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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliGrazie alla gentile concessione di Archinto, editore di Giuliano Briganti, Roberto Longhi. Incontri. Corrispondenza 1939-1969, nelle librerie dal primo febbraio, pubblichiamo in esclusiva in anteprima alcuni estratti del carteggio contenuti nel volume. La curatrice Laura Laureati spiega com’è nata l’idea di questo libro.
«Nel 2009 ho trascritto, secondo un regolamento allora vigente alla Fondazione Longhi, le prime ventidue lettere di Giuliano Briganti a Roberto Longhi e ho potuto avere le fotocopie delle restanti quattordici per la cortesia di Maria Cristina Bandera, direttrice scientifica della Fondazione.
Proseguivo così un lavoro sulla corrispondenza di Briganti avviato anni prima, quando avevo trascritto le lettere di Carlo Ludovico Ragghianti a Giuliano, poi pubblicate da me su «Paragone» nel 2003, nel numero della rivista dedicato allo studioso nei dieci anni dalla morte. Oltre alle lettere di Briganti a Longhi c’erano quelle di Longhi a Giuliano nell’archivio Briganti a Roma.
La mia intenzione era in realtà di scrivere una biografia intellettuale di Briganti; mi sono resa conto, tuttavia, di quanto fosse difficile per me realizzare questo progetto, dato il rapporto affettivo che, come allieva, mi aveva legato al mio maestro per tanti anni. Lo studio di questa corrispondenza è comunque un lavoro sulla biografia di Briganti, forse più aderente al carattere “asistematico” di Giuliano.
Di Briganti, oltre al suo insegnamento, mi si è sempre piaciuto il carattere mite, morbido e dolce, che mirava alla conciliazione. Riusciva ad andare d’accordo con tutti, anche con Argan che proveniva da una formazione molto diversa dalla sua.
Quando nel 2018 Giovanni Agosti si rivolse a Luisa Laureati Briganti per chiederle di studiare il rapporto di Giuliano con Longhi, lei spiegò che io stavo già lavorando sul carteggio tra i due studiosi. Così abbiamo deciso di dividerci i compiti: Agosti ha studiato gli scritti di Briganti su Longhi e io il carteggio».
7 dicembre 1941
Caro Giuliano,
Sono io che devo ringraziare te per la cortese ospitalità concessami l’ultima volta che venni da te con l’amico Mentasti. Anzi ti prego di ringraziare anche la Nonna e i Tuoi.
L’altro giorno tuo Babbo è passato da me, prima di tornare a Roma; mi dispiacque di non essere in casa. Spero che ci vedremo a Roma qualche volta.
Io sono qui in una specie di tana in Borgo San Jacopo; e nei magri scaffali cerco sempre i libri che ho lasciato in via Fortini, s’intende!
Tu che cosa fai? Come va il Tibaldi e il Manierismo? Hai qualche cosa da darmi per la rivista che sto apprestando? Pensaci seriamente.
Hai poi visto Maccari? Anche Longanesi mi parlò di un lavoro che intendeva affidarti; se ben ricordo la messa a punto del materiale di lettere di pittori che gli ha da servire per un volume.
Scrivimi qualche cosa e rammentati che se un soggiorno fiorentino non ti fosse sgradito, ci sarebbe da lavorare anche qui. Mais toi, tu t’appuies sur Rome, come Paul Cézanne, brigantino che non sei altro!
Fortunato Gentile mi chiede spesso di te.
Io ti saluto caramente.
tuo aff.
Roberto Longhi
Firenze
Borgo San Jacopo 22
LEGGI l'anteprima esclusiva di una parte del carteggio
Giuliano Briganti, Roberto Longhi, «Incontri. Corrispondenza 1939-1969»,
a cura di Laura Laureati pp. 201, Archinto, Milano 2021, € 18

Una foto di Longhi con dedica a Giuliano, che Briganti teneva nello studio
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