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Tra gli stand di Miart 2024, Gilda Lavia

Nicola Gnesi Studio

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Tra gli stand di Miart 2024, Gilda Lavia

Nicola Gnesi Studio

Diario da Miart 2024

Reportage in aggiornamento dagli stand milanesi di Allianz MiCo

Michela Moro

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Giorno 4 | di Michela Moro

Si conclude stasera Miart, che idealmente consegna il testimone milanese al Salone del Mobile, in una domenica di osmosi tra arte e design. Ancora affollati i corridoi della fiera, mentre la città si apre già a mille eventi dedicati al design. Oltre ai collezionisti, la fiera ha accolto quest’anno, forse più del solito, visitatori che senza acquistare l’hanno fruita come una mostra d’arte, per aggiornarsi o per curiosità, soprattutto durante il weekend, mentre negli stand si continua a lavorare sulla chiusura delle vendite e sull’interesse manifestato dai collezionisti nei giorni precedenti. Soddisfatto il direttore Nicola Ricciardi: «Il mercato è in un momento difficile, la barca ha retto bene navigando tra belle onde. Da quando sono direttore siamo passati da quattro a undici premi, che hanno premiato le scelte curatoriali delle gallerie, e che sono importanti per aumentare la sensibilizzazione verso la manifestazione tra i vari giurati internazionali, direttori e curatori di musei che si parlano tra loro. Inoltre, abbiamo lavorato con i direttori di collezioni internazionali importanti, un nome per tutti quello di Tom Eccles, direttore esecutivo del Center for Curatorial Studies, Bard College, e direttore dell’Hessel Museum of Art dove supervisiona la Collezione Marieluise Hessel, qui per la prima volta. Poi tra gli ospiti Maja Hoffmann con Simon Castets, direttore delle iniziative strategiche di Luma Foundation, ma anche Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter. Qualche muso lungo è sempre messo in conto, ma mi pare che per le gallerie sia stata una buona edizione, ieri vedevo in giro galleristi brasiliani e panamensi, non certo una presenza regolare per noi. Sono state premiate le gallerie con un’offerta differenziata, le opere importanti accanto a offerte più abbordabili. Lelong aveva il paravento di Hockney venduto a 580mila euro, ma anche delle stupende foto di Robert Rauschenberg degli anni’50 edite da Sonnabend, vendute tutte a meno di 5mila euro. Sicuramente c’è da migliorare, ad esempio scaglionare le ondate delle persone, cosa non facile. In alcuni momenti il troppo affollamento impediva ai galleristi di dedicarsi a tutti con la stessa attenzione». Di certo sono soddisfatti da Cortesi Gallery, Lugano e Milano, con le vendite di un Pomodoro da 250mila euro, un Bonalumi da 100mila e una trattativa in corso per un Fontana verde della serie dei tagli, da 850mila. Repetto Gallery, Lugano, ha venduto sia la «Ruota» di Bruno Munari che un cratere di Fontana, entrambe le opere, come si dice adesso, sono nella regione dei 100mila euro. Bottegantica per 300mila ha venduto un Balla quadrato e diverse opere sono in partenza per collezioni internazionali. Da LiaRumma è stata acquistata una foto storica di Vanessa Beecroft per 50mila euro circa, si sprecano i commenti su Neu Galerie, Berlino, con lo stand monografico di disegni su carta di Luis Fratino, 8-10mila euro, tutto venduto. ML Fine Arts, Matteo Lampertico, dall’offerta che includeva tra gli altri Giacomo Balla, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Carla Accardi, Afro e Tancredi, manifesta la vendita della scultura di Ettore Colla nella regione di 150-200mila euro. Sicuramente la vicinanza con la Biennale di Venezia è stato un assist per la fiera, ma se l’atmosfera è stata più energetica della passata edizione lo si deve anche alle serate che rendono le fiere appealing, specie per gli ospiti stranieri: le cene delle gallerie, spesso in nuovi ristoranti cittadini, gli incontri e la città in gran spolvero. Mentre si trattano le ultime vendite trapela la soddisfazione dei premiati. ChertLüdde, Berlino, presente da varie edizioni, ha ricevuto il premio per la presentazione migliore, e sta lavorando benissimo con il riscoperto Franco Mazzucchelli, così come la Galleria Franco Noero, Torino, pluripremiata, che ha goduto anche della presenza in fiera dell’artista Anna Boghiguian, riverita dama dell’arte insieme a Grazia Varisco, che ha attentamente visitato la fiera giovedì. Da Galerie Buchholz, Colonia, Berlino e New York, stand di grande qualità, la Fiera ha acquisito «Jodie in my kitchen» (2023) di Wolfgang Tillmans. APalazzo Gallery, Brescia, con un’offerta tra 8 e 30mila euro, tra Nathalie du Pasquier, Ann Iren Buan e Giorgio Ciam commenta: «stiamo concludendo bene», al pari di NComtemporary, opere tra 2.500 e 20mila euro, e Gilda Lavia, con uno stand giocato in bianco e nero tra Petra Feriancová, Marc Bauer e Leonardo Petrucci, opere tra 6.500 e 20mila euro. Per il contemporaneo sono andati bene i lavori di taglio piccolo. Da ArtNoble, colorate sculture di Luca Staccioli vendute tra 3.800 e 18mila euro, osservano che il livello è stato di alta qualità e il pubblico più attento e numeroso, ma «più abbottonato» rispetto al passato per quanto riguarda le giovani gallerie. Nonostante ciò, hanno venduto Federico Vavassori, e Motta, entrambi milanesi, e anche la losangelina Bel Ami, che apprezza Milano e Miart, una buona fiera per chi è dall’altra parte del mondo. «La nostra scelta che include Vittorio Brodmann, Walter Pfeiffer, Lucy Stein e Raphaela Vogel in un range tra 7 e 20mila euro, dice Anna Polesello direttrice di Galerie Gregor Staiger, Zurigo e Milano, è stata premiata con l’acquisizione di FieraMilano, siamo molto contenti». «La Biennale è stata un grande volano per noi, conclude il direttore Ricciardi, quello che mi fa piacere è che siamo stati in grado di creare le condizioni per un mood positivo, e tutti, inclusi i giornalisti stranieri, hanno visto quanta energia c’è e hanno deciso di tornare l’anno prossimo, anche senza Biennale. Una bella sfida, che accogliamo volentieri». Prossima tappa per collezionisti e addetti ai lavori da martedì la Biennale di Venezia, per Miart appuntamento per la ventinovesima edizione dal 4 al 6 aprile 2025.

La Sezione Portal a Miart, un particolare

Giorno 3 | di Francesca Interlenghi

Grande afflusso di pubblico più generalistanella terza giornata di apertura. Accanto a un nutrito gruppo di collezionisti ed esperti del settore, presenti soprattutto nella mattinata, anche tanti appassionati d’arte a vario titolo. Non trascurabile la quota di visitatori internazionali, complice probabilmente l’impegno profuso quest’anno per ampliare il numero delle gallerie straniere, chiamate a raccolta da 28 Paesi diversi. Sforzo riconosciuto e apprezzato dagli espositori, come conferma Dvir Gallery (Francia), habitué della manifestazione, che nella sezione Established ha allestito lo stand con un’offerta orientata alla pittura, sebbene il medium sia utilizzato con approccio scultoreo, e un range di prezzi che va dai 5.000 euro ai 9.000 euro dei due giovani Bri Williams e Aysha E Arar (entrambi classe 1993), ai 25.000 dell’israeliana Yudith Levin, fino ai 35.000 di Simon Fujiwara. Seconda esperienza a Miart per la galleria belga Sofie Van de Velde, che presenta 7 artisti legati tra loro dall’approccio architettonico e poetico al lavoro (lo scorso anno proponeva per lo più artisti figurativi contemporanei). Prezzi tra i 3.500 euro fino ai 40.000 euro di una scultura a terra di Bernd Lohaus. Diversi i nuovi ingressi stranieri nella sezione Established. A cominciare dalla galleria Joong Jung (Seoul), al suo debutto in una fiera europea. Stand che spicca per un raffinato understatement estetico, dato dalla pulizia formale e i colori tenui delle tele di grandi dimensioni di Chai Young Wook (da 16.000 euro a 69.000 euro) e da quelle più ridotte, ma egualmente efficaci, di Park Jin Kyu (dai 1.400 euro ai 10.000 euro). La galleria coreana, avvezza al mercato americano, conferma interesse e trattative in corso per entrambi gli artisti, pur rilevando un approccio più prudente, quasi difensivo, del collezionismo europeo rispetto a quello d’oltre oceano. Basata a Berlino, in occasione della celebrazione dei suoi 30 anni di attività, la Galerie Neu si regala la prima partecipazione a miart, proponendo un solo show di Luis Fratino. Una scelta specifica, che orienta l’offerta in un range di prezzi tra gli 8.000 euro e i 12.000 euro. Da seguire con attenzione questo giovanissimo pittore statunitense (classe 1993), interprete dell’estetica queer e uno dei protagonisti delle più importanti aste dedicate alle rising star della scena internazionale. Sarà anche lui presente alla Biennale di Venezia 2024. Accolta con fervore e interesse la nuova sezione Timescape, all’interno di Established, progetto espositivo a cura della fiera che, in accordo con le ambizioni espresse del titolo di questa edizione, «no time no space», conduce il visitatore in un viaggio a ritroso nel tempo. Punto di partenza il Primo Novecento. Le gallerie che vi partecipano presentano piccole mostre costruite con un approccio trans-storico e trasversale. Da non perdere quella della Galleria Gomiero(Montegrotto Terme), che racconta il ritratto nell’ambito della scultura, con opere, tra gli altri, di Giacomo Manzù, Antonietta Raphaël Mafai, Francesco Messina, Attilio Selva, Ugo Carà, ma ci sono anche i dipinti di Mariano Fortuny, Achille Funi e Adolf Hartmann. Prezzi che si aggirano tra i 15.000 euro e i 300.000 euro. In mostra lo spettacolare «Antioco» (cera su gesso,1900 circa) di Medardo Rosso, opera davvero notevole e inedita nel mercato (prezzo 260.000/300.000 euro). Ma merita una menzione anche la scultura in bronzo del 1964 di Mirko Basaldella,raffigurante Davide che taglia la testa di Golia, in vendita a 220.000 euro circa, in uno stand frequentatissimo in questi giorni della fiera. Da Bottegantica (Milano) alcuni protagonisti del Novecento Italiano, con un focus su Aeropittura e Futurusmo (il movimento sarà celebrato in ottobre con una grande mostra alla Galleria Nazionale di Roma voluta dal ministro Sangiuliano). Diverse le tipologie di artisti presentati, sia per qualità storico-bibliografiche che per esito estetico: Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Fortunato Depero, Ivo Pannaggi, sono solo alcuni degli autorevoli autori di un’esposizione che, sottolineano dalla galleria, «serve anche da bussola per il visitatore, perché la fiera non è solo un evento commerciale, ma deve avere anche una funzione educativa». Massimo riserbo sui prezzi, di pubblico dominio invece l’acquisizione da parte di Fondazione Fiera Milano del collage di carte colorate di Wladimiro Tulli«Trinità aerea»(1939). Soddisfazione anche tra gli espositori della sezione Emergent, unanimi nel riconoscere la qualità del lavoro curatoriale fatto da Attilia Fattori Franchini. Il giovane Gian Marco Casini, titolare dell’omonima galleria con base a Livorno, presenta una personale di Alessandro Manfrin che combina 2 sculture (una sonora da 1.800 euro e l’altra da 5.000 euro) e una serie di foto (1.500 euro cadauna). Sono 3 finora le opere vendute e 4 opzionate dal Mufoco (Museo di Fotografia Contemporanea) di Cinisello Balsamo. Una certa coolness nello stand della galleria Federico Vavassori (Milano), che espone un mix di pittura ed elementi installativi di Ciccio (il duo composto da Francesco Vizzini e Norman Chernick-Zeitlin). Una proposta prezzi contenuta tra i 2.000 euro e i 6.000 euro. Artnoble gallery (Milano), qui per il secondo anno, presenta la serie inedita di lavori in ceramica di Luca Staccioli, che riflette sulla continua trasformazione del paesaggio. Prezzi tra i 3.800 euro per le opere più piccole e i 18.000 euro per le più grandi. Realizzate alcune vendite, si registra grande interesse da parte del pubblico. Pittura invece da Sans titre (Parigi), con la seconda personale, dopo quella del 2022, dedicata all’artista tedesco Robert Brambora, che presenta dipinti su legno ispirati al romanzo Le città invisibili di Italo Calvino. Prezzi tra i 4.000 euro e i 12.000 euro, alcune vendite andate a buon fine e apprezzamento per l’affluenza di pubblico anche straniero. Stessa valutazione positiva per la galleria Triangolo (Cremona), che approccia per la prima volta la fiera milanese proponendo uno stand monografico con i lavori di Francesco De Bernardi. Prezzi tra i 3.000 euro e i 7.500 euro, ottime vendite, oltre l’acquisizione di un acquerello dell’artista da parte di Fondazione Fiera Milano. Miart tiene a battesimo anche la galleria Diez (Amsterdam), con una selezione di lavori pittorici di Peter Brock e d’argilla di Anna Bella Papp. Prezzi tra i 2.500 euro e i 10.000 euro e trattative in corso in una giornata di grande fermento. Un certo interesse anche per la nuova sezione Portal, curata quest’anno da Julieta González e Abaseh Mirvali, che ospita 12 selezionate gallerie con10 piccole mostre distribuite all’interno della sezione principale, pensate per scoprire o riscoprire universi e pratiche artistiche solo all’apparenza lontanissime. Da segnalare il progetto su Maria Lai proposto da Nuova Galleria Morone (Milano). Tra i premi non segnalati nei report precedenti, quello di Fondazione Henraux Sculpture Commission per la realizzazione di un’opera in marmo di Anna Boghiguian nello stand di Galleria Franco Noero (Torino) nella sezione Portal. SZ Sugar miart commission ha selezionato l’opera di David Lieske, rappresentato da Corvi-Mora (Londra). Mentre il Premio Massimo Giorgetti sceglie di supportare Isabella Costabile alla Andrew Kreps Gallery (New York) nella sezione Established. Continua infine il ciclo di appuntamenti ospitati nella Lounge Intesa Sanpaolo Private Banking, a cura di Alberto Fiz e Marina Mojana, art advisor di Eikonos Arte. Oggi alle 17.30, un approfondimento sui nuovi scenari e le prospettive di investimento con la presentazione del terzo volume Collezionisti e valore dell’arte in Italia - 2024.

Tra gli stand della sezione Emergent

Giorno 2 | di Francesca Interlenghi

Buona l’affluenza anche nella seconda giornata della 28ma edizione di miart, che oggi ha aperto le porte al pubblico. Ricca e articolata l’offerta, con 178 gallerie partecipanti, di cui il nodo centrale restano le gallerie italiane, oltre la metà del totale degli espositori. Più di 1.000 le opere d’arte esposte, che vanno dai grandi maestri del Novecento a quelle di giovani e giovanissimi artisti raccolti nella sezione Emergent, curata da Attilia Fattori Franchini, con 23 gallerie provenienti da tutto il mondo. La pittura si conferma la prima della classe, complice il contesto di mercato che, seguendo il trend del 2023, è stato caratterizzato anche in questi primi mesi del 2024 da un elevato grado di incertezza e avversione al rischio. Sicché l’ancoraggio ai media tradizionali rimane in questa fase l’orientamento prediletto da chi desidera investire. Galleristi concordi nel sottolineare il clima frizzante della fiera, che si apre nelle proposte anche a un pubblico anagraficamente più giovane e fisiologicamente meno dotato di potere di spesa. Ragion per cui l’offerta degli espositori non trascura di essere inclusiva e il più possibile attrattiva per un’ampia gamma di collezionisti. «L’arte appesa» sembra quindi farla da padrone, a cominciare dall’installazione di tele colorate di Vivian Suter che kaufmann repetto propone tra i 40.000 e i 50.000 dollari (trattative in corso). Venduto invece un dipinto di Corydon Cowansage a 14.000 euro e a 5.000 euro un piccolo quadro di Elene Chantladze, oltre a un forte interesse (già due opzioni nella mattinata) per la pittura a inchiostro del «Tambour 57’» di Latifa Echakhch decisamente più costoso (120.000 euro). Particolarmente apprezzato il lavoro di Wael Shawky da Lia Rumma, che presenta in fiera una combinazione delle sue opere pittoriche e scultoree. Focus sull’artista egiziano quindi, che rappresenterà il suo Paese alla Biennale di Venezia 2024 e che sarà protagonista di una mostra a Palazzo Grimani, organizzata in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei. Ma non mancano William Kentridge (sarà pure lui all’Arsenale di Venezia con una mostra di 9 video) e Gilberto Zorio, i più costosi dello stand, con prezzi che vanno dai 300.000 ai 350.000 euro. A Luca Monterastelli è andato il Premio Matteo Visconti di Modrone assegnato alla scultura.Diversificata anche la proposta di Continua, con opere di JR, Pascale Marthine Tayou (incluso nel programma Carte Blanche 2024: Conversations with Nature di Ruinart), Ai Wei Wei, Nari Ward, Loris Cecchini, dai 2.000 ai 100.000 euro. Trattative in corso confermate dalla galleria, che apprezza la vivacità di una fiera che dà spazio agli emergenti e che è capace di attrarre anche un pubblico più giovane. Ampio range di prezzi anche per le gallerie Massimo Minini e Francesca Minini, che confermano un pubblico attento e interessato. Nello stand sono andate letteralmente a ruba tra ieri e oggi le composizioni scultoree a muro di Jacopo Benassi, quasi tutte vendute (quella più cara 16.000 euro). In termini di prezzi, l’opera più costosa tra quelle esposte è un quadro di medie dimensioni di Carla Accardi (180.000 euro), ma non mancano altre manifestazioni pittoriche, come un paesaggio di Stefano Arienti a circa 38.000 (iva inclusa). Spicca un grande Salvo datato 1988 da Mazzoleni a 650.000 euro, del resto i dipinti dell’artista hanno registrato performance da record superando nel 2023 la soglia di 1 milione. Ci sono anche due opere di Accardi(rispettivamente 360.000 euro la «Scacchiera verdeoro» del 1974 e 200.00 euro quella del 1992) e una tela di Capogrossi (160.000 euro). Ma al fianco degli artisti storici che hanno plasmato l’identità della galleria non mancano Marinella Senatore con le sue luminarie (tra i 45.000 e i 55.000 euro), Andrea Francolino con tre cementi a 20.000 euro cadauno, la giovane Rebecca Moccia e David Raimondo con prezzi intorno ai13.000 euro. Interamente dedicato alle donne lo stand di C+N Canepaneri, con un progetto che mette in dialogo pittura e scultura di due giovani artiste, Amelie Peace e Reverie, che invitano lo spettatore a indagare la complessità della natura umana. Prezzi tra i 2.000 euro e gli 11.000 euro e trattative in corso. Tutte donne anche alla galleria 10 A.M. ART, che dedica lo stand a Lucia Di Luciano, Helga Philipp e Esther Stocker, creando una connessione tra l’arte programmata degli anni Sessanta ed esperienze contemporanee che indagano il tema della dispercezione visiva. Si va dai 3.000 euro di alcune opere di Di Luciano ai 26.000 euro di quelle storiche di Philipp. A fronte di una presenza meno incisiva della scultura rispetto alla pittura, la videaoarte risulta pressoché assente. Si difende bene invece la fotografia. Da segnalare la galleria Viasaterna, che si è aggiudicato il Premio Orbital Cultura - Nexi Group Award con uno stand monografico, nella sezione Established, dedicato a Guido Guidi. Ma non manca quella concettuale da Loom Gallery,che propone due opere di grandi dimensioni (175.000 euro cadauna) di Jan Dibbets, indiscusso maestro che sul tema della convezione della visione ha fondato tutta la sua ricerca. Accatto ai grandi nomi, e in dialogo con loro, la galleria propone autori emergenti o mid-career, come Alexandra Barth, assoluta new entry, la cui pittura ha suscitato particolare interesse nello stand, con prezzi che vanno dai 3.500 euro ai 10.000 euro. Bene anche Benjamin Jones, che si è aggiudicato il Premio Rotary Club Milano Brera per l’Arte Contemporanea e Giovani Artisti, con conseguente acquisizione e donazione al Museo del Novecento di Milano e Antoine Langenieux-Villard, con un’opera di medie dimensioni in vendita a 14.000 euro. Dalle 17.30, la Lounge Intesa Sanpaolo Private Bankingpresenta il primo dei tre cicli di incontri, a cura di Alberto Fiz e Marina Mojana, art advisor di Eikonos Arte, dedicato alla pianificazione patrimoniale e fiscalità nel mondo dell’arte. Cauto ottimismo da parte delle gallerie, che ancora oggi restano piuttosto abbottonate sulle vendite, in attesa di capire l’evolversi di questa fiera che, a detta dei più, fa ben sperare.

Tra gli stand di Miart Foto di Nicola Gnesi Studio

GIORNO 1 | di Michela Moro

La fiera, o forse le fiere, stanno mutando lentamente. Si recepisce a Miart uno slittamento verso stand più curati del solito, che raccontano una storia e che presentano gli artisti in maniera più organica, spesso con un progetto unitario. Forse parlano a un pubblico che sta crescendo, potrebbe essere che si torni ai momenti in cui la fiera indicava alternative o nuove possibilità, seguendo un po’ meno il gusto del momento. Presto per tutti parlare di vendite, molti si tengono sul vago per non sciupare «l’interesse» che i collezionisti stanno dimostrando, a Miart si respira un’aria di qualità in crescita, ognuno nel proprio segmento. Nella sezione Emergent che accoglie i visitatori, Federico Vavassori presenta il duo Ciccio (Francesco Vizzini e Norman Chernick-Zeitlin) con uno stand progettato dagli artisti tra scultura e pittura astratta dove le mappe di Google si incontrato con scene di XFiles, tra l’alieno e il concreto, piccoli olii su tela e plexiglas, tra 2mila e 6mila euro. Matta, galleria milanese in fiera per la prima volta, propone Maximilian Arnold, offrendo la possibilità di seguirne il processo artistico, tra 1.800 e 12mila euro, mentre Arcadia Missa, Londra, presenta una collettiva in cui spicca la vincitrice del Turner Price Jesse Darling, valori tra 9 e 28 mila euro. Passando alla sezione principale, Magazzino, galleria romana in collaborazione con la londinese Sprovieri, presenta artisti di generazioni diverse ma con poetiche che la gallerista Nicoletti definisce compatibili, quindi Mario Schifano e Giorgio Andreotta Calò, Massimo Bartolini, in partenza per la Biennale, Padiglione Italia, il giovane Gianluca Malgeri e Lucio Fontana, con una scelta tra 17mila e 450mila euro. Si può fare un giretto sull’altalena in ottone di Francesco Arena da Raffaella Cortese, già venduta a 35mila euro, mentre è certa la vendita del paravento di David Hockney da Galerie Lelong per 580mila. Monica De Cardenas tra Alex Katz e Rå di Martino, propone un’accurata scelta dei propri artisti storici tra 5mila e 80mila euro, Gio Marconi ha allestito uno stand con le migliori scelte di Baj, Tadini, Pardi e Del Pezzo. Il colore la fa da padrone da Sperone, con uno dei nove grandi Schnabel della serie Elephant Painting, vicino a Lucio Fontana, Alberto Magnelli, Wim Delvoye, tra gli altri, prezzi da 35mila a 1,4milioni di eruo. Tornabuoni propone uno spettacolare ingresso con il «Guerriero» di Pascali, a sinistra, e un museale Scheggi a destra, tra 350mila euro e un milione. Proposte più contenute da Michela Rizzo, Venezia, tra 3mila e 30mila euro, ma con le opere di Matthew Attard, l’artista che rappresenterà il Padiglione Malta alla Biennale. Andranno alla Biennale anche Louis Fratino esposto da Galerie Neu (Berlino) e Greta Schödl, Bertina Lopes e Xiyadie, Richard Saltoun Gallery (Londra, Roma). Tra le offerte di Wizard Gallery, Milano, per 3mila euro si possono acquistare le foto del 2006 di Luis Molina Pantin, che ha fotografato di nascosto i grandi centri del potere artistico: gli uffici, normalmente off-limits per il pubblico, delle più importanti gallerie americane come Gagosian. L’elegante stand di Vistamare, tra 4mila e 500mila euro, espone le opere di Ettore Spalletti, Claudia Cote, Maria Loboda, Joseph Kosuth e Tom Friedman tra gli altri. Galerie Spiaggia Libera, Parigi, offre i lavori di Romana Londi intorno a 20mila euro, mentre la spagnola 1 Mira Madrid propone Juan Uslé, artista internazionalmente affermato, con diversi lavori che vanno dai 16mila ai 93mila euro. In linea coi trend del momento Galerie Afikaris, Parigi, con i camerunesi Salifou Lindou e Jean David Nkot, così come Osart Gallery, Milano, con i dipinti di Feni Chulumanco. La Galleria Carlo Virgilio racconta con le opere le storie di sei coppie di famiglie: Adolfo e Francesco Wildt, padre e figlio; Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, fratelli; Nino Bertoletti e Pasquarosa, marito e moglie, così come Paola Consolo e Gigiotti Zanini; Pasquale e Alberto Di Fabio, padre e figlio, Isabella e Giuseppe Ducrot, madre e figlio. Classico, ma non troppo, da Robilant e Voena, con Antoine Roegiens, Julian Schabel e Damien Hirst, da 15mila a 700mila euro. In mezzo poi ci sta di tutto: opere per ogni prezzo e gusto, anche se è difficile stabilire un vero e proprio trend. Se la pittura la fa da padrone, ma ce n’è molta anche astratta, non mancano le installazioni e le sculture, così come la fotografia d’autore. Forse meno video, anche se in questo senso sono interessanti le proposte di Super Dakota. Tra i progetti collaterali è interessante la commissione da parte di SZ Sugar per la produzione di un’opera d’arte su una partitura, in collaborazione con Miart. Le due istituzioni hanno lanciato un’originale competizione rivolta agli artisti delle 178 gallerie partecipanti: interpretare la prima pagina dello spartito «Allez Hop», racconto mimico per mezzosoprano, 8 mimi, balletto e orchestra composto tra il 1952 e il 1959 da Luciano Berio, il cui libretto venne affidato a Italo Calvino.  La proposta di David Lieske, artista della galleria Corvi-Mora (Londra), è risultata essere la più meritevole, ottenendo un riconoscimento di 5mila euro. Main Partner di Miart, Intesa Sanpaolo, presenta la mostra «Io sono una forza del passato», allestita nei propri spazi espositivi a cura di Luca Beatrice, un dialogo tra nuovi orientamenti, che vedono sempre più l’adozione dell’artificiale e del digitale e la rinuncia del «fatto a mano», e il recupero delle forme classiche del passato, con i dipinti di Chiara Baima Poma, Luca De Angelis, Ismaele Nones, Nicola Verlato. Con una grande affluenza di collezionisti e appassionati, in un giovedì dove erano presenti tutti quelli che dovevano esserci, tra i corridoi e gli stand sono state segnalate le giurie dei vari premi che verranno assegnati da domani, primo giorno di apertura al pubblico.

Michela Moro, 14 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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Diario da Miart 2024 | Michela Moro

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