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Elena Franzoia
Leggi i suoi articoli«Nostro obiettivo non è incrementare il flusso turistico, ma rendere consapevoli le persone del valore e della necessità di corretta conservazione del patrimonio locale, motivando attraverso la conoscenza quell’affezione che ne garantisce la salvaguardia». Così Andrea Nante, curatore con Carlo Cavalli della mostra allestita al Museo Diocesano dal 15 febbraio al 2 giugno, introduce «A nostra immagine. Scultura in terracotta del Rinascimento da Donatello a Riccio», promossa dalla Diocesi con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Venezia, Belluno, Padova e Treviso e del Ciba, centro di restauro dei beni culturali dell’Università di Padova.
«Alla suddivisione in sezioni abbiamo preferito quella cronologica, esponendo 22 opere afferenti a tre temi fondamentali: Madonna con Bambino, Santi e Pietà/Compianti. Partendo dalla centralità della bottega padovana di Donatello (di cui esponiamo una Madonna con Bambino proveniente dal Louvre in realtà precedente all’arrivo del maestro in città), dopo una attenta e capillare mappatura del territorio veneto, di cui reca testimonianza l’atlante contenuto nel catalogo (Scripta Edizioni), abbiamo cercato di ricostruire l’opera delle principali botteghe, come quelle di Giovanni de Fondulis e Andrea Riccio. Qui i capolavori dei maestri diventavano modelli per immagini destinate alla devozione pubblica e privata, non solo in terracotta, prosegue Nante.
La mostra presenta inoltre alcuni restauri nati all’interno del progetto “Mi sta a cuore”, condiviso dal museo con l’ufficio diocesano beni culturali. Grazie alla sensibilizzazione dei cittadini, il crowdfunding ha permesso il restauro nel 2013 di opere di scultura lignea, nel 2014 di dipinti su tavola e ora di focalizzare la scultura in terracotta quattrocentesca. In mostra ne presentiamo i risultati. Si tratta di una Madonna con il Bambino di Giovanni de Fondulis conservata a Pozzonuovo, di due opere del cosiddetto Plasticatore padovano (Deposizione di Cristo nel sepolcro e Madonna con il Bambino) e di un’altra straordinaria Madonna con Bambino, ancora del de Fondulis, proveniente dalla chiesa padovana di San Nicolò». Itinerari tematici completano il progetto espositivo, che si avvale anche di opere mai prima esposte e di prestiti provenienti dal Bargello di Firenze e collezioni private.
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