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Monica Trigona
Leggi i suoi articoliDopo tredici anni di presenza nel circuito dell’arte contemporanea, Venus Over Manhattan, galleria fondata nel 2012 dal collezionista e mercante Adam Lindemann, metterà la parola fine alla sua attività al termine dell’attuale mostra di Susumu Kamijo. Con un programma espositivo vibrante e collaborazioni che spaziano da artisti affermati come Peter Saul e Joan Brown a voci emergenti come Anastasia Bay e Susumu Kamijo, lo spazio ha contribuito alla rivalutazione critica e al successo museale di molti dei suoi protagonisti. Operando dal cuore di NoHo, ha unito curiosità intellettuale e rigore storico, diventando una piattaforma fondamentale per il dialogo culturale e l’espansione dei confini dell’arte contemporanea.
Ad Artnet News, Lindemann ha annunciato la chiusura con parole che mescolano gratitudine e rassegnazione: «Aprire una galleria come collezionista significa davvero alienarsi entrambe le parti. I mercanti d’arte non si fidano di te e la maggior parte dei collezionisti non capisce cosa stai facendo, quindi ti guardano con disapprovazione o, peggio ancora, ti serbano rancore per aver cambiato campo». E ancora: «Mi sono circondato di un team di giovani fantastici che hanno fatto gran parte del lavoro pesante. Sono stati una parte importante di questa esperienza. Ho visto entrambe le facce della medaglia e ora è tempo di sventolare bandiera bianca... veni, vidi, ma non vici... non ho vinto. Ma Venus non ha mai puntato alla vittoria.». La galleria aprì 13 anni fa nell’Upper East Side al terzo piano di 980 Madison Avenue, sopra Gagosian e vicino a White Cube e Michael Werner. Il nome, ispirato alla statua di Wheeler Williams sulla facciata, siglava l’ambizione di inserirsi nella tradizione artistica cittadina .
Nel 2022 Venus inaugurò una seconda sede in Great Jones Street, a NoHo. La sede originale fu gradualmente abbandonata e nel 2023 entrambe le succursali dell’Upper East Side si trasferirono in un secondo spazio in Great Jones Street, consolidando la presenza di Venus nel cuore del centro artistico. La chiusura coincide con «Fish & Flowers», la personale di Susumu Kamijo, artista giapponese residente a Brooklyn, che presenta quattordici quadri inediti ispirati a fiori e pesci, in linea con il suo caratteristico stile astratto e grafico. L’esposizione, che sarà visitabile fino al 18 luglio, segna il sipario sul progetto Venus.
Internazionalmente noto per le sue scelte collezionistiche, da Jeff Koons e Jean‑Michel Basquiat, Lindemann aprì Venus «perché tutti mi dicevano di non farlo, quindi ovviamente l’ho fatto» ma già nel 2023 la sua collezione raggiunse i 31,46 milioni di dollari alle aste da Christie’s, con lavori di Calder e Warhol. Laddove Tim Blum, una settimana fa, ha annunciato la chiusura delle sedi di Los Angeles e Tokyo della sua galleria, preferendo un «modello più flessibile» e definendo l’attuale sistema «insostenibile», Lindemann sceglie una strada diversa. Con fermezza ha escluso la conversione in consulenze o commercio privato: preferisce «tornare ai baci nell’aria, alle strette di mano, agli abbracci laterali… alle vibrazioni positive». La chiusura di Venus Over Manhattan segna la fine di un capitolo significativo per l’arte contemporanea newyorkese: una galleria nata per esaltare talenti trascurati, divenuta polo di sperimentazione e dialogo che lascia uno spazio vuoto, non soltanto fisico, nella metropoli.
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