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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliLo aveva scritto Andrea Rosario Staffa della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo, nella sua relazione: l’area con i resti di una villa romana e di tre fornaci del I-II secolo d.C. che producevano ceramica presso via Saline a Spoltore, nel pescarese, andava vincolata per «evitare ulteriori danni a seguito di lavori agricoli profondi e dell’eventuale espansione del centro moderno di Santa Teresa».
Conforta che il parere del tecnico sia stato accolto: la Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale dell’Abruzzo ha vincolato la zona archeologica vietando anche «qualsivoglia attività di carattere urbanistico». Lì l’Archeoclub di Pescara con l’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti ha scavato dal 2000 e poi dal 2009 al 2012.
Il territorio, annotava Staffa, «risulta interessato da numerose testimonianze di ville e altri insediamenti romani». Il Comune confida di finanziare nuovi scavi per poi aprire un polo archeologico e un «campo scuola».

Uno scorcio dell'area archeologica di Spoltore. Foto Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell'Abruzzo
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