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Anni ’70: la facciata dell’ex Ospedale dei Bastardini, nel centro storico di Bologna

Foto Paolo Monti

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Anni ’70: la facciata dell’ex Ospedale dei Bastardini, nel centro storico di Bologna

Foto Paolo Monti

Casa e bottega: appartamenti e un centro multiculturale nell’ex Ospedale dei Bastardini a Bologna

Partiranno a breve le attività nell'ex nosocomio di origine trecentesca nel centro storico, che mira a diventare «una piattaforma a disposizione della città, degli operatori della cultura e dell'economia sociale in una logica di co-progettazione e accessibilità».  Intanto il vicino Palazzo Pepoli diventerà la sede del Museo Morandi?

Stefano Luppi

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Il 17 luglio scorso il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha presentato il progetto aggiudicatario relativo all’ex Ospedale degli Innocenti, anche noto come «dei Bastardini» o «degli esposti», un amplissimo edificio (13mila metri quadrati) di origine trecentesca e forme attuali cinquecentesche con una cappella del Settecento, che nel corso dei secoli ha funzionato prima come centro di assistenza di bambini e poi di persone indigenti. 

Oggi l’edificio, sostanzialmente privo di funzioni stabili da un trentennio eccetto alcune mostre, è di proprietà del Fondo I3 Valore Italia gestito da Invimit (la società del Ministero dell’Economia e delle Finanze lo ha acquisito nel 2018 per circa 10 milioni dal Comune) mentre ad aggiudicarsi la locazione sono state le società Open Event di Bologna e Lama impresa sociale di Firenze: le parti, appunto, che insieme al primo cittadino ne hanno chiarito il futuro. Anche se «chiarito» forse non è il termine adatto perché durante la presentazione si è detto che l’ex nosocomio, collocato in pieno centro storico, diverrà un «centro multiculturale con aree per la produzione artistica, gli spettacoli dal vivo, il lavoro co-working, lo studio e la socialità», con alcune prime attività che dovrebbero partire entro poche settimane. 

Il progetto comprende anche quattordici appartamenti, già costruiti, definiti «un mix di locazioni calmierate e a mercato, per garantire il necessario equilibrio economico dell’operazione». I responsabili Roberto Lippi di Open Event e Francesca Mazzocchi di Lama hanno inoltre spiegato che «l’ex ospedale diventerà una piattaforma a disposizione della città, degli operatori della cultura e dell'economia sociale in una logica di co-progettazione e accessibilità». Ma dal punto di vista pratico ancora nulla pare emergere. 

Annunci e situazione interlocutoria anche a Palazzo Pepoli Vecchio, 9 minuti a piedi dai Bastardini, nella sede del Museo della storia di Bologna già parte di «Genus Bononiae» di Fondazione Carisbo, sistema museale privato smantellato un paio di anni fa e ora in larga parte gestito da Opera Laboratori di Firenze. Non Palazzo Pepoli, risalente a metà Trecento, tra i maggiori edifici di pregio della città, dove sopravvive l’allestimento realizzato a inizio secolo dall’architetto Marco Bellini per volere di Fabio Roversi Monaco. Qui, stando a un annuncio del Comune del marzo 2024, doveva finire il nuovo Museo Morandi attualmente (dal 2012) ospitato al MAMbo dopo la sua apertura nella sede originaria di Palazzo d’Accursio il 4 ottobre 1993. Dopo molto polemiche, comunque, ora pare che il Museo della città o della storia non verrà smantellato anche se appunto un anno e mezzo fa il Comune diceva che «le opere di Morandi, attualmente custodite al MAMbo, saranno quindi ospitate da Palazzo Pepoli che vedrà una rivisitazione complessiva degli oltre 3.500 mq disponibili. Un’operazione guidata dai Musei Civici del Comune, accompagnati dalla Fondazione Bologna Welcome, che permetterà di offrire una casa stabile e duratura al pittore». 

La «casa stabile» negli anni precedenti era già stata definita al fianco nel MAMbo, nella settecentesca Palazzina Magnani che proprio per questo dal Demanio statale era passata al Comune, salvo compiere il percorso inverso pochi mesi fa, anche perché l’ente locale favorevole a questa peregrinazione delle opere di Morandi ha visto un ulteriore punto a favore: lo scorso febbraio la Corte d’Appello di Bologna ha confermato, infatti, il primo grado a favore del Comune, nel contenzioso relativo allo spostamento lecito o meno delle opere donate alla morte dall’erede del grande pittore Maria Teresa Morandi. 

I contrari allo spostamento ora sperano nella Cassazione mentre l’assessore alla cultura Daniele Del Pozzo ha affermato: «Si conferma come il Comune abbia agito correttamente: Morandi merita un museo all’altezza che accolga persone da tutto il mondo. La decisione della Corte costituisce un ulteriore e decisivo mattone per il progetto del nuovo Museo Morandi». 

Intanto prosegue il restauro di un altro importante edificio storico di Bologna, quello del Teatro Comunale, realizzato da Antonio Galli Bibiena, che il 14 maggio 1763 aprì le porte al pubblico con la prima esecuzione de «Il trionfo di Clelia» di Gluck su libretto di Pietro Metastasio. I lavori qui, iniziati nella primavera del 2023, dovrebbero terminare nel gennaio ’27: per ora il teatro è ospitato negli spazi dell’Exhibition Hall in periferia, di proprietà dell’ente Fiera. 

Un interno dell’ex Ospedale dei Bastardini a Bologna

Un interno dell’ex Ospedale dei Bastardini a Bologna

Il Museo della storia di Bologna a Palazzo Pepoli: sarà la sede del nuovo Museo Morandi?

Inizialmente era stata designata come «casa stabile» del Museo Morandi la settecentesca Palazzina Magnani

Stefano Luppi, 03 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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