A gennaio, New York riscopre il suo West. Non quello mitizzato dal cinema, ma quello fissato nella pittura e nella scultura tra Otto e primo Novecento, quando la frontiera era ancora esperienza vissuta e racconto in formazione. Con «Visions of the West: The William I. Koch Collection», Christie’s porta al Rockefeller Center un’asta che ambisce a ridefinire le gerarchie del mercato dell’arte western americana. In programma con una vendita serale il 20 gennaio 2026 e una day sale il 21 gennaio, l'appuntamento presenta una stima complessiva minima di circa 50 milioni di dollari, la più alta mai annunciata per questo segmento. 

Le opere provengono dalla raccolta costruita in decenni da William I. Koch, figura eclettica e appassionata, che ha visto nell’arte del West non solo un genere, ma un sistema di valori: paesaggio, azione, mito, identità americana. Il catalogo riflette questa visione con una selezione compatta e di altissimo livello, dominata da Frederic Remington, affiancato da Charles Marion Russell, Albert Bierstadt e Alfred Jacob Miller.

Il cuore della vendita è affidato a Remington e a uno dei suoi dipinti più celebrati, «Coming to the Call» (1905), un tramonto teso e drammatico che la critica dell’epoca considerava già tra i suoi massimi risultati (stima 6-8 milioni di dollari). Accanto, «Argument with the Town Marshal» - noto anche come «Litigio con lo sceriffo della città» - restituisce la dimensione notturna e cinematografica del suo immaginario, tra conflitto e silenziosa attesa (4-6 milioni). La forza di Remington emerge con altrettanta evidenza nella scultura. «The Broncho Buster», sua icona assoluta, è presente in più versioni, tra cui quella di dimensioni ridotte, celebre per essere esposta permanentemente alla Casa Bianca. Tra i bronzi di maggiore rilievo figurano «Coming Through the Rye» (4-6 milioni), con il suo dinamismo trattenuto, e «The Horse Thief», rarissimo esemplare di una tiratura di soli tre, oggi unico in mani private (3-5 milioni).

Di segno complementare, ma non meno centrale, il nucleo dedicato a Charles Marion Russell. «Dust» (1925), una delle sue immagini più potenti della vita di frontiera, è stimata 5-7 milioni di dollari, mentre «The Sun Worshippers» (1910) traduce in pittura la dimensione rituale e simbolica delle culture native (4-6 milioni). Due opere che mostrano come il West, nella visione di Russell, non sia solo teatro d’azione ma spazio spirituale e narrativo.

Il racconto si allarga poi alle origini della pittura western con «The Buffalo Hunt» di Alfred Jacob Miller, databile intorno al 1850 (2-3 milioni), documento fondamentale di un’epoca ancora in formazione, e ai paesaggi monumentali di Albert Bierstadt, rappresentato da «Mountain Lake» (2-3 milioni), esempio della sua visione luminista e idealizzata della natura americana. Non mancano incursioni nel Novecento, da N.C. Wyeth con «Wild Bill Hickok at the Cards» (1-1,5 milioni) a G. Harvey con «Texas Oil Patch» (400-600 mila dollari), che racconta il passaggio dal mito della frontiera a quello dell’industria.

«È arrivato il momento di affidare questi pezzi ad altri collezionisti», ha dichiarato Bill Koch, parlando di opere che incarnano «la bellezza, la semplicità e i codici del West».