Lo scheletro ritrovato ad Ercolano. Cortesia Parco Archeologico di Ercolano

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Lo scheletro ritrovato ad Ercolano. Cortesia Parco Archeologico di Ercolano

Uno scheletro in fuga verso il mare

A Ercolano la ripresa degli scavi nell’area dell’antica spiaggia ha restituito i resti di un uomo con una sacca di tessuto contenente una piccola scatola di legno

Graziella Melania Geraci

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Era dagli anni Ottanta che non si scavava nel Parco Archeologico di Ercolano. La ripresa dei lavori in un’area fondamentale, l’antica spiaggia, ha riportato alla luce lo scheletro di un uomo con una borsa a tracolla, primo fuggiasco trovato all’esterno dei fornici, magazzini a ridosso del mare, luogo dove erano stati rinvenuti finora i corpi degli ercolanesi, vittime dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

Il progetto di scavo ha riportato a secco la zona della spiaggia sulla quale si camminava attraverso una passerella sospesa su un piccolo laghetto mantenuto a un livello bassissimo con delle pompe. L’intervento, per una superficie complessiva di 1.400 metri quadrati, si propone il ricongiungimento dell’antico litorale alla Villa dei Papiri, consentendo ai visitatori di tornare a passeggiare come facevano gli antichi abitanti.

Dopo poco più di un mese dall’inizio degli scavi, c’è stato il ritrovamento dello scheletro di un uomo sui 40-45 anni con il cranio e le ossa fortemente annerite e con numerose fratture indotte dal calore. Durante i lavori, sotto il braccio sinistro dello scheletro, è emersa anche una borsa di stoffa al cui interno, da una prima analisi, sono stati identificati diversi materiali: il legno di una scatola con il suo contenuto in metallo, pezzi di stoffa e probabili tracce di finitura in oro.

Tutti gli elementi fanno pensare che l’uomo si trovasse probabilmente in riva al mare o nelle aree della città soprastante, trascinato dalla forza dell’eruzione. All’impatto la vittima subì lo stesso destino delle altre 330 già ritrovate negli anni addietro. Le altissime temperature del flusso che lo investì, provocarono l’evaporazione immediata dei tessuti e lo scheletro fu imprigionato nella massa di cenere, gas e detriti.

Sull’antica spiaggia sono stati ritrovati in questi mesi anche moltissimi reperti di legno sospinti dal flusso piroclastico tra cui grandi travi, frammenti di cornici e pannelli appartenenti probabilmente a controsoffitti e alle coperture degli edifici, assi di legno, altri elementi forse di barche, arbusti e radici di alberi ad alto fusto.

«Si tratta di uno scavo moderno, afferma Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico di Ercolano, impostato come un laboratorio all’aperto multidisciplinare, ove il lavoro simultaneo di più professionalità ha consentito di esplorare, documentare, rilevare, tridimensionalmente e sistematicamente ogni fase di scavo». Per le condizioni contingenti e la fragilità dei reperti, verrà staccato il pane di terra sottostante lo scheletro per proseguire in laboratorio un attento recupero, mentre proseguono i lavori di scavo e in attesa di altre sorprese.

Il progetto di sistemazione complessiva dell’area, donato dal Packard Humanities Institute e finanziato con fondi del Piano Operativo «Cultura e Turismo» FSC 2014-2020 e seguito nell’attuazione dall’Unità Grande Pompei per conto dell’Autorità di Gestione-Segretariato Generale del MiC, si concluderà nel 2023.

Lo scheletro ritrovato ad Ercolano. Cortesia Parco Archeologico di Ercolano

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Graziella Melania Geraci, 06 dicembre 2021 | © Riproduzione riservata

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