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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliAlla Fondation Maeght il progetto (l’unico non effimero) per Abu Dhabi
Una «Mastaba» di barili di petrolio realizzata da Christo occupa dal 4 giugno al 27 novembre la Cour Giacometti della Fondation Maeght. Si tratta di un progetto in scala ridotta della «Mastaba» monumentale, una piramide tronca formata da oltre 410mila barili di petrolio colorati, alta 150 metri, che l’artista sta realizzando nella regione di Al Gharabia, a circa 160 km a sud-ovest di Abu Dhabi.
La versione per la Fondation Maeght, più modesta, è alta 9 metri, lunga 17 e larga 9, ed è una tappa di un progetto colossale nato negli anni Settanta, a cui l’ottantenne artista di origine bulgara ha cominciato a lavorare con la moglie Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009, ma che si sta concretizzando solo di recente. Una volta terminata, la Mastaba di Christo negli Emirati Arabi sarà la più grande scultura al mondo e la sola opera permanente della coppia di artisti, famosi per aver «imballato» monumenti di tutto il mondo, dal Pont Neuf di Parigi alla Porta Pinciana di Roma, passando per il Reichstag di Berlino, e per aver steso lunghi teli in luoghi naturali, dal Central Park di New York fino all’attuale progetto sul Lago d’Iseo.
Ma si è trattato appunto sempre di realizzazioni effimere. «L’idea di creare una Mastaba è sempre stata nei nostri cuori», sostiene l’artista. Il termine indica nell’antica Mesopotamia un edificio di terra con i lati inclinati e nell’antico Egitto un edificio funerario destinato ai faraoni. Non è la prima volta che la Fondation Maeght apre le porte a Christo e Jeanne-Claude. Nel 1985 il museo aveva allestito una mostra sulla poetica installazione «Surrounded Islands»: per due settimane, nel 1983, i due artisti avevano circondato con un materiale plastico rosa gli isolotti della baia di Biscayne, al largo di Miami, in Florida.
Questa volta la mostra «Christo & Jeanne-Claude» si concentra sul tema del barile di petrolio. Tema annunciato sin dal 1958 dalla serie «Wrapped Cans», con i barattoli di latta impacchettati, e poi con l’installazione «Wall of Oil Barrels» del 1962, un muro di barili metallici vuoti che aveva sbarrato provvisoriamente la rue Visconti, a Parigi. C’era già all’epoca la dimensione politica e simbolica del «muro», centrale nell’opera dell’artista.
Se il culmine della mostra della Fondation Maeght è l’installazione nel giardino, il museo ripercorre tutta la carriera del duo di artisti con fotografie, modellini, film e disegni. Un’intera sala, con la presentazione di diversi studi preparatori, è dedicata al maestoso progetto di Abu Dhabi.
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