Una Libellula vola su Vienna

Il nuovo padiglione sul tetto del Leopold Museum offre un panorama straordinario sulla città

Il padiglione multifunzionale battezzato «Libelle» e realizzato dall’architetto Laurids Ortner sopra il Leopold Museum di Vienna, all’interno del complesso del MuseumsQuartier
Flavia Foradini |

Vienna. Con i suoi 90mila metri quadrati, di cui 60mila per istituzioni culturali, e con una cinquantina di istituzioni votate perlopiù alle arti e alla cultura contemporanee, il MuseumsQuartier (Mq) è uno dei principali magneti di Vienna. Ben 4,5 milioni di persone sono passate nel 2019 nei suoi ampi cortili per frequentare musei, sale teatrali, caffè e ristoranti.

La commistione tra le nuove costruzioni e gli edifici storici settecenteschi delle stalle imperiali progettate da Fischer von Erlach; il fatto che l’intero complesso sia strettamente pedonale e con cortili fruibili 24 ore su 24; la sua posizione in centro città, a due passi dai musei di Belle Arti e Storia Naturale, dalla Secessione, dal Palazzo imperiale, fin dall’apertura nel 2001 lo hanno fatto amare subito non solo dai turisti, ma anche e ancor più dai viennesi, che ne fanno uso quotidiano, non foss’altro che per utilizzarlo come scorciatoia o per sedersi nei numerosi bar e ristoranti al coperto e all’aperto o sulle panche e panchine che la direzione ha disseminato ovunque, in nome di una fruizione libera da obblighi di consumo di cibi e bevande.

Decidendo di cavalcare il successo, con lavori durati un anno e mezzo e un investimento da 7,5 milioni, la direzione del Mq ha realizzato un primo ampliamento delle strutture a disposizione, piazzando sul tetto piatto del Leopold Museum un padiglione multifunzionale da 200 metri quadrati e 4 metri di altezza, battezzato «Libelle» (Libellula) e aprendo con due ascensori gratuiti, esterni all’edificio, la grande terrazza da un migliaio di metri quadrati complessivi con vista panoramica sulla zona monumentale della città. Aperto ogni giorno dalle 10 alle 22, da aprile a novembre, il nuovo spazio non ha tuttavia accessi diretti dal Leopold Museum.

L’idea di un ampliamento è partita diversi anni fa e ha trovato come interlocutore l’architetto Laurids Ortner, che assieme al fratello Manfred (partner nello studio Ortner & Ortner) aveva già progettato tutti i nuovi edifici del Mq. La realizzazione è stata in carico alla direzione del Mq e non è ancora chiaro se il Leopold Museum avrà opzioni particolari di utilizzo o meno, né quale sarà il programma di eventi pensati dal Mq: «Per ora, fanno sapere, vogliamo lasciare campo libero al godimento del luogo in sé».

Nonostante una peculiare incertezza negli assetti gestionali, il direttore del Leopold Museum, Hans-Peter Wipplinger, si esprime in toni positivi: «Da anni ormai gli spazi in cui un museo esprime la propria attività non si limitano più all’interno di un edificio. Sempre più essenziale è il collegamento e l’incontro con un ampio ambito sociale, sulla base di apertura, creatività e dinamicità. Rivolgendosi ad ampi strati di visitatori, la Libellula porterà certamente vitalità a tutto il Mq e prima o dopo la visita del nostro o di altri musei potrà essere un luogo di incontro, scambio e ispirazione anche per chi, diversamente da un pubblico culturale, è poco incline a fruizioni museali e la utilizzerà semplicemente come terrazza panoramica».

Nella realizzazione, due artiste austriache sono state chiamate a dare il loro contributo: Eva Schlegel ha creato un’installazione che vela tutta la facciata del padiglione di vetro, mentre Brigitte Kowanz rende visibile la «Libelle» anche al di fuori del Museumsquartier, grazie a tre grandi anelli di neon sulla terrazza, sorretti da pilastri. Nelle prime settimane dopo l’inaugurazione del 21 aprile sarà visibile anche l’installazione «Am Anfang war der Schatten» (All’inizio era l’ombra) di Alex Kasses.

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