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Wally dei desideri

Flavia Foradini

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Il suo vero nome era Walburga Neuziel, ma per la posterità è «Wally». Dapprima modella adolescente per Gustav Klimt e quindi musa e compagna di Egon Schiele dal 1911 al 1915, Wally è al centro della mostra «Wally Neuziel. La sua vita con Egon Schiele» al Leopold Museum dal 27 febbraio al primo giugno. Di umili origini e dalla vita breve (morì nel 1917 all’età di 23 anni), Wally fu accanto al pittore austriaco in momenti chiave, come durante il soggiorno nel 1911 nella cittadina di Krumau (oggi nella Repubblica Ceca col nome Cesky Krumlov) e nel 1912 quando l’artista, accusato di pedofilia e pornografia, venne imprigionato. Anni cruciali e fecondi per la produzione pittorica e grafica di Schiele, che nel 1915, poco prima di essere richiamato alle armi, decise di troncare bruscamente la relazione con la giovane donna e convolare a nozze con Edith Harms, considerata dall’artista «conveniente» e perciò «migliore» di Wally. Curata da Diethard Leopold, Stephan Pumberger e Birgit Summerauer la mostra, prima ampia iniziativa dedicata non soltanto a Wally Neuziel in quanto modella, ma anche in quanto progressiva e trasgressiva donna di inizio ’900, è incentrata attorno al ritratto di Wally, oggetto di un clamoroso processo per restituzione concluso il 20 luglio 2010 con un accordo stragiudiziale da 19 milioni di dollari. Il quadro dipinto da Schiele nel 1912, acquistato nel 1954 da Rudolf Leopold, era stato posto sotto sequestro dalle autorità statunitensi nel gennaio del 1998, dopo la denuncia degli eredi di Lea Bondi-Jaray ed era rimasto negli Stati Uniti per dodici anni. Accanto a un centinaio tra fotografie e documenti, dei 50 lavori di Schiele in mostra numerosi provengono dal Belvedere e da musei e collezioni straniere.

Flavia Foradini, 17 febbraio 2015 | © Riproduzione riservata

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Wally dei desideri | Flavia Foradini

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