Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Redazione
Leggi i suoi articoliIl mondo dell’arte perde una delle sue voci più originali: Walter Swennen (1946-2025) artista belga noto per il suo approccio concettuale e anti-narrativo alla pittura, è scomparso all’età di 79 anni il 15 agosto. A dare la notizia è stata la sua galleria, Xavier Hufkens, con un post pubblicato su Instagram, in cui si celebra la «libertà assoluta» che ha guidato per decenni la sua pratica artistica. Nato a Bruxelles, Swennen ha attraversato vari territori prima di approdare alla pittura. Poeta, performer, filosofo e psicoanalista di formazione, ha cominciato a dipingere all’inizio degli anni ’80, portando con sé un approccio concettuale maturato nei movimenti Dada e nella Beat Generation, influenzato anche dal pensiero di Lacan e dalla lezione del suo amico Marcel Broodthaers.
Per Swennen, la pittura non era un mezzo per rappresentare qualcosa, ma un campo di sperimentazione in cui forma, linguaggio e gesto si confrontavano disinvoltamente. Ha sempre rifiutato la coerenza espressiva e l’idea di uno stile riconoscibile, preferendo invece esplorare ogni tela come un’occasione a sé, in cui il come determina il cosa. Le sue opere si presentano come superfici dove segni, parole, frammenti di immagine convivono in un equilibrio instabile e ironico, spesso privo di riferimenti narrativi o prospettici. Nonostante l'importanza della sua ricerca, Swennen è rimasto a lungo una figura relativamente marginale sulla scena internazionale. Solo negli ultimi quindici anni, grazie alla collaborazione con Xavier Hufkens, che lo rappresentava dal 2014 – il suo lavoro ha iniziato a ottenere un riconoscimento più ampio, con mostre personali in istituzioni come il WIELS di Bruxelles, la Triennale di Milano, il Kunstmuseum Bonn, e con l’ingresso nella scuderia della galleria newyorkese Barbara Gladstone.
Nel 2020 ha ricevuto il prestigioso premio Ultima per le arti visive dalla Comunità fiamminga, che ha donato interamente al Partito dei Lavoratori del Belgio, coerente con una visione politica sempre presente ma mai ostentata. Swennen ha sempre affermato che i suoi quadri non sono «su qualcosa», né richiedono interpretazione. L’arte, per lui, era un processo senza garanzie, dove il pensiero si fa forma solo nel momento in cui accade. Come ricordato dalla sua galleria, «Centrale nella sua pratica era l’idea che l’arte dovesse essere libera dal significato imposto, permettendo al caso, all’intuizione e alla curiosità di guidare il processo. Attingendo da una vasta gamma di fonti - tra cui free jazz, fumetti, filosofia, segnaletica stradale e storia dell’arte - la sua pittura è stata caratterizzata da umorismo, gioco linguistico e sperimentazione visiva». Hufkens ha aggiunto al suo ricordo del pittore belga parole commosse: «La morte di Walter è una perdita immensa, sia personale che artisticamente. Era un caro amico e un vero visionario, il cui pensiero era tanto intransigente quanto libero. Ci mancherà profondamente, ma il suo spirito resisterà, ispirando e sfidando le generazioni a venire».
Altri articoli dell'autore
Nel 1913, lo zar Nicola II lo commissionò per 24.600 rubli. Oggi è diventato l'opera più costosa del gioielliere russo mai aggiudicata
Scompare a soli 53 anni l'imprenditore che era riuscito a coniugare l’amore per la terra e quello per l’arte
La testa di una kore in marmo rinvenuta nella città etrusca getta nuova luce sulle relazioni culturali tra Greci ed Etruschi. Riemersa durante gli scavi nell’ambito di un progetto interdisciplinare delle Università di Friburgo e di Magonza, sarà svelata al pubblico il 5 dicembre
Punto forte dell'iniziativa è la mappatura di oltre 100 artisti under35, selezionati attraverso due anni di visite, letture di portfoli e ricognizioni nelle mostre italiane



