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«Strage degli Innocenti», affresco, Atri, Cattedrale di Santa Maria Assunta

Photo: Gino Di Paolo

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«Strage degli Innocenti», affresco, Atri, Cattedrale di Santa Maria Assunta

Photo: Gino Di Paolo

Andrea Delitio, maestro del Rinascimento abruzzese

La prima indagine sistematica sul pittore che trasformò il linguaggio rinascimentale in un vivace dialetto visivo capace di veicolare ispirazioni artistiche alte in forme identitarie e riconoscibili

Virtus Zallot

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La scelta di comporre in copertina 13 fotografie di opere diverse per tipologia, autore e collocazione geografica anticipa lo sguardo ampio di questo volume, a smentire il pregiudizio che lo splendido Abruzzo sia soltanto paesaggio montano o marino. Meta, per fortuna, di un turismo prevalentemente naturalistico o balneare, che non intasa i luoghi d’arte, è invece straordinario museo diffuso di opere site specific e di piccole collezioni, che meriterebbero di essere maggiormente indagate. 

È la direzione intrapresa dal gruppo di studiosi che, nel settembre 2022, ha esposto l’esito delle proprie ricerche in un convegno significativamente dislocato in tre siti (Celano, L’Aquila e Atri), di cui la pubblicazione qui presentata restituisce gli Atti. La coralità dei 23 contributi e la ricchezza degli studi, coordinati entro un rigoroso impianto generale, li rendono strumento imprescindibile per chi voglia conoscere l’arte del Quattrocento abruzzese, di cui aggiorna e integra la lettura e letteratura critica a partire dal fondamentale apporto di Ferdinando Bologna (morto nel 2019), alla memoria del quale essi sono dedicati.

Esemplare anche dal punto di vista metodologico, il volume contestualizza le opere in modo documentato e non generico, entro l’ambito locale e nelle sue relazioni con l’esterno, in rapporto alla tradizione e alla contemporaneità, considerando le interazioni tra i fattori e i soggetti che vi contribuirono. Ampio spazio riserva ad Andrea Delitio; ma altrettanto ad altri maestri e opere, spaziando in molteplici luoghi e temi. Il capitolo finale presenta documenti e resoconti di restauri. Ciascun contributo è illustrato e corredato da un apparato di note. Il volume contiene inoltre un ricco inserto fotografico e una bibliografia finale.

«Madonna allattante il Bambino con due angeli adoranti», affresco, L’Aquila, Chiesa di Sant’Amico. Photo: Gino Di Paolo

L’arte abruzzese (ma, in particolare, marsicana) del Quattrocento è dunque indagata nei suoi molteplici e integrati aspetti, soprattutto nell’interpretazione del suo artefice forse più significativo e noto: Andrea Delitio. Di tale pittore sono ricostruiti formazione, relazioni, caratteri formali e scelte iconografiche, oltre a un aggiornato catalogo delle opere e all’analisi approfondita del suo capolavoro: il ciclo di affreschi nel coro della Cattedrale di Santa Maria Assunta, ad Atri. Tale impresa assurge a manifesto del Rinascimento abruzzese, che Roberto Longhi definì «umbratile», uno dei tanti rinascimenti italiani in cui la cui lingua aulica fu tradotta in una sorta di dialetto visivo capace di veicolare contenuti alti, in adattamento alle condizioni contestuali e di realtà.

Nel racconto illustrato di Delitio, afferma Alessandro Delpriori, le «Storie di Maria» sono piene «di scene gustose, di sguardi ammiccanti, di particolari leziosi e pure di violenze raccapriccianti, ma tutto è legato da un’eleganza di fondo e dalla straordinaria capacità espressiva». Vi compaiono brani di vita quotidiana, tipi ed espressioni quasi caricaturali, profondità multiple che esulano dalle regole prospettiche e si espandono liberamente, un superfluo che movimenta il sostanziale. Le scene, attualizzate al presente del pittore, documentano inoltre abiti, gesti, usi, arredi, suppellettili e oggetti, vivificati nell’uso. 

Oltre a Delitio, il volume aggiorna la ricerca sui Maestri della Cappella Caldora, di Collemaggio, di Magliano e della Madonna di Vico, su Saturnino Gatti, Pietro Torrigiani e altri ancora, individuando la presenza anche di maestranze lombarde o formate allo stile rinascimentale lombardo. Ricostruisce poi il clima culturale e artistico della Scuola Aquilana, quando in città operavano agili e organizzate botteghe aggiornate sulle novità dell’Italia di mezzo e, in particolare, fiorentine. In tale contesto, la circolazione di opere e artisti determinò una produzione di stile decisamente rinascimentale, declinata in modo identitario e riconoscibile, soprattutto per l’espressività accentuata di volti e gesti. Un ulteriore approfondimento si sofferma su Silvestro Aquilano, «rarissimo scultore, bonissimo architettore e pittore» (come recita la citazione riportata nel sottotitolo della monografia di Rossana Torlontano, uscita nel 2024 per De Luca Editori d’Arte). 

Non sorprendono, scorrendone le pagine, le molte Madonne con Bambino, dipinte e scolpite, che sole consentirebbero di ricostruire il percorso e lo stato dell’arte nel periodo e nell’area considerata. Il pensiero va alle loro luminose antenate conservate nel Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, a comporre un itinerario dal Romanico al Rinascimento, nella città capoluogo e in una miriade di altri siti, in chiese o musei: a proposito di una terra splendida solo di montagne e di mare.

Andrea Delitio e l’arte del Quattrocento in Abruzzo
a cura di Federico Giannini, 368 pp., ill. col. e b/n, Zip Adv, Pescara 2024, € 42,75

Atri, Cattedrale, Coro dei Canonici. Photo: Gino Di Paolo

Virtus Zallot, 11 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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Andrea Delitio, maestro del Rinascimento abruzzese | Virtus Zallot

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