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Federico Florian
Leggi i suoi articoliIl quinto piano del nuovo Whitney Museum consiste in una vastissima galleria di quasi 1.700 mq, con una vista sul Meatpacking District e sul fiume Hudson
Si tratta della più grande galleria aperta della Grande Mela, priva di barriere e divisioni interne; nonché la sede, fino al 14 maggio, di un ciclo espositivo in cinque parti che vede la partecipazione di altrettanti artisti, invitati dal museo a realizzare progetti appositamente concepiti.
«Dopo quasi un anno dal trasferimento della sede del museo a downtown, abbiamo deciso di svelare questo spazio per la prima volta nella sua interezza, dando agli artisti l’opportunità di rispondere al sito con nuovi progetti, o esponendo opere della collezione mai mostrate prima», afferma il curatore Scott Rothkopf.
A inaugurare il ciclo, intitolato «Open Plan», è fino al 13 marzo Andrea Fraser (1965) con l’installazione audio «Down the River», che riflette sulle relazioni tra istituzioni museali e strutture correttive. Nella galleria si susseguiranno dal 17 al 20 marzo i progetti di Lucy Dodd (1981), che realizza appositamente per questo spazio un grande dipinto utilizzando materiali insoliti quali noci fermentate, erba mate ed ematite, il tutto accompagnato da performance e musica live, e dal 25 marzo al 10 aprile di Michael Heizer (1944), in mostra con un’imponente installazione fotografica (documentazione dell’opera di Land Art che concepì a Monaco nel 1970).
A chiudere il ciclo, tra aprile e maggio, i progetti di Cecil Taylor (1929) e Steve McQueen (1969) quest’ultimo autore di un’installazione incentrata sulla figura del performer e attivista afroamericano Paul Robeson.
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