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Tumulti russi

Flavia Foradini

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Il periodo considerato dalla mostra all’Albertina, «Da Chagall a Malevic. Le avanguardie russe», è il decennio 1910-20. Gli -ismi della Russia negli anni attorno alla Rivoluzione d’Ottobre (il Primitivismo e il Cubofuturismo del Gruppo Gileja, il Suprematismo di Malevic, il Costruttivismo di Tatlin, Gabo, e Rodcenko) vengono presentati attraverso 130 opere. Sullo sfondo, gli influssi di Van Gogh, Matisse, Picasso e Braque sulla produzione russa dell’epoca. L’intento è di sottolineare come gli sviluppi artistici di quel breve arco di tempo non furono lineari e univoci, ma produssero al contrario impetuosi intrecci, compenetrazioni e interdipendenze.

Realizzata in collaborazione con i Musei Statali di San Pietroburgo, la mostra, aperta fino al 26 giugno, dà inoltre spazio all’attività didattica di Chagall e Malevic alla Scuola d’Arte di Vitebsk. Molti i capolavori in mostra: dal «Violinista» di Chagall (1912) al «Ciclista» di Natalia Goncarova (1912), dal «Ritratto di Ivan Kljun» di Malevic (1913) a quello che Natan Altman realizzò della poetessa Anna Achmatova (1915).

Flavia Foradini, 23 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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Su due piani e in sette capitoli, il museo possiede fra l’altro 800 dipinti dei «quattro cavalieri» Günter Brus (scomparso lo scorso febbraio), Otto Muehl, Hermann Nitsch e Rudolf Schwarzkogler. All'orizzonte una mostra con il Museo del Novecento di Firenze

Tumulti russi | Flavia Foradini

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