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Vincent van Gogh, «La notte stellata»

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Vincent van Gogh, «La notte stellata»

I cieli di Van Gogh rivelano l’appassionato di astronomia che era in lui

Edvige Corbelli, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Arcetri, spiega da che cosa si evince la tesi che lei sostiene in un articolo pubblicato su una rivista scientifica specializzata

Gaspare Melchiorri

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Sono tanti i cieli notturni presenti nelle opere di Vincent van Gogh. La particolare cura con cui l’artista li raffigura ha fatto pensare a un suo particolare interesse per l’astronomia. Ne è convinta anche Edvige Corbelli, ricercatrice dell’Inaf (l’Osservatorio Astrofisico, parte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica) di Arcetri, che ha recentemente pubblicato sul periodico scientifico «Journal of Astronomical History and Heritage» uno studio, «Depictions of a lunar eclipse and the dawn of astrophysics in van Gogh’s paintings» («Raffigurazioni di una eclisse lunare e l’alba dell’astrofisica nei dipinti di Van Gogh»), sulle opere del maestro olandese viste con gli occhi, appunto, dell’astrofisica.

All’Inaf Corbelli si occupa di astrofisica extragalattica, in particolare di formazione stellare in galassie vicine, di materia oscura, e di dinamica e interazioni tra galassie. L’ha intervistata Rossella Spiga per la pagina «media» del sito dell’Inaf.

Corbelli afferma che «la fedeltà di Van Gogh nel riprodurre le posizioni e le caratteristiche degli oggetti celesti, così come la sua profonda attenzione ai fenomeni celesti, sono evidenti in molte delle sue opere, in particolare durante gli ultimi anni della sua vita. Ho analizzato in particolare le opere che suggerivano la consapevolezza dell’artista di nuovi concetti astrofisici rilevanti nella seconda metà del XIX secolo, e sicuramente il profondo fascino che Van Gogh provava per i fenomeni celesti che spesso raffigurava nei suoi capolavori».

Parlando dell’opera «La notte stellata», la scienziata rileva che «le stelle non sono rappresentate semplicemente come piccoli punti gialli contro un cielo scuro. Presentano una struttura e assumono un colore non uniforme dal centro verso i bordi. I colori cambiano da una stella all’altra. Non dimentichiamo infatti che la spettroscopia stellare, ovvero lo studio e la classificazione degli spettri, nacque all’inizio del XIX secolo, quando lo scienziato tedesco Joseph von Fraunhofer scoprì le righe scure nello spettro del Sole, come descritto da Flammarion nel libro Astronomia popolare, nelle riviste dell’epoca. E Van Gogh era un lettore accanito, dai tempi in cui lavorò in una libreria. Il pianeta Venere (descritto da Van Gogh come “…la stella del mattino…”) era l’oggetto più luminoso del cielo al momento in cui questo capolavoro fu dipinto. Posizionato a destra del cipresso, Venere è raffigurato con un prominente involucro bianco che circonda un piccolo nucleo giallastro. Secondo Stellarium (un planetario virtuale realizzato mediante software, Ndr), il pianeta raggiunse la sua massima luminosità nel giugno del 1889. Le posizioni relative della Luna e di Venere corrispondono a un’osservazione del cielo tra il 18 e il 23 giugno. Ne “La notte stellata” ci sono altri elementi di grande interesse astronomico: Van Gogh rappresenta il cielo con movimenti vorticosi. Nel mio articolo analizzo diverse ipotesi sul vortice centrale del quadro, alcune delle quali mai presentate prima, come quella collegata con lo sciame delle Arietidi, presente in quella zona di cielo in quel periodo della notte e con l’ipotesi di quei tempi che la formazione delle nebulose a spirale fosse collegata con gli sciami di meteoriti».

A proposito del colore rossastro della Luna raffigurata nell’opera «Paesaggio serale con luna crescente», opera conservata al Kröller-Müller Museum di Otterlo, la studiosa ha una sua precisa convinzione. «Sono sempre rimasta perplessa riguardo il colore rossastro della Luna in “Moonrise”, solo da un lato. Mi sono resa conto che la luce cinerea della Luna poteva indicare un’eclissi. Ho quindi cercato nell’archivio della Nasa dedicato alle eclissi lunari tra il 1801 e il 1900 e ho scoperto che l’eclissi lunare numero 09393, verificatasi il 12 luglio 1889, era visibile dalla Francia meridionale. Si trattava di un’eclissi lunare parziale della durata di 142 minuti. Si può facilmente ricostruire che a Saint-Rémy-de-Provence, dove si trovava allora l’artista, la fase di penombra di questa eclissi è iniziata subito dopo il sorgere della Luna sull’orizzonte in direzione sud-est, intorno alle 20:05 (ora locale). È probabile che la Luna e l’eclissi siano diventate visibili dalla stanza di van Gogh pochi minuti dopo, quando la Luna si levò sopra la parete rocciosa della cresta alpina. Non sappiamo se van Gogh fosse a conoscenza dell’imminente eclissi lunare ma anche la popolare rivista “L’Astronomie” (che all’epoca era anche il “Bulletin de la Société Astronomique de France”) riportava che un’eclissi lunare parziale si sarebbe verificata in Francia il 12 luglio. La datazione del quadro coincide esattamente con un’eclissi parziale di luna visibile in Provenza, e questa è una vera scoperta. Spero che in futuro nei libri di arte ci si riferisca al dipinto “Moonrise” come “Eclipse at moonrise”».

Corbelli, quindi, è convinta che Van Gogh fosse un appassionato di astronomia. «Sono giunta alla conclusione che “La notte stellata”, così come altri dipinti, non era solo guidata dalla poesia della notte, ma anche dalla sua consapevolezza dell’alba dell’astrofisica nel XIX secolo. È evidente un cambiamento nel modo in cui l’artista concepiva il cielo (con cieli che diventavano più dinamici e ricchi di colori) dopo il suo soggiorno a Parigi, tra il 1886 e il 1888, quando Parigi si preparava per l’Esposizione universale con l’inaugurazione della Torre Eiffel, simbolo del progresso e della cultura. L’impressione generale è che l’artista nutrisse un fascino e una profonda attenzione per i fenomeni celesti, oltre a una certa conoscenza delle nuove meraviglie e scoperte dell’astrofisica del XIX secolo. Insomma, nelle opere di Van Gogh emerge un fortissimo legame tra arte e scienza».

Vincent Van Gogh, «Paesaggio serale con luna crescente»

Gaspare Melchiorri, 20 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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