Redazione GdA
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Ad Art Basel presentiamo una mostra che pone in dialogo opere signficative di Rodolfo Aricò, Carlo Ciussi, François Morellet, Mario Nigro e Niele Toroni. L’esposizione propone lavori realizzati con differenti media, ciascuno di essi animato da un’idea di movimento nello spazio, un’idea espressa non dal movimento fisico ma da una dinamica che è interna alla stessa immagine.
Quest’anno inoltre, nella sezione «Unlimited» realizziamo, in collaborazione con la galleria Annely Juda Fine Art di Londra e la galleria Kamel Mennour di Parigi, una grande installazione di François Morellet dal titolo «π Weeping Neonly» e con la partecipazione dello Studio Morellet di Cholet. Partecipiamo infine alla sezione «Parcours» con l’ambiente del 1992 «Spazio curvo» di Gianni Colombo, all’interno del Naturhistorisches Museum, nel centro storico di Basilea.
Come si rapporta l’arte italiana ad Art Basel?
Credo che l’arte italiana sia sempre stata, e lo è tuttora, parte integrante del contesto internazionale, essendo un punto di riferimento imprescindibile per l’arte stessa. La nostra galleria, in quest’ottica di promozione dell’arte, italiana e non solo, ha sempre collaborato, sin dalla sua apertura nel 1994, alla realizzazione di mostre personali o collettive organizzate in collaborazione con musei, fondazioni e istituzioni pubbliche.
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