistica di Stefano Cortesi, sino ad allora attivo nel mondo della finanza, e del suo desiderio «di creare un luogo d’incontro per appassionati che desiderino confrontarsi sulle tematiche dell’arte, studiare e analizzare i lavori esposti o semplicemente conversare sfogliando libri e cataloghi degli artisti preferiti, nella riservatezza e nell’atmosfera dello spazio galleria».
Non un «mercante d’arte», quindi, voleva essere Stefano Cortesi, ma un «gallerista», nell’accezione storica della parola, animato com’era dal desiderio di condividere una fruizione «lenta» dell’arte, che scaturisse dalla consapevolezza e dalla riflessione, e non da un’intenzione d’«investimento».
Il progetto, sorretto dall’attenzione costante alla qualità delle opere proposte, dalla collaborazione con studiosi e con gli Archivi degli artisti trattati, oltre che dalla fedeltà all’area collezionistica prediletta (quella dell’arte, italiana e internazionale, tra gli anni ‘50 e gli ‘80, con incursioni nel contemporaneo), ha dato i suoi frutti perché dopo Lugano, sempre affiancato dai figli Andrea e Lorenzo, nel 2015 Stefano Cortesi ha aperto una galleria a Londra (chiusa, come molte altre, nel 2021 causa Brexit) e nel 2017 ha inaugurato la sua prima sede milanese.
Quest’ultima allora era in un grande spazio post-industriale in corso di Porta Nuova, mentre oggi si trova nella corte del palazzo di via Morigi 8, nel quartiere più antico di Milano: quel distretto delle Cinque Vie diventato un polo della creatività, tra design, arte e moda.
A dieci anni da allora, «i Cortesi» ripercorrono ora con legittima soddisfazione la loro avventura: lo fanno in questo maggio, a partire da lunedì 15, ma lo faranno soprattutto a settembre, con due mostre («veri percorsi della memoria», commentano) che, a Lugano e a Milano, rileggeranno la strada sin qui compiuta, riunendo le opere più importanti dei movimenti ZERO e Nuove Tendenze, dell’arte astratta, informale e concettuale (sempre con una speciale attenzione alla scultura), che sono passate dalle loro gallerie: molte, confluite nel frattempo in collezioni private e pubbliche di grande caratura.
Un catalogo inoltre testimonierà le tappe più significative di questi primi dieci anni di Cortesi Gallery.

Una veduta della mostra «Checkmate: Games of International Art from the Sixties to Now» (2016). Cortesia di Cortesy Gallery Londra

Una veduta della prima mostra di Cortesi Gallery a Lugano «Arte italiana 60-90» (2013)
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