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Federico Florian

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Alla Whitechapel Gallery «More Flinching», installazione di Heather Phillipson

Come afferma Antonia Blocker, curatrice dei programmi pubblici alla Whitechapel Gallery di Londra, «le pagine stampate delle poesie di Heather Phillipson, lettere nere su fondo bianco, sembrano contrastare con le forme fluorescenti che caratterizzano le sue installazioni. L’artista impiega le parole, così come fa con le imboscate di colore e l’assemblaggio di oggetti e immagini nello spazio, per mettere in scena un’esperienza contemporanea».

I lavori della Phillipson (Londra, 1978) poetessa e artista visiva, difatti, potrebbero essere descritti come «trambusto ottico»: basti pensare alla sua recente installazione alla Schirn Kunsthalle di Francoforte, composta da proiezioni video visibili da piattaforme sospese, da un enorme piede rotante in polistirolo e da oggetti sospesi su corde rosse, tra cui disegni di spermatozoi, ombrelli, sacchi della spazzatura e racchette da tennis, il tutto accompagnato da un’immersiva colonna sonora.

La parola scritta fa sempre da protagonista nei suoi lavori, come dimostra il geniale videoracconto online «Serious Traction». Non è un caso che l’anno scorso la Phillipson sia stata selezionata dalla Whitechapel Gallery come «Writer-in-Residence 2015»: durante la residenza di sei mesi, l’artista-poetessa ha intessuto con la Blocker un dialogo virtuale via Facebook e Twitter, fatto di citazioni letterarie, estratti di poesie, immagini e link YouTube.

A partire dal 12 febbraio, l’istituzione londinese ospita «More Flinching», installazione concepita dalla Phillipson a conclusione del periodo di residenza. La parola scritta, ovviamente, costituisce il fulcro dell’opera: l’artista si serve dell’intensità del linguaggio poetico per riempire lo spazio fisico di lettere, frasi e parole, nel tentativo di trasporre l’esperienza intima e prettamente verbale della residenza in una rappresentazione pubblica e visuale.

 

Federico Florian, 09 febbraio 2016 | © Riproduzione riservata

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