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Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliForse un albergo ante litteram, risalente al II secolo, alle porte della città romana, una grande struttura complessa e articolata con pavimenti musivi, affreschi dai magnifici colori su muri perimetrali più alti di un metro, sistemi per il riscaldamento e persino resti di mobilio. Il tutto conservato in maniera eccezionale, come ha commentato Vincenzo Tiné, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Verona, Vicenza e Rovigo, grazie a un evento catastrofico, come avvenuto a Pompei: probabilmente un incendio che ha provocato il crollo delle strutture e la carbonizzazione delle parti lignee.
È quanto si è potuto appurare durante il proseguimento dello scavo in un’area nel centro storico di Verona, posizionata tra l’Arena e l’antica porta romana che nel Medioevo ha preso il nome di Porta Borsari, sotto l’ex cinema Astra chiuso da più di vent’anni. Il ritrovamento ha origine nel 2005, quando era iniziato l’accertamento nel sottosuolo per procedere al restauro dell’edificio degli anni Trenta e al riutilizzo come multisala.
A fronte di quanto già allora emerso, il cambio di destinazione e la ripresa degli scavi, condotti dalla Cooperativa Archeologia Firenze e finanziati dal proprietario Paolo D’Ignazio che hanno portato alla luce uno scenario superiore alle aspettative. E, come ha precisato l’archeologa Brunella Bruno, funzionaria della Soprintendenza e direttrice dello scavo, quanto emerso in questa seconda campagna rappresenta meno della metà di quanto ancora si potrebbe trovare. Ora si cercano finanziamenti per la realizzazione di un sito archeologico visitabile.

Lo scavo sotto l'ex cinema Astra © Foto Angelo Sartori
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