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Ars Sine Finibus, vigneti laboratorio culturale transfrontaliero

Inaugurato a San Floriano del Collio il parco d’arte permanente progettato per GO!2025 dai produttori Robert Princic (Gradis’ciutta) e Matjaž Četrtič (Ferdinand). Tra installazioni e poesia, anche un bando per under 35

Jenny Dogliani

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È stato inaugurato venerdì 5 settembre, tra i filari di San Floriano del Collio, il nuovo parco d’arte permanente Ars Sine Finibus, realizzato nell’ambito del programma di GO!2025 -Gorizia e Nova Gorica Capitale Europea della Cultura. Il progetto mette in rete i vigneti del Collio e del Brda, trasformandoli in un itinerario artistico che ingloba e cancella il confine tra i due Paesi. L’idea nasce da due produttori che rappresentano al meglio le due anime del territorio: Robert Princic, alla guida di Gradis’ciutta a San Floriano del Collio, e Matjaž Četrtič, titolare della cantina Ferdinand a Kojsko, nel Brda sloveno. Entrambi producono i grandi bianchi della tradizione locale – Ribolla Gialla, Friulano, Malvasia, Sauvignon – accanto a varietà internazionali come Chardonnay, Pinot Grigio e Merlot, con una forte attenzione alla qualità e all’identità territoriale. Con questo progetto i due viticoltori non si sono accontentati di una sponsorizzazione, si sono impegnati in prima persona a trasformare i propri vigneti in luogo di esperienza culturale oltre che produttiva, un paesaggio agricolo vivo dove si può ora camminare o pedalare tra filari ordinati, muretti a secco, colline che digradano dolcemente verso l’Isonzo. Da un lato il Collio friulano, dall’altro il Brda sloveno: un’unica trama di vigneti che da secoli produce vino.Le opere non interrompono lo scenario, ma si integrano armonicamente a esso. Le sfere di Marco Nereo Rotelli, ad esempio, nonostante la loro monumentalità, non si impongono come presenze estranee: l’acciaio Cor-Ten richiama i toni caldi della terra e del legno delle viti; la forma rotonda, invece, evoca un acino cresciuto a dismisura. Si può entrare all’interno, varcata la soglia si è inondati dalla luce colorata, immersi tra i versi poetici proiettati e le note di una musica che ricorda a tratti il silenzio delle cantine, a tratti la coralità di una festa collettiva.

Ars Sine Finibus

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Poco distante, i pannelli ceramici di Giorgio Celiberti punteggiano il terreno come un cammino simbolico, una Via Lucis che guida lo sguardo tra i filari. Sono elementi discreti, ma capaci di catturare i raggi del sole al tramonto, quando il paesaggio stesso diventa parte integrante dell’opera. Ancora più inaspettato il lavoro di Riccardo Valentini: i sensori applicati alle viti trasformano le micro-variazioni delle piante in suoni, dando voce a ciò che normalmente resta invisibile. Il visitatore riesce così ad ascoltare il respiro della natura, a percepire il ritmo della vite che cresce. Il paesaggio non è fatto solo di linee e colori, ma anche di suoni, come il fruscio delle foglie, il canto degli uccelli, il ronzio delle api, il rumore della pioggia, una colonna sonora naturale che cambia nel tempo e nello spazio. Una dimensione con la quale si confronta Remota, l’installazione sonora realizzata con le poesie di Valerio Magrelli e Aleš Šteger. Camminando si può ascoltare la voce dei due poeti che emerge e si perde tra i grappoli, parole che sovrappongono due lingue diverse come due melodie di una stessa partitura. La voce non è mai predominante, si mescola ai rumori della natura che caratterizzano il parco: la colonna sonora ideata da Alessio Bertallot amalgama il tutto, i suoni con le voci e i rumori naturali. Completano il percorso installazioni site specific profondamente integrate al paesaggio agricolo dei giovani artisti selezionati con il concorso internazionale 30 Under 35, provenienti da Italia e Slovenia. Le loro opere, costruite con materiali di recupero e soluzioni sostenibili, sono piccole architetture che si appoggiano ai muretti a secco, segni che sfruttano i pali delle vigne, elementi che invitano a fermarsi e guardare il territorio da nuove angolazioni, facendo delle vigne un laboratorio culturale transfrontaliero.

Ars Sine Finibus

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Jenny Dogliani, 08 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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