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Redazione GdA
Leggi i suoi articoliIl mio stand segue l’esposizione collettiva che ho tenuto lo scorso dicembre in galleria per celebrare i trent’anni di attività. Tra le regole non scritte di Art Basel è compresa quella di presentare opere di alta qualità e di farlo in modo impeccabile. Una galleria traccia il suo percorso espositivo seguendo il proprio senso estetico e culturale, e un buon lavoro, alla fine, viene sempre riconosciuto. A «Unlimited» presento un’opera storica di Giulio Paolini «Hortus Clausus» del 1981. Art Basel è una fiera frequentata da collezionisti e addetti ai lavori sempre attenti e colti che sanno cogliere la raffinatezza dell’arte italiana, sia essa di artisti storicizzati sia di artisti giovani. Del resto l’arte contemporanea italiana da tempo non ha più complessi di inferiorità.
Art Basel rimane l’appuntamento principale nel panorama artistico internazionale?
Le fiere sono cambiate al passo con la tecnologia; internet e le e-mail hanno accorciato non solo le distanze e i tempi, ma anche le modalità di approccio alla galleria. Ma Basilea resta la fiera più importante del mondo, non teme rivali.
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1 maggio 1983: Umberto Allemandi dà vita a «Il Giornale dell'Arte», una data che segnerà la storia culturale ed editoriale del nostro Paese. 30 giugno 1983: nasce la casa editrice, destinata anche in questo caso a rivoluzionare per sempre il modo di esperire la storia dell’arte. 5 dicembre 2024, un nuovo capitolo di questa gloriosa storia: Intesa Sanpaolo, Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo finalizzano l’acquisizione del 100% dei rami industriali della Società Editrice Allemandi
Dal 2019 è direttrice esecutiva e chief curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz Mocaa) a Città del Capo
Intervista a Nicolas Ballario, divulgatore, curatore e comunicatore che ha spesso lavorato con il neo Ministro della Cultura Alessandro Giuli, per iniziare a capire che Ministero sarà
È un «San Sebastiano», opera giovanile commissionata nel 1618 dal cardinale Pietro Aldobrandini. Probabilmente, per complesse vie ereditarie, è passato da Roma a una piccola chiesa francese vicina a Versailles, dov’è attestato dal 1836