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Damien Hirst, «Beautiful Temporarily Lost At Sea Drawing», 2008

Photo: Prudence Cuming Associates Ltd. © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved/ Bildrecht, Vienna 2025

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Damien Hirst, «Beautiful Temporarily Lost At Sea Drawing», 2008

Photo: Prudence Cuming Associates Ltd. © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved/ Bildrecht, Vienna 2025

L’Albertina modern svela il Damien Hirst disegnatore

Nell’istituzione viennese la prima presentazione museale delle opere su carta dell’artista inglese per uno sguardo dietro le quinte dei suoi lavori: «Ho sempre con me taccuini o carta, matita o biro»

In completa aderenza con la propria missione originaria di museo legato al disegno e alla grafica, «Damien Hirst. Disegni», che l’Albertina modern di Vienna propone dal 7 maggio al 12 ottobre, è la prima presentazione museale di Damien Hirst disegnatore, un aspetto che la sua variegata produzione di dipinti, sculture e installazioni ha lasciato finora perlopiù in ombra, nonostante la convinzione dell’artista che si tratti di una forma espressiva importante: «Ho sempre con me taccuini o carta, matita o biro. Tutto inizia con un’idea, e matita e carta sono la migliore possibilità di esplorare idee complesse, elaborando aspetti anche economici, senza necessità di ingenti esborsi di danaro, legati per esempio alla costruzione di costosi contenitori di acciaio o di vetro, che potrebbero essere magari di dimensioni sbagliate». Fin dall’inizio della sua attività Hirst declina talvolta il disegno come forma autonoma, ma perlopiù ne fa uso come fase preliminare fondamentale nel processo artistico, che all’osservatore offre dunque la possibilità di sguardi dietro le quinte della sua creatività al lavoro

Il percorso espositivo, attuato in stretta collaborazione con il controverso 60enne artista e collezionista britannico, inizia con schizzi e disegni che risalgono agli anni Ottanta, e si addentra quindi nella produzione degli anni seguenti giustapponendo fogli a matita, pastello o carboncino a opere che hanno contribuito alla sua fama, come la pecora di «Away from the Flock». Numerosi sono i disegni preparatori per lo squalo tigre in formaldeide «Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living» e per il teschio incastonato di diamanti «For the Love of God», mentre una serie di disegni raffigura fiori anche a pastelli accesi. Del 2015 sono le mani giunte di sapore düreriano «In Prayer», disegnate a carboncino e pastello su pergamena, mentre «Head of Sphinx» e «Mickey» (2012 e 2016) paiono ammiccare agli assemblages di Daniel Spoerri. Del 2015 è l’impressionante memento mori a carboncino «The Skull Beneath the Skin», del 2016 è il foglio a matita «Leone e serpente (argento)».

Una delle opere più significative della selezione operata da Elsy Lahner e sostenuta da prestiti internazionali anche da collezioni private, è la vasta serie di disegni realizzati in vista del progetto «Treasures from the Wreck of the Unbelievable», presentato per la prima volta a Venezia nel 2017. In mostra è anche l’installazione «Making Beautiful Drawings», che l’artista sviluppò dal 1994 nel corso di un soggiorno di studio a Berlino; una «macchina per disegnare», che il direttore dell’Albertina, Ralph Gleis, ha chiesto e ottenuto di poter esporre a uso dei visitatori, affinché possano creare da sé disegni da portarsi a casa: «L’aspetto è quello di una semplice scatola ma al suo interno è posto un disco rotante cui vengono fissate delle matite, con le quali è possibile realizzare disegni a colori a base circolare», ci illustra Gleis, interessato a spingere le attività dell’Albertina verso una maggiore interattività col pubblico: «Si può trarre ispirazione da una mostra di questo tipo e stimolare la propria creatività, senza dover necessariamente conoscere Damien Hirst in quanto artista di fama mondiale, che ha influenzato il mondo dell’arte con opere iconiche». Un’opera hands-on, che pare in sintonia con il progetto dei «Disegni postumi», cui Hirst sta lavorando: un gran numero di volumi contenenti istruzioni da trasformare in opere d’arte dopo la sua morte, grazie a input via via sempre più vaghi, fino al laconico: «Fai quel che vuoi, nel materiale e nelle dimensioni che vuoi, e chiamalo come vuoi».

Damien Hirst, «Away from the Flock», 1994. Photo: Prudence Cuming Associates Ltd. © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved/ Bildrecht, Vienna 2025

Damien Hirst, «Away from the Flock», 1994. Photo: Stephen White. © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved/ Bildrecht, Vienna 2025

Flavia Foradini, 02 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

L’Albertina modern svela il Damien Hirst disegnatore | Flavia Foradini

L’Albertina modern svela il Damien Hirst disegnatore | Flavia Foradini