L’Institut du Monde Arabe racconta la storia lunga quattromila anni del canale di Suez attraverso reperti archeologici, modellini, foto e film d’epoca. La mostra «L’epopea del canale di Suez. Dai faraoni al XXI secolo» (dal 27 marzo al 5 agosto) si apre sul giorno dell’inaugurazione e sulla grande cerimonia organizzata in presenza dei reali di tutta Europa. Da quel 17 novembre 1869, il nuovo canale, lungo 193 km, avrebbe permesso di navigare tra Mediterraneo e Oceano Indiano senza dover fare il giro dell’Africa.
La mostra fa quindi un tuffo nel passato per mostrare che già nell’antico Egitto i faraoni, e in particolare Sesostri III (1856 a.C.) che collegò il Nilo al Mar Rosso, si erano resi conto di quanto fosse importante l’apertura di un canale per l’Egitto. In epoca moderna, anche il generale Bonaparte auspicò la sua costruzione e fece realizzare un progetto ai suoi ingegneri. Fu nel 1854 che Ferdinand de Lesseps, diplomatico e imprenditore francese, ottenne l’accordo di Sa’id Pascià, khedivè d’Egitto, per coordinare i lavori, che presero il via nel 1859.
La mostra si sofferma anche sulla storia più vicina noi, con il famoso discorso di Nasser del 1956 che annunciava la nazionalizzazione del canale e con i cantieri più recenti e futuri.
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