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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliDatato tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, di norma tra il 1499 fino al 1502, lo «Stendardo della Santissima Trinità» della Pinacoteca Comunale di Città di Castello (Pg) è stato più volte indicato come l’esordio pittorico in solitaria del precoce Raffaello. Tramite una nota diramata dal Comune conferma il primato Carmen C. Bambach, curatrice del dipartimento di disegni e stampe del Metropolitan Museum of Art e della mostra «Raphael, Sublime Poetry» in calendario dal 23 marzo al 28 giugno 2026 nell’istituto newyorkese con oltre duecento pezzi in esposizione.
La studiosa ha appena compiuto un sopralluogo nella sede dell’Istituto centrale del restauro a Roma dove l’opera processionale è in cura. «Nella mostra verrà presentato come il primo dipinto interamente autografo dell’artista. Grazie anche a questo restauro stiamo approfondendo la ricerca sullo Stendardo, in particolare in relazione alla peste, riferisce Carmen Bambach. La Pala Baronci, che viene considerata la prima opera di Raffaello, è in collaborazione con Evangelista da Meleto (con il quale l’urbinate lavorò nella città umbra, ndr); lo Stendardo invece è in entrambi i lati solo di Raffaello. Grazie al restauro emergerà maggiormente il senso del dipinto con il recupero di parte del disegno sottostante e quindi una visione del prodotto artistico meno focalizzato sul livello archeologico. Alcune lacune saranno sensibilmente ridotte e ci sarà un nuovo equilibrio più sottile tra la pellicola pittorica e il supporto della tela di lino». A suo giudizio lo stendardo «verrà visto dal pubblico americano in relazione anche a Città di Castello come luogo dove emerge Raffaello, artista professionale». Sull’annoso problema della datazione per ora Bambach sembra non sbilanciarsi.
La Pala Baronci a cui la studiosa fa riferimento raffigura l’«Incoronazione di san Nicola da Tolentino» ed è smembrata in più sedi, italiane e non. Il primo documento che la riguarda è del 10 dicembre 1500, la quietanza di pagamento è del settembre 1501. Con Andrea di Tommaso Baronci quale committente, «è la prima opera documentata di Raffaello anche se, nel dibattito critico, contende con il Gonfalone della Santissima Trinità il primato del debutto del giovane maestro» e il contratto cita Evangelista da Pian di Meleto «insieme all’esordiente magister»: così scriveva Laura Teza nel catalogo della mostra da lei curata insieme a Marica Mercalli «Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo», prevista nella Pinacoteca per i 500 anni dalla morte del pittore nel 2020 e, a causa del Covid, allestita da fine ottobre 2021 a inizio gennaio 2022.
Lo stendardo, unica opera mobile del Sanzio rimasta in Umbria, eseguito per la confraternita della Santissima Trinità, nel recto rappresenta la Trinità con i santi Rocco e Sebastiano ai piedi della Croce, nel verso la creazione di Eva e due angeli in volo. Misura 167 centimetri per 94. Il museo tifernate espone le due facce affiancate.
Citato dal 1627, il doppio dipinto ha avuto una storia tormentata e presenta lacune vistose. All’Icr dirige il restauro Tullia Carratù, storica dell’arte che già diresse il precedente intervento conservativo per la mostra del 2021-22, e lo eseguono le restauratrici Alessandra Ferlito e Sabrina Sottile. «Il tempo a disposizione, che ha subìto riduzioni rispetto a quanto era stato preventivato per l’insorgere della pandemia, non ha consentito di realizzare questa ulteriore fase di intervento per ottenere una modifica di tonalità», chiariva l’allora soprintendente in Umbria Marica Mercalli nel catalogo della rassegna del 2021-22.
«Abbiamo sostenuto con convinzione questo progetto autorizzando il restauro e il prestito perché crediamo al valore scientifico e al forte impatto culturale e identitario che avrà», commenta Alessandra Donati, responsabile di zona della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria. Il Comune assicura che l’esito del restauro, come da prassi preceduto da studi e analisi, verrà pubblicato e che «nonostante le condizioni dello Stendardo siano considerate non critiche, anche le modalità di movimentazione sono state messe a punto con l’utilizzo di tecnologie e supporti in grado di garantire la massima sicurezza e tutela, sia nel trasferimento a Roma che in America».
Il sindaco Luca Secondi ringrazia il Metropolitan per «mostrare al pubblico internazionale come la realtà rinascimentale di Città di Castello sia un passaggio fondamentale nel percorso artistico di Raffaello»; per l’assessore alla cultura Michela Botteghi l’appuntamento newyorkese «servirà ad aumentare la consapevolezza della città verso l’eredità che ci ha lasciato il Rinascimento e il turismo».
Carmen C. Bambach del Metropolitan Museum di New York esamina lo «Stendardo della Santissima Trinità» di Raffaello, di Città di Castello, nel laboratorio dell’Istituto centrale del restauro a Roma. Foto Comune di Città di Castello
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