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Il Museo Civico d'arte di Modena è stato diretto da Francesca Piccinini per oltre vent’anni

© Ministero della Cultura

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Il Museo Civico d'arte di Modena è stato diretto da Francesca Piccinini per oltre vent’anni

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«Demansionata»: Francesca Piccinini lascia la direzione del Museo Civico di Modena

Dopo aver guidato l’istituzione per oltre vent'anni e aver coordinato il sito Unesco «Cattedrale, Ghirlandina e Piazza Grande» verrà sostituita da un dirigente regionale 

Stefano Luppi

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«Lascio», conferma a «Il Giornale dell’Arte» Francesca Piccinini, l’ex direttrice del Museo Civico di Modena. «E lo faccio con il rammarico di avere vissuto negli ultimi anni uninversione di tendenza che si è conclusa con il mio demansionamento a soli due anni dalla pensione. Una scelta che, al di là delle mie vicende personali e professionali, rischia di pregiudicare fortemente, per quanto riguarda il Museo Civico, le straordinarie potenzialità offerte da un ampliamento imminente che ne raddoppierà gli spazi con l’acquisizione di oltre duemila nuovi metri quadrati. Inoltre la decisione odierna di demandarne la direzione a un dirigente le cui competenze riguardano le Iniziative culturali e di promozione turistica ed economica” (si tratta di Valentina Galloni della Regione Emilia-Romagna, Ndr) ritengo possa comportare una perdita di visibilità e di autonomia per un museo che la comunità ha identificato come “custode dell’eredità culturale” modenese proprio nel momento in cui esso aveva lopportunità di attualizzare e consolidare la sua missione». Francesca Piccinini, livornese di origine e da decenni residente a Modena, è entrata nel Museo Civico nel 1991 come conservatrice e l’ha poi diretto per oltre due decenni, fino a questo mese

C’è altro, a parte la nuova organizzazione museale che il Comune mette in campo e le «voci» di inserimento del Museo in una fondazione privata a controllo pubblico?
Oltre al museo mi preoccupano anche le scelte che lAmministrazione comunale sta assumendo rispetto al complesso «Cattedrale, Ghirlandina e Piazza Grande», Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco dal 1997, la cui gestione è stata finora improntata alla volontà di preservarne e valorizzarne l’ntrinseco valore universale che lo identifica come espressione altamente rappresentativa dell’arte romanica e di una società in cui valori civili e religiosi sono combinati. Ora sembra invece che si voglia andare verso una nuova forma di gestione, orientata a cogliere in particolare le opportunità turistiche ed economiche fornite dal prestigioso riconoscimento.

Veniamo alla sua attività alla direzione del Museo Civico.
Sono grata all’Amministrazione comunale di Modena, da cui dipendo, per avermi consentito di sviluppare (nel corso degli oltre ventanni in cui sono stata direttrice dell’ente e coordinatrice del sito Unesco) progetti significativi per entrambi. Per il museo, ad esempio, ho realizzato mostre importanti come «Nicolò dell’Abate. Storie dipinte nella pittura del Cinquecento tra Modena e Fontainebleau» (2005) con Sylvie Béguin, «Emozioni in terracotta. Guido Mazzoni, Antonio Begarelli. Sculture del Rinascimento emiliano» (2009) con Giorgio Bonsanti, «Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità» (2017), nata in occasione dei 2.200 anni di fondazione della città romana. Negli ultimi anni mi sono invece concentrata, con il supporto di un team interno appassionato e competente, sul rinnovamento del museo sito nel Palazzo dei Musei, aprendolo al futuro, per cogliere le importanti opportunità offerte dalla prospettiva di incremento degli spazi espositivi. A partire dal 2021, anno del 150mo anniversario dalla fondazione (1871), abbiamo dotato il museo di un nuovo sistema di illuminazione efficace e sostenibile, compiuto un complessivo restyling espositivo del percorso storico e varato un nuovo sistema di identità visiva. Nel contempo ho avviato una riflessione sullampliamento del percorso espositivo che finalmente consentirà di valorizzare lenorme tesoro dei depositi, patrimonio che continua a crescere grazie al rapporto forte con la sua comunità di riferimento e agli scavi archeologici sempre più rigorosi condotti in relazione allo sviluppo urbanistico della città.

Qual è stato il suo impegno per il sito Unesco?
Dal 2005 ne ho coordinato la gestione per conto del Comune che ne è «ente referente»: ho varato nel 2008 il primo Piano di Gestione, seguendone il monitoraggio e laggiornamento periodico, ma abbiamo anche ottenuto e gestito fondi relativi alla legge 77/2006 che dispone misure speciali per i siti Unesco italiani, per complessivi 1,7 milioni di euro suddivisi in 24 progetti. Ho inoltre coordinato otto edizioni dellappuntamento annuale «Modena Patrimonio Mondiale in festa» e vorrei anche fare cenno alla mostra «Romanica. Arte e liturgia nelle terre di San Geminiano e Matilde di Canossa» (2006) con lo studioso Adriano Peroni, uno dei massimi storici dell’arte medievale che ci ha lasciato durante l’estate, nonché l’ampliamento nel 2023 dei Musei del Duomo di Modena, attraverso un nuovo percorso connotato da una forte dimensione multimediale e interattiva.

Francesca Piccinini

Stefano Luppi, 17 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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