Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliNell’ex convento dei domenicani del Fontevecchia, Fermo avrà un polo archeologico connesso alle affascinanti cisterne romane. Il Comune, spalleggiato dalla Regione e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, a ristrutturazione avviata conta di aprire a fine 2020. Il piano si aggiunge al rinnovamento dei musei cittadini.
Paola Malvestiti, architetto responsabile dei lavori, descrive il museo: «Esporrà reperti di epoca picena, romana, medievale e del collezionismo fermano. A fine aprile il gruppo coordinato da Emanuela Stortoni dell’Università di Macerata ha consegnato la catalogazione dei beni nei depositi alla Soprintendenza» (per la quale valuterà i pezzi l’archeologa Federica Grilli). «Inutilizzato da anni, danneggiato dai terremoti del 1997 e del 2016, il complesso ha due edifici a corte. Il cortile servirà per eventi. L’archeologico a piano terra avrà due corridoi, sale espositive, servizi di tecnologia e una saletta didattica multimediale adatta alle scuole».
Da lì «si scenderà in un seminterrato dove ci saranno un’altra sala espositiva e, con l’apertura di un varco, l’ingresso diretto alle Cisterne romane»: più agevole di quello odierno, osserva la progettista, che in via degli Aceti è in forte pendenza.

Un rendering del corridoio di ingresso del futuro polo archeologico di Fermo
Altri articoli dell'autore
Nuova pavimentazione, nuovi lampioni e una nuova, contestata pensilina: i lavori, costati 7,5 milioni, scatenano discussioni e malumori
Nella Rocca Albornoz e a Palazzo Eroli, a Narni, una settantina di sculture di uno dei maestri del Nouveau Réalisme per riflettere sul rapporto tra alto artigianato e creazione artistica
Il 6 aprile avrà luogo una commemorazione in ricordo delle 309 vittime del terremoto del 2009. Diamo conto della condizione di alcuni monumenti: il Castello spagnolo, le mura urbiche presso porta Brinconia, la Chiesa di San Marco e Palazzo Centi
La «culla» del francescanesimo era a rischio in quanto la soprastante cupola della Basilica di Santa Maria degli Angeli era preoccupantemente fessurata dal terremoto del 2016