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60 fotografie di Maria Mulas in asta da Sotheby's al Pac il primo ottobre per fare del bene a Milano

«Christo, New York 1979» di Maria Mulas. © Maria Mulas
Michela Moro |  | Milano

Per raccontare Maria Mulas si potrebbe dire che è sempre stata una chioma rosso fuoco con la macchina fotografica davanti agli occhi. Così, con questi trade mark imprescindibili, ha attraversato tutti i mondi legati all’espressione artistica nel senso più ampio: dal teatro all’arte all’architettura, passando per quelli di intellettuali e scrittori che ha ritratto nel corso di una carriera lunga quasi sei decenni. Adesso offre alla città un sofisticato «ripasso» della cultura, dagli anni Settanta in poi, per una lodevole iniziativa. Maria Mulas ha deciso infatti di offrire alla città un contributo per la ripartenza delle attività culturali sul territorio milanese, per la formazione e la riqualificazione della creatività giovanile che tanto hanno sofferto in questi tempi pandemici, mettendo all’asta una selezione di lavori significativi, alcuni dei quali esposti in passato, ad esempio a Palazzo Reale nella mostra personale «Miraggi» del 1998 e a Palazzo Morando nella rassegna «Obiettivo Milano» del 2017.

L’asta «Maria Mulas per Milano», organizzata in collaborazione con Sotheby’s e promossa da Paolo Fallai, responsabile della pagina culturale di «Il Corriere della Sera», Andrea Tomasetig, curatore di archivi storici bibliografici e fotografici, e dall'avvocato Giuseppe Melzi, destinerà i proventi dell’incanto al Fondo di Mutuo Soccorso Cittadino, e di concerto con l’Assessorato alla Cultura si sceglieranno le iniziative da sostenere.

La vendita dei 60 lotti, preceduta da un’esposizione di due giorni, si terrà al Pac venerdì primo ottobre, ma è anche visibile sul sito dell’artista all’indirizzo www.mariamulas.net nella sezione PAC2021.

Sono immagini di vario formato e la base delle offerte, secondo le dimensioni sarà, tra gli 800 e i 1.500 euro. Non solo i ritratti ma anche elaborati racconti di architettura come quelli tra il bianco e nero con scoppi di colore del PS1, o sempre al PS1, anno 1985, un lavoro iconico di Pistoletto immerso nel blu. L’architettura la fa da padrona anche con Christo sui tetti di New York, Milano appare enigmatica in «Astrazione. Omaggio a Giuseppe Terragni, Milano 1979» e intrigante in «Astrazione, Rotonda della Besana, Milano 1972»; Venezia («Venezia astratta, 1988») è sontuosa malgrado il maltempo. Parigi raddoppia, nel 1980, nel dittico del Centre Pompidou.

Marina Abramovic e Ulay in «Expansion in space», sono «fermati» in bianco e nero a Kassel nel 1977 in una grande immagine di un metro per un metro e cinquanta, mentre Bruce Nauman compare a colori dal New Mexico nel 1984. La lista degli artisti internazionali e italiani è molto nutrita, da Claes Oldenburg a Luigi Ontani, passando per Keith Haring e Gilbert&George. Colpiscono per familiarità personaggi milanesi come Lea Vergine, più volte ritratta, anche in compagnia di Gina Pane in occasione della mostra «Partitions/ Opere Multimedia 1984-1985», al PAC di Milano nel 1986, Franco Parenti in abiti di scena sul palco dell’allora Teatro Pier Lombardo e Gillo Dorfles, impeccabile come sempre nel 1986. Impensabile oggi ritrarre Lucio Amelio sorridente nel 1985 mentre fuma una sigaretta, così come Lea Vergine che invece fuma in posa meditativa.

Gli ultimi lavori in vendita sono autoritratti un po’ misteriosi, scattati negli anni, in cui la fotografa a volte compare e a volte si mimetizza nel lavoro, ma dai quali emerge sempre potente la professione di fotografo.

© Riproduzione riservata «Astrazione, Rotonda della Besana, Milano 1972» di Maria Mulas. © Maria Mulas «Astrazioni. Omaggio a Giuseppe Terragni, Milano 1979» di Maria Mulas. © Maria Mulas «Omaggio a Galla Placidia (rosso), Ravenna 1994» di Maria Mulas. © Maria Mulas
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