Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliDopo ripetuti rinvii e nonostante innumerevoli proteste di ambientalisti e storici, la decisione è presa: sotto il sito archeologico di Stonehenge verrà costruito un tunnel di oltre 3,2 km a due corsie. Catalogato come progetto di interesse nazionale del valore ormai lievitato a 1,7 miliardi di sterline, agevolerà il traffico della spesso intasata arteria A303 verso il Sud-est dell’Inghilterra e promette di non danneggiare l’area del sito più celebre del Regno Unito: «Il tunnel tutelerà e migliorerà il sito», ha dichiarato la società autostradale.
Di diverso parere sono sia vari studi sulla conformazione geologica della zona, dove le falde acquifere potrebbero trasformarsi in un problema arduo, sia un rapporto interno stilato in gennaio e reso noto solo ora, secondo cui il tunnel causerebbe «un danno permanente e irreversibile». L’archeologo David Jacques lancia strali contro la decisione del Governo: «Qui non si tratta solo di Stonehenge: il sito può aiutare a capire come vivevano i preistorici. È uno scandalo di livello internazionale. Dovrebbero vergognarsi. Il tunnel comprometterà gli studi archeologici».
Il presidente di Stonehenge Alliance, Tom Holland, ha assicurato che continuerà a opporsi a quella che definisce «una decisione catastrofica». I lavori dovrebbero iniziare in primavera e concludersi entro il 2023. Gli oppositori del progetto hanno tempo fino a Natale per chiedere una revisione della decisione.
Una veduta di Stonehenge
Stonehenge
Altri articoli dell'autore
Un percorso in dieci capitoli, dal XV secolo all’oggi, nella storia e nell’evoluzione di questo genere è allestito nelle sale del museo viennese
A Vienna ha riaperto la Sala degli Ori del Belvedere Inferiore, uno degli spazi più pregevoli dell’imponente complesso commissionato da Eugenio di Savoia all’architetto Johann Lucas von Hildebrandt
La scorsa primavera la ricomparsa del dipinto alla Tefaf di Maastricht ha fatto sensazione perché mancava all’appello da decenni. Valutato 15 milioni è però rimasto invenduto. Le autorità austriache e ungheresi stavano intanto collaborando per dipanare una complessa storia di provenienza e di documenti doganali falsificati. Ora la procura di Vienna ha ordinato il sequestro dell’opera
Al Belvedere Inferiore le famose teste di carattere dello scultore tedesco sono esposte solo con il numero di serie e accanto a lavori di artisti coevi


