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Particolare dell’installazione «Rhizome» (Paridi 2022) di Tom e Lien Dekyvere © Vincent Nageot

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Particolare dell’installazione «Rhizome» (Paridi 2022) di Tom e Lien Dekyvere © Vincent Nageot

Da Roma a Monza trame di luce immerse nella natura

Nell’Orto botanico e l’Accademia dei Lincei della capitale e nei Giardini della Villa Reale installazioni luminose e sonore provenienti dall’Amsterdam Light Festival

Karin Gavassa

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L’Orto botanico e l’Accademia dei Lincei di Roma con i Giardini della Villa Reale di Monza diventano, fino al 7 gennaio 2024, teatro di una mostra con opere d’arte luminose e sonore site specific, immerse in percorsi nella natura, tra storia e tecnologia. 

Molte di queste installazioni provengono dalla LAC Light Art Collection, la più grande collezione di opere di Light art al mondo, fondata nel 2017 dall’Amsterdam Light Festival, giunto quest’anno alla 12ma edizione intitolata «Loading... Revealing Art, AI and Tech» e focalizzata sugli effetti della tecnologia e dell’intelligenza artificiale sulla nostra vita quotidiana e il relativo impatto sulla condizione umana.

È il tema indagato dagli artisti olandesi Tom e Lien Dekyvere, che esplorano gli strati più profondi della realtà e della mente. Proprio come gli alchimisti di un tempo, sondano connessioni inaspettate alla ricerca dei confini tra natura e tecnologia, tra uomo e robot, tra materia morta e materia viva.
La loro opera, «Rhizome», è una grande volta composta da centinaia di segmenti illuminati che, come le connessioni umane, online e offline, si diramano e intersecano in ogni direzione a simboleggiare solidarietà e collaborazioni che creano molteplici connessioni, da piattaforme web, alla cocreazione, al couchsurfing: le persone creano relazioni che si rispecchiano nella tela luminosa che riflette sulla società attuale.

Sempre a Roma sono visibili le «Talking Heads» dell’artista ungherese Viktor Vicsek, tra i primi a lavorare con il projection mapping negli anni Novanta: due imponenti teste illuminate, contrapposte l’una all’altra, a evocare i portali del Sapere, tra presente e passato, tra i mondi della conoscenza e della natura, in dialogo tra l’Accademia dei Lincei e l’Orto Botanico, le due sedi della manifestazione. 
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Nei Giardini della Villa Reale di Monza si trova «Fluxit» di Paul Vendel e Sandra de Wolf, le cui installazioni incorporano oggetti riconoscibili e materiali trovati. Presentato in tutto il mondo, dal Sud Africa al Glow Shenzhen in Cina, l’ipnotizzante falò arancione, realizzato con centinaia di tubi Led, evoca suggestioni ancestrali in una sorta di caos primordiale da cui tutto nasce.

Una moltitudine di tracce luminose serpeggia a terra nell’opera fluorescente «Aftereal» del giapponese Yasuhiro Chida, artista noto per installazioni di grandi dimensioni nello spazio pubblico o nei paesaggi naturali, che vibrano con un bagliore ultravioletto nell’oscurità. Nell’opera il «disegno» è causato dall’effetto della scia di luce e il movimento complessivo che ne deriva evoca le onde, a indagare la percezione fisica e sensoriale del nostro ambiente e il modo in cui rispondiamo ai cambiamenti.

La musica creata appositamente da Alberto Bof, pianista compositore legato al mondo del cinema, funge da colonna sonora ai percorsi tra suoni e ambienti cosmici, tra pianoforte, sintetizzatori e produzione digitale.

Karin Gavassa, 01 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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Da Roma a Monza trame di luce immerse nella natura | Karin Gavassa

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