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«Portrait de Negin» (Teheran, 2010) di Newsha Tavakolian © Newsha Tavakolian, Magnum Photos

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«Portrait de Negin» (Teheran, 2010) di Newsha Tavakolian © Newsha Tavakolian, Magnum Photos

Una storia della fotografia tutta femminile

Un regesto in 450 illustrazioni di figure celeberrime e figure totalmente sconosciute

Walter Guadagnini

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Alzi la mano chi conosce Elena Lukinichna Mrozovskaia (di cui non si sa neppure l’anno di nascita) o Natalia Baquedano-Hurtado, Annapurna Dutta o Tsuneko Sasamoto (che peraltro è ancora viva, pur essendo nata nel lontano 1914): ebbene, sono quattro delle 300 fotografe riunite in un volume che è un’impresa, firmato da Luce Lebart e Marie Robert, ma che per essere compiuto ha avuto bisogno della collaborazione di 160 autrici di tutto il mondo.

Il titolo è Une histoire mondiale des femmes photographes, edito dalla casa editrice parigina Textuel, composto di 504 pagine che contengono 450 illustrazioni e utilissime note critiche e biografiche di tutte le autrici prese in considerazione, ordinate cronologicamente a partire dall’inglese Anna Atkins, nata nel 1799, per arrivare all’iraniana Newsha Tavakolian, nata nel 1981.

Il volume è dunque un utilissimo regesto, nel quale si alternano figure celeberrime (da Julia Margaret Cameron a Dorothea Lange, da Tina Modotti a Diane Arbus a Cindy Sherman, per dirne solo alcune), figure conosciute agli appassionati di fotografia e figure totalmente sconosciute, autentiche curiosità che lo rendono una preziosissima fonte di informazioni, nonché una lettura a volte anche divertente e mai banale.

L’assunto primario del libro è già contenuto nel titolo del saggio introduttivo di Marie Robert, Una lunga tradizione di discredito, che fa intuire come si tratti di una sorta di riscatto dalle ingiustizie della storia scritta dagli uomini occidentali. Ma, al di là di questa lettura ideologica, rimane il piacere di trovarsi di fronte a un volume fatto per rimanere, per colmare dei vuoti di conoscenza, cioè di un vero prodotto culturale, per la redazione del quale è stato compiuto uno sforzo, intellettuale e materiale, degno di essere sottolineato e segnalato tra le buone notizie provenienti dal mondo editoriale.

Ad altri il gioco delle presenze e delle assenze, troppo facile e francamente inutile in questo caso; l’aggettivo mondiale fa capire che l’esaustività non è il suo scopo. Si riportano qui invece i nomi delle autrici italiane inserite: la leggendaria Contessa di Castiglione, Tina Modotti, Wanda Wulz, Lisetta Carmi e Letizia Battaglia. Non sono poche, all’interno di un panorama planetario, ma non può sfuggire la considerazione che la più giovane del gruppo è nata nel 1935, a dimostrazione di come ancora moltissimo resti da fare per inserire a pieno titolo la fotografia italiana contemporanea (non solo femminile) nel circuito internazionale.

Une histoire mondiale des femmes photographes
di Luce Lebart e Marie Robert, 504 pp., 450 ill. col. e b/n, Éditions Textuel, Parigi 2020, € 69
 

«Portrait de Negin» (Teheran, 2010) di Newsha Tavakolian © Newsha Tavakolian, Magnum Photos

Carrie Mae Weems, «Sans titre (Homme lisant le journal), série "La table de cuisine"», 1990

Walter Guadagnini, 11 aprile 2021 | © Riproduzione riservata

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