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La Sala 10 dedicata a Sandro Botticelli: accanto alla «Primavera», l'affresco staccato di circa 6 metri di larghezza raffigurante l’«Annunciazione» proveniente dall’ospedale di san Martino

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La Sala 10 dedicata a Sandro Botticelli: accanto alla «Primavera», l'affresco staccato di circa 6 metri di larghezza raffigurante l’«Annunciazione» proveniente dall’ospedale di san Martino

Uffizi, riaprono le sale di Botticelli e dei Pollajolo

Il nuovo allestimento dà maggior respiro alla «Primavera» e ad altre opere «a rischio ingorgo»

Laura Lombardi

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Firenze. Riaprono alla Galleria degi Uffizi, dopo un importante riallestimento, le sale dedicate ai Pollajolo, a Botticelli e ad altri pittori, anche fiamminghi, di quel periodo, ricavate in parte entro i volumi che un tempo ospitavano il perduto teatro mediceo opera di Buontalenti.

Il progetto, che rientra in quello complessivo dei Nuovi Uffizi, anche se è situato nella parte «storica» della galleria, si differenzia dal precedente allestimento soprattutto per l’attenzione rivolta alla fruizione delle opere in relazione al flusso dei visitatori, ai quali si vuole offrire un’esperienza migliore che consenta una più attenta lettura critica; a tale scopo concorre anche la nuova illuminazione.
L’insieme degli interventi architettonici, che comprendono impianti di videosorveglianza e trattamento dell’aria, fanno salire a 7mila metri quadrati l’area degli spazi della Galleria ampliati o rinnovati.

L’intervento odierno, sotto la direzione di Antonio Godoli, è stato sostenuto in maniera consistente dalla donazione liberale della Fondazione non profit Friends of Florence, che in sole sei settimane ha raccolto tra i suoi soci l’intera cifra necessaria al riallestimento delle sale, al restauro dei dipinti e una parte per l’illuminazione: una conferma dell’interesse della cultura americana nei confronti del patrimonio artistico fiorentino, come sottolinea Simonetta Brandolini d’Adda, presidente della Fondazione.

I capolavori botticelliani, ma anche di altri importantissimi maestri, ci accolgono ora nella sala 10 (la 9 è dedicata ai Pollajolo) in una disposizione molto meno affastellata rispetto a prima, che permette maggior respiro a icone quali la «Primavera», ma rende merito anche ai capolavori tardi di Sandro. La sala di Botticelli, con una controsoffittatura sopra cui si trovano tutte le distribuzioni impiantistiche e i percorsi per la manutenzione, è di fatto un unico ambiente ma suddiviso in due parti, consentendo tuttavia alle opere di ben dialogare tra loro. Una variante, rispetto all’allestimento pensato da Antonio Natali, precedente direttore della Galleria, riguarda la «Primavera», che, nella prima parte della sala, non è collocata sulla parete di fronte alla «Nascita di Venere», posta nell’altra parte della sala, impedendo quindi un gioco di rimandi tra i due capolavori.
La soluzione scelta da Eike Schmidt, che ha collocato invece la «Primavera» in una prospettiva scenografica rispetto all’ingresso alla sala (quindi non sulla prima parete che i visitatori avrebbero trovato entrando), è infatti volta a impedire il rischio di un «ingorgo» di visitatori in quel punto di accesso; nella parete di sinistra è così collocato il notevolissimo affresco staccato di circa 6 metri di larghezza, raffigurante l’«Annunciazione» proveniente dall’ospedale di san Martino, posto in dialogo con la versione del tema dipinta dallo stesso Botticelli dieci anni dopo, per la chiesa di Castello.

Da queste sale si accede poi all’ambiente che accoglie il trittico Portinari di Hugo van der Goes con l’«Adorazione dei pastori», e vi troviamo anche l’«Incoronazione della Vergine» e l’«Adorazione dei Magi» Lami di Botticelli, slittate qui proprio per consentire una disposizione più pausata nelle sale precedenti, insieme a opere di Francesco Botticini, Hans Memling, Rogier van der Weyden.
Nel percorso pensato da Natali, questa sala avrebbe dovuto esser destinata alla bottega del Verrocchio, con Leonardo giovane, per contestualizzare la presenza di quel grande nella Firenze del tempo; tuttavia, anche in questo caso, ha prevalso, nella scelta, il criterio museografico che mira ad una fruizione pausata dei capolavori: Leonardo, subito dopo Botticelli rischiava di creare, forse, un troppo pieno «emotivo», e non solo.
 

La Sala 10 dedicata a Sandro Botticelli: accanto alla «Primavera», l'affresco staccato di circa 6 metri di larghezza raffigurante l’«Annunciazione» proveniente dall’ospedale di san Martino

La sala 15 con il Trittico Portinari

Laura Lombardi, 17 ottobre 2016 | © Riproduzione riservata

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