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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliDue libri su cui poggia il busto, di profilo, di Mario Praz: è il nuovo logo della casa museo dell’anglista romano, appena riaperta al pubblico. Il logo è completato da una citazione tratta dall’Antico Testamento: «Sapientia aedificavit domum sibi», «la Sapienza si è costruita una casa». Questo disse Praz nel momento in cui, nel 1969, lasciata l’abitazione a Palazzo Ricci, in via Giulia, si trasferì al terzo piano di Palazzo Primoli in via Zanardelli. In questa casa visse fino alla sua morte, avvenuta nel 1982. Dopo l’acquisizione, nel 1986, da parte dello Stato, dell’intera collezione Praz, venne istituito qui, nel 1995, il museo. Chiuso dal 2022, ha riaperto i battenti con alcune novità e, a fini promozionali, per il momento, l’ingresso sarà gratuito.
Mobili, dipinti, miniature, sculture, porcellane, candelieri, ventagli e soprattutto libri: è un universo in forma di dimora nobiliare, allestita da Praz con oggetti acquisiti sul mercato antiquariale europeo, in oltre sessant’anni di appassionato collezionismo. Neoclassico, stile impero, biedermeier, ogni stanza ci parla ancora del gusto dello studioso che l’ha arredata e abitata.
«Qui possiamo respirare, ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, in occasione della riapertura venerdì 1 marzo, le attenzioni, le atmosfere, anche i vezzi del grande anglista. Aprire le case degli scrittori è anche un’operazione che può avvicinare il pubblico alla lettura di questi autori».
«Riapre un luogo di particolare suggestione, ha aggiunto il direttore generale Musei, Massimo Osanna (al momento anche direttore avocante della Direzione musei statali della Città di Roma, di cui il museo fa parte), che ci racconta un’importante personalità della cultura italiana ed europea. Grazie ai restauri appena conclusi, alle nuove assegnazioni di personale dedicato e agli ulteriori finanziamenti stanziati, questa casa museo si candida a meta imprescindibile nei percorsi di visita nel cuore di Roma».
Gli interventi di restauro sono stati effettuati sia sulle strutture di servizio, sia sulle opere, e sono stati coordinati dalla direttrice del Museo, Francesca Condò. Oltre agli interventi conservativi su opere presenti nel percorso di visita, sono stati anche restaurati oggetti finora custoditi nei depositi. Si tratta di un tavolino da lavoro della prima metà dell’Ottocento, di un genio alato in terracotta di produzione inglese dell’inizio dell’Ottocento e di un rubinetto a forma di cigno, rimesso in funzione nel bagno totalmente ristrutturato. È stata inoltre restaurata la «cartonniere», il mobile ottocentesco che racchiude i faldoni contenenti carte autografe e dattiloscritte di Praz, bozze, appunti e note, tra cui l’inventario originale della collezione, stilato dallo stesso studioso.
Il museo conta, in totale, oltre mille oggetti, di cui 800 esposti, disposti fra camere da letto, biblioteche, studio e camera da pranzo. Alle pareti degli ambienti trovano collocazione i tanti quadri, in cui sono frequenti vedute di interni ottocenteschi. In un raffinato gioco di specchi, nei dipinti è possibile scorgere alcuni oggetti e arredi conservati nella stessa casa museo. Ne è un esempio la grande arpa Erard, degli inizi del XIX secolo, collocata nello studio, accanto al dipinto di Ulisse Griffon «Damigella con arpa in un interno» (1833), in cui è riprodotto l’identico strumento musicale.

Veduta di una stanza della casa museo Praz

Veduta di una stanza della casa museo Praz
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