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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliLa rassegna getta uno sguardo sui molteplici aspetti che hanno caratterizzato la scultura nel corso del Novecento in Italia, dagli anni delle avanguardie storiche, col Futurismo di Boccioni o l’Arcaismo di Modigliani, al rinnovato legame con l’antico e il culto della bellezza che riaffiora nei decenni tra le due guerre, fino alla cesura della seconda guerra mondiale, quando Arturo Martini prende atto nel testo La scultura lingua morta dell’inadeguatezza della scultura rispetto alla pittura nel tradurre valori e significati. La rinnovata tensione verso la forma, le sperimentazioni materiche e le indagini del gesto nello spazio dei decenni successivi, sono evocate dal confronto tra artisti di provenienze diverse che nella loro opera hanno ben espresso questa dialettica tra figurazione e astrazione, come Marino Marini, Emilio Greco, Bruno Innocenti, Fausto Melotti, Giuseppe Spagnulo, Mauro Staccioli, Mirko e Dino Basaldella, Nino Franchina, Jiří Kolář, Luigi Mainolfi, Giuseppe Maraniello e Guido Pinzani.
La mostra è anche l’occasione per un cammeo dedicato a Quinto Ghermandi, del quale è esposta una decina di opere che ben riflettono il dibattito intorno cui ruota il progetto espositivo. Vera e propria «mostra nella mostra», è l’attenta selezione di opere dedicata a Francesco Somaini, che ripercorre i principali momenti dell’attività di un protagonista della scultura del Novecento, per il quale questa disciplina è, per usare sue parole, «svolgimento di una forma avvolta, contratta» che «incide progressioni di sé lungo uno spazio, per un tempo».
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