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Un particolare degli affreschi restaurati ad Empoli

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Un particolare degli affreschi restaurati ad Empoli

A Empoli restaurato il «Sant’Ivo tra i pupilli» di Masolino da Panicale

L’intervento conclude una campagna di recupero delle opere del maestro avviata in occasione della monografica tenutasi nella città toscana nella prima metà del 2024

Gaspare Melchiorri

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Il 20 giugno è stato presentato a Empoli, nella Chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani, il restauro del «Sant’Ivo tra i pupilli» di Masolino da Panicale. Eseguito a buon fresco nel 1424, venne ritrovato sotto lo scialbo nel 1943, come tutte le altre pitture quattrocentesche di questa chiesa sottoposta negli anni Quaranta del Novecento a una scrupolosa campagna di saggi diretta da Ugo Procacci.

Le opere furono restaurate dopo la guerra e il frammento del Sant’Ivo fu strappato nel 1958 e esposto in molteplici mostre di carattere internazionale. L’attuale restauro è stato possibile grazie al contributo della Fondazione Cr Firenze e dal mecenate Stefano Cappelli, il cui supporto finanziario è stato fondamentale. L’intervento sul Sant’Ivo conclude i lavori dedicati al recupero delle opere di Masolino iniziati in occasione della retrospettiva, che ha raccolto il maggior numero di opere mai presentato finora, promossa da Comune di Empoli e Fondazione Cr Firenze («Empoli 1424. Masolino e gli albori del Rinascimento»), tenutasi dal 6 aprile al 7 luglio del 2024. La mostra si è tenuta in occasione del 600mo anniversario della realizzazione del «Ciclo della Vera Croce» nella Cappella della Compagnia della Croce nella Chiesa di Santo Stefano.

Nel corso della presentazione del 20 giugno, Lidia Cinelli, restauratrice del «Sant’Ivo», ha spiegato che cosa è stato fatto negli ultimi mesi: «Sono particolarmente grata a chi ha reso possibile il restauro dell’affresco staccato di Masolino, scoperto sotto lo scialbo da Ugo Procacci nel 1943: Stefano e Sabrina Cappelli, del Colorificio Cappelli di Empoli, e la Fondazione Cr Firenze. Ho così potuto concludere il restauro del transetto destro della Chiesa conventuale di Santo Stefano degli Agostiniani, che costituisce la parte più interessante, e anche più complicata, di tutto l’edificio religioso, per le sovrapposizioni intervenute negli anni e la presenza di grandi artisti del primo Quattrocento che si sono dati il cambio sui ponteggi: Starnina, Masolino da Panicale e Bicci di Lorenzo. Ho iniziato con il restauro della “Madonna col Bambino fra due angeli”, detta “di Sagrestia” perché posizionata sulla porta che portava alla Sagrestia. Era l’anno 2018.

Abbiamo proseguito poi nel 2020 con un frammento raffigurante un profeta e sinopie. Questi due primi restauri sono stati resi possibili da Mario Cerofolini. Venendo al restauro attuale, diretto da Laura Torricini, Elena Alfani e Alberto Felici della Soprintendenza Sabap per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, ho operato utilizzando due metodologie di restauro diverse: nel caso dell’affresco di mano di Masolino, strappato e riportato su un supporto di legno, ho eseguito la pulitura con carta giapponese e pochissima acqua; mentre per il frammento con finte architetture e per le parti rimaste delle balze in basso, ho potuto utilizzare impacchi di cellulosa. Ho eseguito un accurato intervento di consolidamento interstrato nei frammenti di balza completamente sollevati e staccati dal supporto. Infine, su tutte le pitture ho eseguito la stuccatura e il restauro pittorico».

«Questo intervento è il risultato di una virtuosa collaborazione tra pubblico, privato e mondo del restauro, che ha permesso non solo di valorizzare un patrimonio artistico straordinario, ma anche di riscoprire i significati e le storie dentro l’opera stessa, dichiara da parte sua Gabriele Gori, direttore generale di Fondazione Cr Firenze. Empoli conferma la sua centralità nel panorama del primo Rinascimento, come abbiamo di recente avuto modo di apprezzare nella mostra dedicata a Masolino che abbiamo promosso insieme al Comune di Empoli. La restituzione alla comunità di un capolavoro come il “Sant’Ivo tra i pupilli” rappresenta perfettamente il senso del nostro impegno: sostenere la bellezza come valore collettivo».

«Grazie al restauro l’opera di Masolino nella Chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani rivela aspetti nuovi, afferma la soprintendente Antonella Ranaldi. Per la sua piacevolezza e qualità, è stata esposta in mostre in tutto il mondo nel secolo scorso e che quindi tutto il mondo ha conosciuto come “Sant’Ivo coi pupilli”. Essa ci ha rivelato, grazie al lavoro della restauratrice Lidia Cinelli e dei funzionari della Soprintendenza fiorentina Alfani Felici e Torricini, ben due cose: una nuova identità con una nuova proposta iconografica come rappresentazione di “Sant’Orsola e le vergini” e la presenza di una sinopia mai del tutto indagata e che aspetta di essere riportata a una leggibilità chiara per poter aprire nuove prospettive sulla vita artistica empolese del primo quarto del secolo XV».

Infine, chi ha contribuito con i materiali, Stefano Cappelli e Cristiano Tempestini del Colorificio Cappelli: «Abbiamo scelto di sostenere questo progetto come donatori con una consapevolezza che ci appartiene: quella dei materiali. Perché dietro ogni grande opera c’è anche una materia prima (poi invisibile, ma essenziale) che dà forma al pensiero dell’artista. Nel nostro lavoro quotidiano ci capita di pensare che, nei secoli, dietro a ogni capolavoro c’è sempre stato un mercante, un artigiano, un chimico, un esperto di pigmenti, che non firmava l’opera, ma contribuiva a renderla possibile. L’affresco attribuito a Masolino ci ricorda proprio questo equilibrio tra arte, tecnica e materiali. Sostenere il suo restauro è stato per noi un modo per onorare chi, con umiltà e competenza, ha sempre lavorato al servizio degli artisti e della bellezza, aiutandola a durare nel tempo. Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile la restituzione alla città di questo capolavoro».

Gaspare Melchiorri, 23 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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