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Giovanni Pellinghelli del Monticello
Leggi i suoi articoliMonaco di Baviera (Germania). Letteralmente all'undicesima ora le autorità italiane hanno concesso il prestito della «Medusa Murtola» alla Alte Pinakothek di Monaco di Baviera per la mostra «Utrecht, Caravaggio e l'Europa» (fino al 21 luglio), che si unisce così alla «Deposizione di Cristo» di Caravaggio dei Musei Vaticani, al «San Girolamo Penitente» (1605) del Museo di Montserrat e alla «Buona Ventura» (1595-96) dei Musei Capitolini di Roma.
La «Medusa Murtola», firmata, datata intorno al 1596-97, oggi in collezione privata, è stata identificata da Mina Gregori (2011) e altri studiosi come la prima delle due versioni esistenti del dipinto, grazie alle indagini chimiche e radiografiche che rivelano sia vari pentimenti sia la presenza di disegni preparatori «a carbone», e reca la firma di Caravaggio, impressa nel sangue che sgorga dalla testa.
La seconda versione, commissionata a Caravaggio dal cardinal Francesco-Maria Bourbon del Monte come dono per Ferdinando I de’ Medici, granduca di Toscana che aveva ammirato la prima Medusa, è agli Uffizi.
Questa prima versione prende il nome dal poeta italiano Gaspare Murtola (morto nel 1625), che ne scrisse in un madrigale del 1603: «Fuggi, perché se i tuoi occhi sono pietrificati per lo stupore, ti trasformerà in pietra».
La «Medusa Murtola» (particolare)
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