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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliCompie vent’anni il Museo Carlo Zauli, realizzato pochi mesi dopo la morte del ceramista romagnolo (1926-2002) che aprì il suo primo laboratorio nel 1949 e si specializzò presto in una interpretazione marcatamente scultorea delle proprie creazioni, diffuse in Italia e in Europa, fino agli Stati Uniti, al Giappone, alla reggia di Baghdad in Iraq, al Poligrafico di Stato del Kuwait... Diretto fin dalla sua fondazione dal figlio dell’artista, Matteo Zauli, attraverso le sue collezioni e numerose attività culturali il museo da due decenni esplora l’arte contemporanea, in particolare ceramica, anche con la collaborazio-ne di numerosi altri autori. In occasione della ricorrenza è stato predisposto «20MCZ», un ampio cartellone che dopo le attività estive ora entra nel vivo al museo, ma soprattutto fuori sede.
Dall’8 al 18 settembre si sviluppa il Festival dei Calanchi nel Parco culturale delle Argille Azzurre e dei Calanchi della Romagna faentina, luogo altamente simbolico per i ceramisti, mentre dal 23 settembre per un mese lo spazio Alchemilla di Palazzo Vizzani a Bologna ospita la rassegna «Carlo Zauli e i contemporanei», a cura del Collettivo NN e Matteo Zauli: esposti qui lavori del maestro in dialogo con quelli di Salvatore Arancio, Massimo Bartolini, Chiara Camoni, David Casini, Sueharu Fukami, Alberto Garutti, Claudia Losi, Jonathan Monk, Ornaghi & Prestinari, Luca Trevisani, Shafei Xia, Italo Zuffi. Previsti inoltre in ottobre un’esposizione in Giappone a Toki (Prefettura di Gifu) mentre a novembre si analizzerà lo Zauli designer in una mostra alla Galleria Nilufar di Milano.

Il ceramista nel suo laboratorio, ora Museo Carlo Zauli
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